La Malfa su Bankitalia/Questo attacco tende ad introdurre gravissime distorsioni finanziarie

Piano preciso mirato verso un'istituzione chiave

"Sarei molto prudente in questa vicenda, in cui ci sono di mezzo interessi di tanti piccoli risparmiatori". Così Giorgio La Malfa ha esordito durante una conversazione pubblicata ieri su "il Riformista". "Perché a me pare, in sintesi, che sia in atto un duro attacco alla Banca d'Italia". E come il ministro La Malfa interpreterebbe questo attacco? "Gli interessi che Fazio contrasta non hanno avuto remore a scatenare una violentissima battaglia giudiziaria contro di lui. Gli stessi interessi - sottolinea - che non si rassegnano al fatto che le opa straniere sulle banche italiane sono fallite". Del resto, come ha ricordato in una intervista sul "Corriere della Sera", sempre di ieri, "non è la prima volta che la banca finisce sotto attacco, e non è la prima volta che, come al tempo di Sindona, ad attaccare sono quelli che Bankitalia ostacola nelle loro speculazioni". Secondo La Malfa, come si legge anche sul "Giornale", "le cose sono lineari. Su Antonveneta la Banca d'Italia ha autorizzato un'opa. Poi si è creata una controfferta da parte dei lodigiani. Bene, l'offerta di Abn si è chiusa con un bottino davvero magro del 2 per cento dei titoli della banca. Punto e basta. È fallita". Si tratta, per il presidente del Pri e ministro per le Politiche comunitarie, di un "piano preciso. Una volta persa la partita l'attacco si è spostato da Fiorani alla Banca d'Italia". "Dobbiamo difendere un'istituzione, una delle poche che continua a godere di reputazione internazionale - continua La Malfa - Non siamo i soli a capire come si stia cercando di riaprire per via giudiziaria una partita nella quale il mercato ha già dato la sua risposta. Il rischio è che si vinca una battaglia di questa importanza a tavolino".

A Mario Sensini del "Corriere", che nota come il ministro sia stato in passato critico con Fazio, La Malfa ricorda che "con la banca e il governatore ho avuto buoni rapporti e cattivi rapporti. Opinioni convergenti e divergenti, a seconda dei momenti e degli argomenti, ma le ho sempre espresse con grande chiarezza. Su questa vicenda credo che Fazio e la Banca meritino la mia difesa". E su Bruno Tabacci, che sostiene che La Malfa abbia fatto un'inversione a "u": "Lui sa che le mie critiche a Bankitalia riguardavano le carenze della vigilanza su Capitalia in relazione ai casi Cirio e Parmalat. Non sono io che ho cambiato opinione, è la Banca d'Italia che ha cambiato atteggiamento". Ferma restando, come dichiara ancora al "Corriere", la sua convinzione sul mandato al termine: "Ero e sono convinto che sia giusto. Appena torna un po' di tranquillità si deve fare". Ma, tornando al presente, cosa dovrebbe fare, ora, Fazio? E' una delle domande che leggiamo sul "Riformista". "Nulla, proprio nulla, cosa vuole che faccia? - risponde la Malfa - Bisogna aspettare che le vicende si concludano. E io ribadisco che nel frattempo, nei commenti a questa vicenda dobbiamo essere tutti molto cauti". Al "Giornale" dichiara di avere massima fiducia nell'operato dei magistrati. "Mi chiedo dunque come sia possibile - prosegue - bloccare una fetta così importante del capitale dell'Antonveneta oggi in mano alla Popolare Italiana solo sulla base di un'indagine in fase istruttoria. È bene ricordare che per il momento non vi è nessuna decisione, tanto meno finale. Nel frattempo i diritti di proprietà vengono congelati e sterilizzati, con effetti certamente non benefici per il mercato e la gestione della società". E quale atteggiamento, in questa vicenda, spetta al governo? Sempre al "Giornale" La Malfa spiega che esso deve "stare fuori, come ha fatto in queste settimane, da questa contesa. Limitarsi a difendere con tutti i mezzi un'Istituzione sana come Banca d'Italia". Poiché, come dichiara al giornale di via Solferino, "i valori in ballo sono molto grandi. La Popolare Italiana e l'Antonveneta hanno centinaia di sportelli e migliaia di correntisti. Ed è in corso una battaglia senza esclusione di colpi".