La federazione dei laici/L'intervista del segretario nazionale Nucara ha aperto un dibattito

I repubblicani siano il motore di questa iniziativa

Sulla "Voce Repubblicana" di sabato 26 giugno abbiamo riprodotto un'intervista che il segretario nazionale del Partito Repubblicano, Francesco Nucara, ha rilasciato a "L'Opinione". L'intervista era a cura di Vittorio Pezzuto: in essa il segretario nazionale faceva un bilancio della tornata elettorale europea e di quella delle amministrative. Reputando conclusa l'esperienza con Vittorio Sgarbi, Nucara poneva la prospettiva di una alleanza fra laici: una federazione in grado di riunire repubblicani, liberali, socialisti e radicali. Una casa liberalsocialista nella quale, in ogni caso, ogni partito manterrebbe netta la propria identità. L'amico Carlo Visco Gilardi interviene oggi sul tema.

di Carlo Visco Gilardi

Ho letto con grande interesse l'intervista che il segretario Francesco Nucara ha rilasciato all'"Opinione" e ho condiviso fino in fondo la proposta di un percorso che porti ad una federazione in grado di riunire repubblicani, liberali socialisti e radicali.

Nello stesso giorno, e ancora pochi avevano letto l'intervista, si è svolta la Direzione Provinciale del Pri di Milano e molti di noi si sono espressi sull'argomento proponendo lo stesso percorso, che del resto è stato proposto ripetutamente anche dall'amico sen. Del Pennino. E' dunque palese che di fronte ad un risultato elettorale che ha segnato l'abbandono di Forza Italia da parte di vasti settori "liberali" e dalla consapevolezza che esiste un elettorato che sta cercando una risposta credibile e non frammentata alle sue istanze di riformismo liberaldemocratico, occorre che le suddette forze si attrezzino per una risposta positiva.

Da parte mia ritengo che l'occasione, offerta dall'evoluzione politica in atto, deve essere raccolta sollecitamente e con determinazione da parte dei repubblicani, che devono proporsi come il motore di questa iniziativa.

Mi permetto di fare qualche osservazione. In primo luogo credo che la simmetrica incapacità della sinistra di rappresentare un progetto riformista di tipo liberale, imponga di aprire una proposta a tutto campo, trasversale agli schieramenti attualmente costituiti.

Del resto sosteniamo da tempo che l'attuale improvvisato bipolarismo debba essere ridisegnato imperniando attorno al centro liberaldemocratico una forza capace di dare risposte riformiste e di governo alle esigenze del Paese.

Naturalmente ed a scanso di equivoci, occorre che siano ben chiari i paletti ed i riferimenti comuni a chi si impegnerà in questo progetto e cioè una visione di politica estera fermamente legata alla solidarietà atlantica e tesa a fare dell'Europa un unico ed effettivo soggetto politico, una visione coerente di impronta liberale in politica economica ed un forte impegno per le battaglie liberali su temi come la ricerca scientifica.

Un'altra osservazione riguarda i rapporti politici: anche se su molte cose, e tra queste molte battaglie laiche, abbiamo idee molto diverse dai cattolici, non possiamo non rilevare che intorno al tema della ricomposizione dei poli anche l'Udc ha interessi comuni. Non penso certamente ad altro che ad un rapporto di tipo politico, come in passato tutte le forze laiche hanno avuto con la Dc, ma sarà bene tenere presente che, se si vuole ridisegnare un sistema politico, prima o poi, al centro, bisognerà anche dialogare con loro, così come con le aree sinceramente liberal dei Ds e dall'altra parte i riformisti presenti in Forza Italia. Tornando al progetto illustrato da Nucara, condivido i passaggi, ma mi soffermo soprattutto sull'idea della Convention programmatica espressa da Del Pennino: sarà il passaggio fondamentale, perché senza di essa non ci saranno ulteriori sviluppi. Perché non fallisca occorrerà un grande sforzo per individuare il progetto politico comune e non le tante particolarità che ancora ci dividono.