"Corriere della Sera" 17 maggio 2004

L'intervista/Il leader Pri: la situazione peggiora? Bisogna tener duro

La Malfa: il premier dica a Bush che Rumsfeld deve dimettersi

Chiedere formalmente a Bush le dimissioni di Donald Rumsfeld, come pretende l'opposizione, non è possibile, perché "il destino del ministro della Difesa americano deve essere deciso dagli americani, non può essere il leader di un altro Paese ad avanzare un richiesta simile". Però, secondo il leader del Pri Giorgio La Malfa, Silvio Berlusconi nel suo incontro con il presidente degli Stati Uniti, mercoledì prossimo a Washington, un discorso "chiaro ed esplicito" all'alleato può farlo, da leader di "un governo amico che continua a sostenere un grande sforzo in Iraq, che si è comportato in modo ben diverso dalla Spagna e che crede giusto e possibile impegnarsi per la trasformazione di regimi autoritari in democratici in Medio Oriente".

Cosa dovrebbe dire Berlusconi a Bush?

"Che per l'esito della missione in Iraq, per la credibilità di un'operazione del genere, è indispensabile che Rumsfeld si dimetta dal suo incarico".

Non sembra che Bush abbia intenzione di cacciare il suo segretario alla Difesa.

"Ma non farlo sarebbe un errore gravissimo. E questo perché i terribili episodi delle torture mettono in crisi molto profonda quella che è stata una delle principali motivazioni dell'intervento, tanto importante quanto la necessità di verificare se esistessero potenziali armi di distruzione di massa: l'idea, il sogno, la volontà di trasformare i regimi arabi in democrazie. Un esercito che vuol esportare la democrazia non tortura, non usa metodi da dittatura. Se l'America non si libera di questa macchia, quella in Iraq rischia di apparire una guerra coloniale"

Bush ha detto che i colpevoli saranno puniti, ma che si trattava solo di poche mele marce…

"Può darsi, ma anche solo il dubbio che questi militari si muovessero per qualche direttiva precisa impone a Rumsfeld, che si è assunto la responsabilità politica di quanto è accaduto, di andarsene".

Per il centrosinistra queste sono buone ragioni per chiedere il ritiro immediato, a meno che avvenga la tanto invocata svolta e il passaggio delle responsabilità all'Onu.

"Nel centrosinistra regna una confusione indesiderabile e intollerabile visto che si sta discutendo di cose molto serie. Si cambiano posizioni continuamente e non si sa bene cosa si vuole: chiedere "più Onu" non significa chiedere che l'America non se ne vada: le Nazioni unite hanno bisogno di sicurezza e per prendere in mano la situazione, e questa possono assicurarla solo gli eserciti delle potenze occidentali, degli Usa in prima fila".

La situazione sul terreno sta però peggiorando di ora in ora, a Nassiriya si combatte furiosamente, ci sono feriti tra i militari italiani. Questo può portare a ripensare la nostra presenza in Iraq?

"Tutto questo deve piuttosto farci tenere duro. Ho visto in tivù una intervista al nostro generale Chiarini, mi ha positivamente impressionato il mix di preoccupazione e di equilibrio nelle sue parole. Beh, proprio la gravità della situazione impone a tutti noi italiani di sostenere al massimo il nostro esercito, e di mantenere compatto il fronte interno".

P. D. C.