L'analisi dei risultati elettorali della Direzione provinciale milanese del Pri/Soddisfazione per le conclusioni del CN. Conferma della fiducia al segretario regionale

Si aprono nuove prospettive per le forze laiche

La Direzione provinciale milanese del PRI, riunita il 24 Giugno ed in prosecuzione il 19 luglio per esaminare i risultati elettorali del 12-13 Giugno approva il seguente documento che sintetizza e recepisce la relazione e gli interventi del Segretario Provinciale Massimo Torchiana:

La Direzione Provinciale esprime la propria soddisfazione per la decisione del CN del PRI di considerare conclusa la alleanza elettorale tra il PRI e i Liberal Sgarbi; alleanza che si è rivelata, di fatto, un fallimento politico prima ancora che elettorale.

Il risultato elettorale, malgrado l'impegno del Partito e della grande maggioranza dei candidati, non solo si è rivelato largamente inferiore ad ogni aspettativa, ma è stato anche molto lontano dalla somma dei voti presi singolarmente dal PRI e dai Liberal Sgarbi in occasione delle precedenti elezioni amministrative.

La alleanza PRI-Sgarbi, nata in maniera confusa e frettolosa, non è stata caratterizzata da un'adeguata strategia di comunicazione che sapesse rappresentarne il vero significato politico di embrionale tassello costitutivo rispetto ad un processo volto a rafforzare la presenza dell'area laica, liberale e riformatrice all'interno della Casa delle Libertà.

La scelta, voluta o subita, di puntare tutta la campagna elettorale della lista PRI-Sgarbi sul semplicistico messaggio mediatico del "partito della bellezza", unito a prese di posizione dello stesso Sgarbi, spesso contraddittorie con se stesso e soprattutto con la posizione ufficiale del Partito, non solo ha generato confusione nel potenziale elettorato, ma addirittura è stata percepita come incoerente con la tradizione politica repubblicana.

La profonda crisi politica delle coalizione della CDL, confermata dal grosso calo di consensi di Forza Italia, dal contestuale buon risultato dell'UDC e della Lega (nonchè dalla sostanziale tenuta di AN), e dalla ritrovata presenza elettorale del Nuovo PSI, apre una fase nuova rispetto alla quale lo stesso PRI deve, con coraggio e senza pregiudizi, riflettere molto rapidamente circa il ruolo che i repubblicani potranno svolgere nella definizione di una coesa, coerente e incisiva presenza laica e riformatrice nel paese.

La crisi di governo, virtualmente aperta e non certamente conclusasi con la nomina del nuovo Ministro dell'economia, difficilmente potrà trovare uno sbocco stabile senza una profonda ridefinizione degli stessi equilibri politici su cui è nata la coalizione di maggioranza.

Tali rinnovati equilibri si dovranno basare su una chiara revisione di alcuni punti chiave dell'agenda politica, a partire dal tema delle riforme istituzionali (che dovranno abbandonare la strada tracciata dalla proposta di riforma di "devoluzione") ma anche in tema di politica economica, di tutela del risparmio e di avvio di un reale processo di liberalizzazione in molti settori economici oggi arretrati rispetto allo scenario europeo ed internazionale.

In tal senso, quindi, la Direzione Provinciale milanese condivide la prospettiva di avvio di una fase di approfondimento programmatico con le forze politiche di ispirazione laica e riformatrice - ed in particolare con il nuovo PSI ed il Partito radicale - al fine di addivenire al piu' presto ad un formale coordinamento politico tra tali forze.

Lo spazio politico che si apre per le forze laiche è molto ampio (e il terreno programmatico chiaro e definito), ma il consenso risulta ancora frantumato e quindi scarsamente determinante.

Ancora una volta, si tratta di un processo che - seppure inevitabilmente di tipo politico generale - può, e deve, partire in primo luogo dalle realtà del grande voto di opinione, come Milano e la Lombardia.

Le stesse elezioni regionali, sin troppo vicine dal punto di vista temporale, dovranno rappresentare il banco di prova di questo processo.

In questa prospettiva, la strada tracciata dal Consiglio Nazionale, seppur condivisibile, appare persino eccessivamente cauta, rispetto ai tempi e ai passaggi politici necessari.

Vi è infine, in Lombardia, la necessità improrogabile di definire – confermando la piena fiducia al Segretario Regionale - uno stabile e coerente assetto di gestione del partito che sia in grado di dare efficiente coordinamento politico ed organizzativo nonchè piena rappresentatività a tutte le realtà significative (a partire dalla provincia di Milano), per superare in maniera costruttiva gli spiacevoli episodi che hanno caratterizzato e caratterizzano alcuni aspetti della vita interna del PRI lombardo.