Il segretario del Partito repubblicano Francesco Nucara intervistato da "La Gazzetta del Sud"/Gli interessi del Mezzogiorno sono al centro della politica del Pri, come dimostra la recente proposta di legge per il meridione

C'è la necessità di un'autorità che coordini i fondi a disposizione

Pubblichiamo l'intervista al segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, a firma di Teresa Munari apparsa sulla "Gazzetta del Sud" di venerdì 9 luglio 2004.

Alle Europee circa 40.000 calabresi sono andati alle urne per votare Francesco Nucara e il Partito repubblicano. Un risultato interessante e che fa gola al Centrosinistra al punto da far immaginare un accordo che faccia tracimare il consenso tributato al Pri dalla Casa delle Libertà all'Ulivo. Gazzetta del Sud è andata a cercare il protagonista di questo exploit , il segretario nazionale del Pri nonché sottosegretario all'Ambiente, Francesco Nucara.

Onorevole, non c'è dubbio che, per il risultato finale delle prossime Regionali, la dote repubblicana potrà essere di nuovo determinante. Il Pri si presta a diventare terreno di conquista?

"Intanto i Repubblicani sono fermamente inseriti nella coalizione del Centrodestra. Come tutti sanno, nel Duemila, a livello centrale, il Pri stava con il Centrosinistra, ma in Calabria si scelse di stare con la Casa delle Libertà e così abbiamo condizionato il risultato facendo vincere Chiaravalloti".

Lo rifarebbe?

"Noi siamo nel Centrodestra e intendiamo rimanerci. Anche se i repubblicani nulla hanno chiesto per partecipare al Governo della Regione e nulla hanno ottenuto, nemmeno le briciole che lo stesso presidente direttamente e in piena autonomia, si era impegnato a concedere".

E allora?

"Prendiamo atto che Forza Italia, Udc e An pensano di fare a meno del Pri. Sono loro a scegliere, e non potrebbe essere diversamente, perché mentre a sinistra si è aperto un dibattito che evidenzia il successo che abbiamo conseguito senza peraltro gestire neanche un briciolo di potere regionale, dalla coalizione di cui ci sentiamo parte integrante non è mai arrivato nessuna congratulazione, né ufficiale, né ufficiosa. Stando così le cose, gli organismi repubblicani potranno indicare le vie alternative, come peraltro, per correttezza, è stato già indicato ai massimi vertici di Forza Italia".

Allora il segretario regionale dei Ds, Adamo, quando immagina il Pri dalla loro parte, parla a ragion veduta?

"Questo no. Tutto è da considerare. Il problema vero è la inaffidabilità del Centrosinistra, da noi sperimentata negli accordi per le Regionali del 1995 e del 2000 e dove, in entrambe le situazioni, vinse la destra. Mi auguro che questa volta sia smentita la regola del "non c'è due senza tre"".

Perché è così amaro?

"Perché purtroppo la Calabria, nel 2004, conferma di essere al fondo delle classifiche socio-economiche nazionali ed europee per l'economia, la produttività, l'occupazione. È l'unica regione del Paese a crescita zero. Noi abbiamo fatto di tutto per cambiare le cose, soprattutto nel nostro ruolo istituzionale che svolgiamo mensilmente presso il Cipe, ma non è servito a nulla. Questo ovviamente non ci esime dalla colpe di essere nella coalizione che ha portato la Calabria al punto in cui si trova. Ma il fatto che i repubblicani hanno a cuore gli interessi dei calabresi e più in generale del Sud, è dimostrato dalla proposta di legge che La Malfa ha presentato al Parlamento per ottenere l'istituzione di un ministero per il Mezzogiorno".

Di nuovo un ministero? È roba del passato.

"Si sbaglia. Noi proponiamo il ministero come strumento indispensabile per coordinare una politica economica reale e non di chiacchiere per il Mezzogiorno. Usando le parole di Ugo La Malfa "quel Mezzogiorno di cui tanto si parla senza pressocchè nulla concludere". Secondo il Pri serve un'autorità politica che coordini i fondi nazionali, regionali, europei in modo che diventino tutti congruenti con lo sviluppo del Sud. Adesso invece la parcellizzazione delle competenze autorizza ciascun ministero ad usare, nella ripartizione, logiche elettoralistiche e di collegio che non fanno il risultato".

Sul tema del riscatto del Mezzogiorno siete in ritardo, questo è già il cavallo di battaglia di An.

"Alleanza nazionale dovrebbe avere le idee più chiare su ciò che è giusto o sbagliato in economia. E non le ha,o quanto meno non si occupa del Sud quando condivide la richiesta di Confindustria che rivendica la detassazione dell'Irap. L'Irap è una tassa dei ricchi, delle aree dove le industrie ci sono, (è una imposta sulla localizzazione, sui metri quadri che ciascuna impresa occupa ndr.). Ma cosa vuole che gliene importi all'impiegato di Locri, o al pescatore di Bagnara dell'Irap che scende: non è un balzello che incide sul loro carovita, infatti se non ce la fanno, continueranno a non farcela con o senza Irap".

Torniamo in Calabria. Come è finita con Film Commission?

"Come io e Gazzetta del Sud abbiamo più volte anticipato. Reggio ha perso la grande occasione di essere baricentrica rispetto ad un progetto assolutamente innovativo sia per la misura degli investimenti, che per la qualità della ricaduta occupazionale. L'amministrazione comunale e provinciale non hanno capito in tempo il valore dell'iniziativa e Chiaravalloti sta provvedendo a dirottare il tutto su Catanzaro".

Da sottosegretario, il suo modo di coagulare su Reggio energie propositive e risorse, non le ha dato molte soddisfazioni. C'è anche il tema dell'acqua...

"Non me ne parli, facciamo parlare le date... Era il 19 agosto del 2003 quando il presidente del Consiglio dei Ministri, con una specifica ordinanza affidò al sindaco di Reggio, nominandolo commissario straordinario, il progetto per la desalinizzazione delle falde acquifere della città. I reggini sanno bene che l'acqua a Reggio non è più potabile da quindici anni circa, era quindi un evento eccezionale. Nove mesi dopo, precisamente il 15 maggio del 2004, Ministero, Sogesid, e Comune si impegnavamo a pubblicare il bando di gara per il 2 giugno, festa della Repubblica. Ancora nulla è successo".

Per le piogge di quest'inverno il Paese ha una disponibilità d'acqua come mai prima d'ora. Reggio è invece condannata a soffrire la sete?

"Cosa dirle? È dal 2002 che il ministero dell'Ambiente ha messo a disposizione ingenti risorse, ma il Comune non ha mai fatto i progetti".

Al Comune c'è una situazione difficile, di stallo e non per colpa dell'opposizione...

"I veri problemi sono interni ad Alleanza nazionale. Il sindaco deve verificare al più presto se ha ancora la fiducia del partito che lo ha candidato a guidare la città".

Cosa intende dire?

"Dico che si dovrà capire in modo chiaro, e se necessario anche lacerante, se il sindaco intende candidarsi alle prossime elezioni regionali. Perché se così fosse avremmo capito a cosa ricondurre tutte le lentezze che penalizzano i reggini adesso, ma che di converso porteranno ad una serie di "prime pietre" tenute in caldo per la campagna elettorale".

Scusi, ma il vicesindaco della città non è un repubblicano?

"Si, e allora? Il Pri ha messo in campo una nuova strategia: rapportarsi alla gente, colloquiare direttamente con i cittadini, evitando le mediazioni con le Istituzioni locali, per abolire quegli errori che abbiamo pagato pesantemente sul piano elettorale".

Com'è finita con Sgarbi?

"Il rapporto si è esaurito. Gli ho scritto una lettera con la quale ho evidenziato le importanti divergenze politiche e i diversi metodi d'approccio con l'elettorato che abbiamo verificato in questa esperienza. Mi dispiace, ma le sue qualità personali non bastano per saldare una dirigenza politica".

Come segretario nazionale del Pri sta vivendo giorni frenetici. Qualche anticipazione su come andrà a finire?

"Aspettiamo il vertice di domenica sera, ma è chiaro che se non si troverà un accordo, l'Italia tornerà a votare, e prima delle Regionali".