Un contributo al Consiglio Nazionale del 9/10 luglio/Portare in primo piano i temi programmatici in vista delle alleanze

Necessario il confronto sui contenuti

Ho ascoltato il dibattito del Consiglio Nazionale tenutosi il 9/10 Luglio e desidero portare un mio contributo allo stesso. Una prima sensazione che ho avuto è quella di assistere ad interventi in cui i Consiglieri Nazionali parlano l'un contro l'altro, in modo pregiudiziale e sospettoso, in funzione della collocazione (centro-sinistra, centro-destra) che ritengono più idonea al partito. A mio parere si dovrebbe parlare di come il partito propone l'assunzione di interventi chiari sui problemi del Paese, in quanto agli elettori non interessano le beghe interne del partito. Il cittadino non comprende i motivi per cui gli amici di Riscossa polemizzano con gli amici della Maggioranza e viceversa. Cerca invece di capire quali proposte facciamo per governare le mutazioni economiche che abbiamo di fronte, come intervenire su uno Stato Sociale che comunque va riformato, come integrare gli immigrati lavoratori in Italia, la moderazione salariale e la riqualificazione del personale, l'orario di lavoro (l'allargamento dell'Unione europea rende ancora più evidente la differenza fra le ore lavorate in Italia e negli altri Paesi), ecc… . L'amico Medri ha tentato di portare il dibattito su queste problematiche, ma non ha avuto successo. Credo invece che sia importante discutere in tal senso.

Il costo del lavoro aumenta. Stiamo attraversando un periodo caratterizzato da una profonda sfasatura tra la velocità del progresso tecnologico – che distrugge posti di lavoro – e la capacità "nostra" di individuare nuovi prodotti in grado di recuperare i posti di lavoro distrutti. Il costo della vita aumenta. Le condizioni di vita dei disoccupati diventano più difficili, con l'aggravante che chi perde il posto rischia l'esclusione definitiva dal mercato del lavoro e quindi il sistema di protezione sociale diventa sempre più indispensabile. Credo che, nel momento in cui l'Europa riuscirà a darsi un governo economico, si raggiungerà un buon risultato anche per la salvaguardia dello Stato Sociale. Questo insieme di problemi è la causa principale di una crisi di fiducia che si ripercuote sui livelli istituzionali: sia nazionali che locali. Agli inizi di Gennaio, Moritz Kraemer della Standard §Poor's affermava "noi manteniamo per l'Italia la prospettiva negativa perché non vediamo miglioramenti strutturali nel debito pubblico, né misure convincenti di risanamento. Dopo tre finanziarie Berlusconi-Tremonti il modello si ripete: una tantum, condoni, ecc. …". Il governo di centro-sinistra, grazie alle capacità ed al metodo di C.A.Ciampi, era riuscito a risanare il bilancio e ad arginare il consistente debito pubblico. Il Governo di centro-destra, in un periodo di congiuntura internazionale sfavorevole, ha abbandonato la buona regola del confronto con le parti sociali ed in attesa di una consistente ripresa economica, che ancora non si vede, ha adottato provvedimenti tampone che a lungo termine non danno risultati. La manovra da 7,5mld. penalizza gli investimenti e lo sviluppo in particolar modo per le aree svantaggiate.

Per quanto riguarda il sistema elettorale, dobbiamo considerare che l'opinione pubblica, da alcuni anni, è abituata ad apprezzare i meccanismi istituzionali che le consentono di decidere direttamente chi deve governare, mentre considera meno: la ricchezza della discussione pubblica, l'apertura alla partecipazione, la forza degli strumenti di controllo a disposizione dei cittadini. In questo momento i partiti non esauriscono i modi per partecipare alla vita politica. A mio parere, gli elettori si riconoscono in nuove formazioni politiche non necessariamente schierate con uno dei due attuali schieramenti. Il problema sollevato dall'amico Guidazzi è attuale e da approfondire.

E' stato giusto respingere le dimissioni del Segretario e del Presidente. A mio parere, vista la decisione di un congresso straordinario, è necessario che il confronto non sia "articolato" sulle alleanze, bensì sui temi programmatici necessari per fare le alleanze. Non dimentichiamo l'insegnamento di La Malfa Ugo: confrontarsi sui contenuti piuttosto che sugli schieramenti.

Antonio Zoli-Pri Forlimpopoli