La Provincia: storia, territorio e nuovi compiti/Dopo le leggi di riforma Un'istituzione rinnovata che può servire al Paese di Pino Vita La campagna per le elezioni provinciali è in pieno svolgimento, ma la maggioranza dei cittadini, mentre conosce, sia pure approssimativamente, le funzioni e i compiti dei Comuni e dei sindaci ignora quelli delle Province e dei suoi presidenti. Eppure, partendo dalla legge 142/90 che realizzò la prima riforma dell'ordinamento degli enti locali, una serie di norme successive ha fissato anche i compiti della Provincia, sino ad arrivare al Testo Unico delle leggi contenute nel Dls 267/2000 che rappresenta un corpo organico di norme che regolano la vita dei Comuni e delle Province. In precedenza la legge n.81 del 25.3.93 aveva fissato le nuove modalità per l'elezione diretta del sindaco e del presidente della Provincia e degli altri organi, una riforma che innovò in maniera profonda il sistema elettorale e i metodi di selezione della classe politica. A seguire, una serie di leggi statali e regionali hanno assegnato alla Provincia nuove importantissime funzioni in materia di governo del territorio e di programmazione dei servizi fondamentali, quali la gestione del servizio idrico, la progettazione della rete dei trasporti e l'integrazione tra le diverse modalità di trasporto, l'assetto del territorio e la realizzazione delle infrastrutture di interesse sovracomunale. Spettano, inoltre, alla Provincia, la manutenzione delle strade e degli edifici scolastici e la programmazione della rete scolastica ed alcuni compiti relativi alla programmazione delle attività economiche di area vasta. Si tratta, in sostanza, di funzioni di programmazione, di organizzazione e di coordinamento che, anche se non hanno un rapporto diretto con i cittadini, hanno grande incidenza per la soluzione dei loro problemi. Alla fine degli anni Sessanta, il Pri, con Ugo La Malfa, aveva chiesto, in vista dell'attuazione dell'ordinamento regionale, l'abolizione della Provincia come livello istituzionale intermedio, ma la proposta non fu accolta e l'istituzione di nuove Province diventò una costante della vita italiana che portò alla loro proliferazione (unico esempio negativo delle democrazie occidentali). Ai tempi di Giolitti le Province, anche se con funzioni diverse, erano 69, mentre oggi in Italia se ne contano 106 (tre delle quali sono "autonome": Aosta, Trento e Bolzano). Dal 2005 è prevista , dopo il recente varo di Monza e di Barletta-Andria-Trani che comunque dovranno aspettare il 2009 per eleggere i loro organi, l'istituzione di altre 4 province, tutte in Sardegna: Olbia-Tempio, Ogliastra, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano. Inoltre, sotto forma di disegni di legge presentati in Parlamento - ci sono almeno altre 30 comunità locali - che chiedono, anche in vista degli effetti economici sperati, di costituirsi in Provincia. Tra quelle esistenti Trieste è la più piccola. Torino invece la più grande e Sassari la più estesa. La provincia giuliana conta appena 6 comuni e si sviluppa su 21.182 ettari. Torino raggruppa qualcosa come 315 comuni. Sassari invece ha il territorio più grande con 751.993 ettari. Le province maggiormente popolate sono quelle di Milano (3.705.323 abitanti), Roma (3.704.396), Napoli (3.060.124) e Torino (2.165.299). Solo in queste province la popolazione supera i 2 milioni di abitanti mentre in 14 province la popolazione non raggiunge la soglia del 200.000 abitanti che, in base al decreto legislativo 267 del 2000, è stato il limite per la costituzione delle nuove province di Lodi, Massa-Carrara, Biella, Enna, Sondrio, Vercelli, Crotone, Vibo Valentia, Verbano-Cusio-Ossola, Oristano, Rieti, Gorizia, Aosta, Isernia. L'istituzione "Provincia" e' stata disegnata la prima volta nell'ottobre 1859, con la legge Rattazzi-La Marmora. Fu il regio decreto n. 3702 del 23 ottobre (la cosiddetta Legge Rattazzi) a predisporre nuove circoscrizioni amministrative. Il Regno venne diviso in Province, Circondari, Mandamenti e Comuni, e si emanò un nuovo ordinamento dell'amministrazione comunale e provinciale. In ogni Provincia vi era un governatore in rappresentanza del potere esecutivo, con compiti di soprintendenza alla sicurezza pubblica, dipendente dal ministero dell'Interno; un vice governatore ed un Consiglio di Governo, composto da un massimo di 5 consiglieri. In ogni Circondario vi era un intendente agli ordini del governatore. Oggi, la Provincia, dopo la riforma del Titolo quinto della Costituzione e l'approvazione della parificazione delle istituzioni territoriali della Repubblica, ha assunto nuova dignità costituzionale per come stabilito dall'articolo 114 della Costituzione, che recita : "La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dalla Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane sono enti autonomi con propri statuti e poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione". Sabato 12 e domenica 13 giugno i 30 milioni e mezzo di elettori delle 63 Province saranno chiamati a scegliere i rappresentanti elettivi che dovranno svolgere i nuovi compiti istituzionali. Ci auguriamo che dal voto escano premiati i candidati delle numerose liste che il Pri ha presentato in molte delle Province interessate al voto. |