Lettera di La Malfa al "Sole 24 Ore"/Il mercato e il ruolo degli investitori nazionali Contesa sulle banche: il governo è stato neutrale La seguente lettera del presidente del Pri e ministro delle Politiche comunitarie è stata pubblicata sul "Sole 24 Ore" di sabato 23 luglio 2005. di Giorgio La Malfa Caro direttore, in un articolo di Franco Locatelli, "E La Malfa tornò a difendere il Governatore", pubblicato sul Sole 24 Ore del 20 luglio, mi si dà atto di aver sviluppato "un'intensa offensiva diplomatica a Bruxelles" per migliorare i rapporti tra i commissari al mercato interno e alla concorrenza da una parte, e la Banca d'Italia dall'altra. Al momento della mia nomina a ministro per le Politiche comunitarie, quei rapporti erano a un punto molto basso. Nel senso, almeno, che erano affidati quasi esclusivamente a dichiarazioni pubbliche da parte della Commissione di tono spesso polemico – altrettanto spesso amplificato dai media. Incontrando per la prima volta i due commissari al Mercato interno e alla Concorrenza, McCreevy e Kroes, li ho informati che avevo insistito presso la Banca d'Italia perché essa fornisse tempestivamente tutti i chiarimenti richiesti da Bruxelles in merito a rilevanti operazioni di acquisizione bancaria nelle quali erano impegnate due banche europee. A sua volta il governatore Fazio mi aveva assicurato circa la piena disponibilità della Banca a fornire i chiarimenti richiesti. Nelle scorse settimane, vi sono stati degli scambi di lettere fra i commissari e la Banca d'Italia e mi ha fatto piacere che il commissario Kroes - come ha riferito il suo stesso giornale – abbia definito "incoraggiante" l'ultima lettera ricevuta da via Nazionale. Nel prendere atto di un riconoscimento del Sole 24 Ore che mi ha fatto francamente piacere, osservo che lo stesso articolo mi mette tra le fila di un partito cui non appartengo: il partito che difenderebbe l'italianità delle banche contro la centralità del mercato. Non ho mai detto o scritto una sola parola che giustifichi attribuirmi questa posizione. Al contrario, in un articolo pubblicato dal "Financial Times" il 2 giugno scorso, ho scritto che il Governo Italiano è contrario "a qualunque barriera, incluse quelle nascoste, al commercio e alla libera circolazione di capitali e lavoro" e che "sostiene la creazione di un mercato finanziario forte e competitivo in Europa". Sono, come ho scritto, senza riserve per il mercato europeo e le sue regole – comprese quelle che riguardano fusioni e acquisizioni nel settore bancario. Nel caso specifico delle offerte d'acquisto di Abn Amro e Bbva verso, rispettivamente, AntonVeneta e Bnl, il mio giudizio è che sia la Consob che la Banca d'Italia abbiano applicato quelle regole, le regole del mercato europeo. E le abbiano fatto con competenza e imparzialità. Se, però, nel pieno rispetto delle regole, investitori italiani entrano in campo e contendono il controllo di banche italiane o straniere, non vedo perché dovrei dolermene. Al contrario me ne rallegro, come un segno di vitalità dell'economia del nostro Paese. Francamente non capisco perché questa semplice constatazione, del tutto ovvia in altri Paesi europei, debba mettermi in un partito che avversa "la centralità del mercato". Né capisco perché, se vince una cordata è una grande vittoria del mercato, se a vincere è un'altra saremmo di fronte a una sconfitta del mercato. Sempre di affari si tratta. E mi dà fastidio che qualcuno si avvolga nel manto del mercato per coprire i propri interessi. Il Governo si è mantenuto neutrale, come è giusto, nella contesa sulle due banche italiane. È chiaro però che la vera prova della centralità del mercato è la capacità di crescere e generare profitti. Ed è a questa prova che aspettiamo chiunque vinca, alla fine, la battaglia per il controllo di AntonVeneta e Bnl. |