Intervista a Mingozzi/Quali le priorità della città di Ravenna Vicesindaco sotto il segno dell'Edera "La Voce" ha intervistato Giannantonio Mingozzi, vicesindaco di Ravenna, consigliere nazionale dell'Edera. Come considera l'esperienza amministrativa di questi anni come vicesindaco di Ravenna? Un punto fermo degli amministratori repubblicani romagnoli è sempre stato quello di voler rappresentare qualcosa in più dei soli iscritti al partito, nell'impegno istituzionale che si ricopre: prima di tutto perché i conflitti, i problemi dei servizi, le risorse a disposizione propongono una versione più complicata dell'amministrare oggi le comunità rispetto a ieri, quando i partiti magari ti "coprivano" e ti difendevano. Oggi noi siamo senza rete, in un rapporto più diretto con l'opinione pubblica, sapendo che un errore dell'amministratore repubblicano si riverbera anche contro il partito perché le occasioni per caratterizzare l'Edera non sono tante, e vieni giudicato sempre più nella capacità di risolvere i problemi, e meno dal punto di vista della ideologia che rappresenti. Considerato che in questi anni il nostro partito non ha vissuto momenti tranquilli, penso di aver realizzato una buona esperienza assieme agli altri amministratori del Pri di Comune e Provincia, e ai dirigenti e organismi del Partito. Voglio solo aggiungere che come vicesindaco di una giunta di centrosinistra mi sono candidato alle recenti europee con Sgarbi: se non vado errato sono stato il repubblicano più votato di tutta la lista del nord-est, un risultato difficilmente raggiungibile se non si presentano anche bilanci positivi come amministratore e come repubblicano. Non trova problematici i rapporti con il governo centrale, dove il Pri è rappresentato dal presidente La Malfa e dal segretario Nucara? Inutile ribadire che abbiamo idee diverse sulla collocazione nazionale del partito, ma non mi sono mai augurato per nessun repubblicano, in periferia come ai massimi livelli di governo, insuccessi o cattive figure; e non lo faccio oggi, pur sapendo che non avrei mai voluto vedere il Pri in un governo di centrodestra, perché tanta parte dei problemi che affrontano La Malfa e Nucara caratterizzano l'idea repubblicana, che fatica a farsi rispettare, sia in un governo di centrodestra e talvolta anche in una coalizione di centrosinistra; per questo riconfermo che ogni contrasto anche enorme, come quello della scelta delle alleanze di governo, non può mettere a repentaglio l'esistenza del Pri Semmai dobbiamo avere la capacità di confrontarci più spesso con le problematiche che si affrontano al governo o nelle alleanze locali. Spesso a Ravenna Francesco Nucara ha affrontato con noi e con il sindaco i problemi del porto o delle infrastrutture, come continuerà a fare senza risparmiarsi, perché discute con i ravennati. E altrettanto mi auguro si possa fare con Giorgio La Malfa per gli obbiettivi europei che si pone Ravenna, con la propria economia e la propria università. Secondo la sua esperienza, gli organi locali del Pri hanno badato più ai rapporti con la coalizione del centrosinistra, o si sono mossi avendo come obiettivo principale gli interessi dei cittadini? L'una cosa non esclude l'altra, anche se la scelta del centrosinistra a Ravenna è stata per i repubblicani una scelta politica, assunta dalla stragrande maggioranza degli iscritti; il programma amministrativo che abbiamo sottoscritto si confronta con vecchie e nuove emergenze, e alcune problematiche non sono state semplici da sottoscrivere dai nostri alleati del centrosinistra, ma quando le abbiamo poste non abbiamo derogato in nulla, dalla grande viabilità, agli investimenti, alle aree produttive, allo scalo portuale, alla riconversione di tante aree dismesse, alla emergenza anziani, all'aumento della popolazione e all'occupazione dei giovani laureati, ai problemi degli immigrati con i contrasti esistenti sul voto nei quartieri. Condizioni di un buon lavoro che si è fatto in una coalizione di centrosinistra e che a Ravenna non avrebbe trovato le stesse condizioni in un'altra coalizione o con altre scelte del Pri. Per questo possiamo affrontare la prossima campagna elettorale con un bagaglio di risultati di cui Ravenna e il Pri possono andare fieri. Il segretario nazionale dell'Edera è solito dire che i problemi dei cittadini non hanno colore. E' così anche per voi? In diverse occasioni ho avuto contrasti anche con sezioni e amici repubblicani, perché la soluzione di particolari problematiche non coincideva con i loro desideri e le loro istanze; è in quei momenti che deve prevalere l'interesse generale, anche a discapito del mondo nel quale si è sempre vissuto. Sono d'accordo con il segretario nazionale, ma mi permetto di dire che spesso è la soluzione dei problemi ad assumere un colore imposto da una coalizione, e l'identità del nostro partito non ci consente di accettare troppe mediazioni. Per questo ribadisco ancora che è fondamentale mantenere il partito nazionalmente, nella sua identità ed autonomia, rispetto a chi propone allettanti partiti unici. Recentemente l'amico Mazzotti ha criticato il centrosinistra, che governa Provincia e Comune, per l'atteggiamento tenuto sulla politica estera (vedi attentato di Londra) e anche per problemi programmatici locali. Lei è d'accordo? Sono sempre d'accordo con Mazzotti soprattutto quando chiede al centrosinistra di essere coerente in politica estera con i valori atlantisti propugnati dai repubblicani; in questo caso in Comune abbiamo raggiunto un accordo con un dibattito francamente più costruttivo che non in Provincia, dove Mazzotti ha fatto bene a ribadire la propria posizione. In termini programmatici ci sono dei momenti nei quali occorre farsi rispettare, proprio per dare più forza alla coalizione, e un partito piccolo come il nostro che ha consensi di opinione pubblica superiori agli stessi voti, deve avere il coraggio di contestare pubblicamente le difficoltà che incontra per rispettare gli impegni programmatici. Questo serve anche affinché tutta la coalizione mantenga gli impegni di governo, perciò a Ravenna il centrosinistra vuole dire anche Pri. L'opposizione all'interno del Comune di Ravenna. Ci descriva quali sono i rapporti. Modesti, anche per la mancanza di interlocutori che affrontino i problemi amministrativi per quello che valgono, non solo strumentalmente o per un po' di propaganda. In breve, una sintesi dei principali problemi che caratterizzano Provincia e Comune. In questi giorni partecipo alle riunioni e agli incontri con i dipendenti di un'azienda chimica, EVC, che rischia di licenziare la metà dei 150 addetti; chiederò anche l'impegno dei nostri esponenti di governo affinché i repubblicani a Roma come a Ravenna sappiano impegnarsi per i destini della nostra economia, e questo vale anche per l'E55 e per i fondali del porto. In un grande convegno che terremo a settembre, ricorderemo l'idea mazziniana dell'essere amministratori tra la gente, senza dogmi e senza vangeli. Anche questo è un modo per rendere utile oggi l'idea mazziniana. Mi fa piacere che i rapporti tra il Pri ravennate e la segreteria nazionale stiano migliorando, nel rispetto dei deliberati e degli organismi eletti nei recenti congressi. Costituiamo la minoranza del Pri nazionale, ma nelle amministrazioni di centrosinistra non abbiamo mai rinunciato a quei valori e a quelle condizioni di credibilità e di autorevolezza che ci riportano alla piena tradizione dell'essere partito per la gente. E sarà così anche domani. |