Consiglio agli italiani: servitevi degli autobus

Da qualche settimana a questa parte, una preoccupazione in più si è aggiunta a quelle che già da tempo affliggono gli italiani. L'instabilità internazionale, gli attentati agli oleodotti e il rifiuto da parte dei Paesi Opec di aumentare la produzione di petrolio hanno fatto schizzare il prezzo del greggio ai massimi storici, il che ha provocato una repentina impennata del costo dei carburanti. Al momento di scrivere, e nella speranza che non vi siano nel frattempo ulteriori aumenti, il prezzo di un litro del prezioso carburante è arrivato a 1,150 euro. Esasperate, le associazioni dei consumatori stanno chiedendo a gran voce al Governo di operare uno sconto fiscale riducendo le varie imposte che gravano sul costo finale della benzina, magari eliminando le molte accise attualmente praticate. Senza contare poi il fatto che l'Iva applicata al prezzo finale viene calcolata dopo il computo delle altre imposte, divenendo così a tutti gli effetti una tassa sulle tasse.

Non bastano però gli improvvisi interventi fiscali che si sono già visti in passato né i complessi meccanismi di compensazione dei prezzi attualmente allo studio, facilmente annullabili da ulteriori incrementi del prezzo del greggio. Tanto per cambiare, gli interventi devono essere di natura strutturale per avere degli effetti duraturi.

Nel breve periodo si potrebbe cominciare attuando politiche antitrust nei confronti di quello che è il vero e proprio cartello delle compagnie petrolifere, prontissime ad aumentare il prezzo ma molto meno solerti a ridurlo in caso di discesa delle quotazioni. Un altro problema da risolvere è rappresentato dal riassetto della rete commerciale, una delle più costose d'Europa, vista la proliferazione dei mini-distributori da una o due pompe che affollano i nostri marciapiedi e che devono essere regolarmente riforniti.

Infine, e qui si passa ad un piano più strategico, si potrebbero incoraggiare i progetti tesi alla realizzazione di nuove tecnologie di propulsione capaci di fornire le stesse prestazioni a fronte di un minore consumo di carburante (con ovvie ripercussioni positive sull'ambiente), come i motori ibridi benzina-elettricità. Anche in questo caso, insomma, rispondere ad un problema serio in maniera affrettata e provvisoria riuscirà solo ad aggravare la situazione. Nell'attesa, ai cittadini non resta che difendersi nell'unico modo possibile: prendere l'autobus.

Riccardo Masini, Fgr Roma