Potenza, 1 maggio 2004, Conservatorio Gesualdo da Venosa Intervento del sottosegretario all'Ambiente Francesco Nucara durante la cerimonia di premiazione delle "Stelle al merito del lavoro" Signor Prefetto, Signori Consoli, Signori Sindaci, Signor Presidente del Consiglio Regionale, Autorità, è un grande piacere per me essere a Potenza, città dove ho iniziato un importante percorso professionale e città che mi ricorda Decio Scardaccione amico di tante battaglie a favore del Mezzogiorno, ed in questa prestigiosa sede per rendere un sentito grazie a tutti coloro che si sono distinti per alti meriti professionali e umani rinunciando anche alla vita sul lavoro, e lasciando vuoti incolmabili nelle famiglie e nella società. Quindi un saluto vero e sincero ai nuovi maestri del lavoro della Basilicata e le espressioni della più viva gratitudine ed il compiacimento del nostro Governo per essersi distinti nell'attività lavorativa, dimostrando attaccamento all'azienda e al proprio lavoro. Ogni anno, il primo maggio, in occasione della festa dei lavoratori, ovunque in Italia si svolge la cerimonia per la consegna delle stelle al merito del lavoro, titolo di benemerenza, istituito nel lontano 1923, e conferito, su proposta del Ministro del Lavoro. Anche il Capo dello Stato nel Palazzo del Quirinale, in questo momento, sta conferendo il titolo di Maestro del Lavoro ad altri cittadini meritevoli. Le stelle al merito del lavoro, delle quali da oggi vi fregerete, onorano voi ed idealmente tutti coloro che, con il loro lavoro, hanno fatto grande l'Italia. Del resto non si può sottacere lo spirito di abnegazione al lavoro degli italiani, in particolare, di quei lavoratori che ogni giorno sulla strada, in condizioni di estremo pericolo e sul lavoro rischiano la propria vita. E voglio ricordare come anche le forze dell'ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia) e l'Esercito contribuiscono con il loro duro lavoro alla tutela della nostra sicurezza. I loro componenti sono anch'essi lavoratori che non conoscono festività. Questo dovrebbero ricordarlo le Associazioni sindacali anche perché le forze dell'ordine non scioperano. Il mio pensiero, come del resto quello di ogni italiano, si volge in questo momento all'angoscia delle famiglie degli ostaggi catturati in Iraq durante il loro servizio di vigilanza, quindi sul lavoro. Quanti Maestri del Lavoro vi sono stati e vi sono in Italia, conosciuti e non, che tengono alto il nome degli Italiani nel mondo? Ed è giusto ricordare come anche la ricchezza del Settentrione è dovuta agli emigranti meridionali. Corrado Gini nelle sue lezioni all'Università di Roma ricordava spesso a noi studenti che la gran parte della ricchezza degli Stati Uniti d'America era dovuta alle emigrazioni europee verso il Nord America tra la fine dell'800 e gli inizi del ‘900. Persone umili ed eroi di un duro lavoro quotidiano instancabili e pervicaci nel ripetere gli stessi gesti, le stesse attenzioni, tutto questo con tanta passione, con tanta voglia di fare bene il proprio dovere, che li rende esemplari per tutti noi. Spesso e volentieri si avverte, non a torto, un certo disagio che colpisce indifferentemente giovani e adulti minando di più le giovani promesse quali strategiche fondamenta della società. Giovani che non credono più nel lavoro. Spesso il lavoro manca, spesso il sogno di tutta una vita si frantuma, perché non si riesce a dare un senso alla propria vita. Un benessere non conquistato che non riesce a dare più gusto alla vita. Eppure a ben pensare, vi sono modelli che il tempo non può sbiadire semmai rinverdire. Italiani emigranti che hanno esportato le loro attitudini all'estero. Italiani che non riescono a diventare imprenditori in Italia. Genitori che con magri stipendi e tanti sacrifici hanno forgiato adulti a beneficio generazionale. Con poche parole spero di aver stimolato una riflessione sull'inesauribile giacimento di risorse naturali, umane e professionali di cui l'Italia dispone. Un'Italia spesso incapace di valorizzarsi, pensiamo agli inglesi che amano l'Italia più del loro paese e noi detentori di un patrimonio di cultura, di arte, di talenti, di idee, di uomini e donne non riusciamo ad accorgerci di quanta bellezza pulsa nelle nostre radici. Tutto questo per dire che il lavoro è essenziale, ma la chiave di volta è il dovere, la passione, l'entusiasmo nel lavoro, lo studio, l'applicazione, la creatività, il costruire e ricostruire il quotidiano, il valorizzare le proprie risorse, conoscere il proprio campo di lavoro o ambiente per qualificarlo e gestirlo in modo ottimale. La stella a cinque punte che sono onorato di conferire ai tredici cittadini qui presenti rappresenta un'occasione di riconoscimento formale da parte dello Stato italiano per dire grazie alla laboriosità e perizia dimostrate da questi uomini e queste donne nei vari ambiti applicativi, ma soprattutto il mio grazie va a tutti coloro che ogni giorno, come il primo giorno, danno un alto significato al lavoro come rispetto di sé e degli altri per una società migliore. |