La Malfa a Radio Radicale: follia la formazione del presente governo/"Si sono imbarcati in questa avventura. Due mesi dopo hanno scoperto che non potevano farcela"

I più preoccupati? Sono i deputati del centrosinistra

E' stata una follia procedere alla formazione di questo Governo. Lo ha detto l'onorevole Giorgio La Malfa, intervistato da Alessio Falconio di Radio Radicale lo scorso 20 luglio.

Onorevole La Malfa, lei ieri è stato uno dei protagonisti del dibattito sulle missioni italiane nel quale abbiamo visto alcuni colpi di scena come le dimissioni di un parlamentare di Rifondazione comunista, e dei voti in dissenso. Ma alla fine Prodi ha detto di essere soddisfatto. Se lei fosse stato nei panni di Prodi sarebbe stato soddisfatto oppure sarebbe preoccupato soprattutto in vista del passaggio del provvedimento al Senato e della tenuta della maggioranza?

"Visto l'esito delle ultime elezioni politiche, a me sembrò una follia che il centrosinistra procedesse alla formazione di questa maggioranza e di questo Governo. Ebbi modo di dirlo in quei giorni. I numeri parlamentari e anche i numeri del Paese hanno detto chiaramente che il centrodestra ha avuto più consensi del centrosinistra, e in una delle due Camere si è verificato il pareggio… Questa situazione imponeva, vista anche la diversità delle posizioni nell'attuale maggioranza, l'immediata ricerca di una soluzione diversa. Prodi non ha voluto prendere in considerazione questa ipotesi perché ciò avrebbe significato anche una leadership diversa dell'esecutivo. Il Presidente del Consiglio ha detto che vuole andare avanti, ma questa situazione si è dimostrata impossibile. Quando l'altro giorno il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta ha detto che non possiamo andare avanti così, la mia reazione è stata di dire: ‘perché vi siete imbarcati in questa avventura, per scoprire dopo due mesi che non potevate farcela?'.

Questo significa che un eventuale processo di formazione di un nuovo Governo non potrà vedere più Prodi come capo dell'esecutivo?

"A me sembra così. Torniamo alla questione che lei ha sollevato con la sua prima domanda. Nel corso del dibattito sull'Afghanistan l'onorevole Massimo D'Alema ha detto: ‘Quando ci avete votato, voi italiani sapevate che avevamo al nostro interno posizioni diverse. Adesso noi stiamo governando con queste posizioni diverse'. E la parola magica del ministro degli Esteri è stata: ‘Abbiamo fatto una sintesi'. Il problema è chiedersi se sia sintetizzabile una posizione tra chi ritiene che non si debba essere solo in Iraq, ma anche in Afghanistan. Mi domando anche se sia sintetizzabile una posizione che sul Dpef ha visto esponenti di Rifondazione comunista, in Commissione Bilancio, dire che essi non condividono affatto l'impianto del Documento presentato dal loro Governo. Credo che sulla politica estera e sulla politica economica non siamo di fronte ad una maggioranza. Anzi, la realtà è quella di una maggioranza alla quale non corrisponde una linea politica, ma due linee. Le grandi questioni morali, le grandi questioni di politica estera non hanno una maggioranza politica. Non credo che da questa situazione possa scaturire un buon governo. Questo è un interrogativo che mi pongo. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane. Non bisognava entrarci. Così rispondo io. E' chiaro che oggi è molto più difficile uscire da una situazione di questo genere. Ma come si fa ad uscire da una maggioranza di questo genere, se uno dei Presidenti dei due rami del Parlamento è espressione di una componente che esce dalla maggioranza? Oggi c'è veramente il rischio che per uscire dalla crisi di Governo si debba andare subito alle elezioni, che certo non fanno bene al Paese. E che per non andare alle elezioni si rimanga legati ad una situazione di Governo che non funziona e non fa bene affatto al Paese".

Ritiene che il termine "Grosse Koalition" non debba essere pronunciata tanto facilmente?

"Questa era la soluzione che si doveva applicare subito. E' quello che hanno fatto i tedeschi constatando lo stallo. In Germania è accaduto che la socialdemocrazia e i democristiani hanno preso gli stessi voti. Ma la socialdemocrazia ha evitato di formare una coalizione con i Verdi e con gli ex comunisti della Ddr formando il Governo con i democristiani tedeschi. Non so se sia possibile farlo in Italia. Ma so che questa soluzione che è stata scelta non porterà una risposta a quelli che sono i problemi del Paese. Io vedo tutti i giorni i colleghi del centrosinistra e leggo nei loro occhi la loro preoccupazione. Anche il ministro del Tesoro ha la consapevolezza di non avere alle spalle una maggioranza per le cose che egli ritiene inevitabili. Padoa Schioppa deve forzare la mano a Rifondazione comunista. Prodi sarà in grado di forzare la mano a Rifondazione comunista con la minaccia di un ritorno di Silvio Berlusconi?".

Ma anche il centrodestra ha dei problemi, visto che la leadership di Berlusconi, pur non uscita indebolita dal voto, non si può proporre anche in un prossimo futuro. E' vero anche che manca una leadership alternativa a Prodi e Berlusconi.

"Ricordo che all'indomani delle elezioni Berlusconi ha fatto la mossa di fornire una soluzione dei problemi politici che si erano creati dopo il voto del 10 aprile. Ciò dimostra che Berlusconi ha davvero senso politico. Berlusconi ha fatto questa mossa. Non ha reagito negativamente e quindi questa non è una situazione che ha determinato".