Regione Calabria: il Pri sul programma della Giunta/Guasti e ritardi sono il frutto di responsabilità politiche comuni Vanno superate le logiche corporative La premessa con cui il nuovo presidente della regione Agazio Loiero ha accompagnato, in consiglio regionale, le 56 cartelle del suo programma rappresenta il filo conduttore della futura attività di governo della nuova maggioranza e pertanto merita una riflessione particolare da parte di un partito, il Pri, che vuole esercitare un ruolo di opposizione chiara, ma non pregiudiziale, basata sulla valutazione dei problemi e sul perseguimento, da opposte posizioni di schieramento, della difesa dell'interesse generale della Calabria. Il primo punto su cui voglio soffermarmi è la sottolineatura di Loiero del "disperato bisogno di ordinarietà" che incombe sulla nostra Regione. Questa ordinarietà non è altro, a mio avviso, che l'individuazione dell'impellente necessità di avviare un processo di riorganizzazione amministrativa e funzionale dell'ente regione, sulla quale articolare una nuova fase di sviluppo della Calabria. Intendimento lodevole e pienamente condivisibile, ma che per produrre effetti reali deve superare non solo i guasti dell'ultima gestione( disastrosa) ma anche i ritardi e le contraddizioni accumulati nei primi trentacinque anni dell'esperienza regionale. Alla regione Calabria, infatti, sono state sperimentate tutte le formule politiche possibili e gli stessi partiti "storici" hanno contribuito, in particolar modo nella fase dell'impianto dell'ente, all'instaurazione di un criterio di "discrezionalità politica" che, limitando il merito e le competenze, ha prodotto molti degli attuali guasti. I partiti, hanno finito per pagare queste colpe con la conseguente perdita di credibilità nell'opinione pubblica, dalla quale è scaturito quel processo di transizione del sistema politico non ancora pienamente concluso. Dopo l'approvazione del sistema elettorale maggioritario(95), sia le nuove forze di maggioranza (centrodestra delle quali Loiero faceva parte) che quelle di opposizione (centrosinistra) hanno avuto, in periodi diversi, analoghe responsabilità di guidare la regione e tutte hanno contribuito, a rendere "straordinario" il sistema amministrativo regionale, continuando a produrre nuove anomalie e a subirne le conseguenze delle precedenti. Da queste colpe non sono state esenti le forze sindacali e le organizzazioni di categoria che pretendono, ora, di dettare le norme per risanare, come se nulla fosse successo e senza alcuna autocritica, situazioni che hanno contribuito pesantemente non solo a creare ma a consolidare. E' necessaria, pertanto, non una "spolverata d'abito" - come giustamente dice Loiero- ma una forte discontinuità con il passato, senza la quale nessun progetto politico di rinnovamento e di rilancio è realizzabile. La domanda che mi pongo è se una maggioranza composita, che fa del raccordo con i sindacati la base preliminare della sua attività (non è stato soltanto un fatto simbolico se il neo presidente ha scelto di incontrarli assieme alla Giunta all'inizio dell'attività do governo), avrà la forza e la volontà di rompere le posizioni di rendita e le nicchie che anni di attività, basata molto sulla discrezionalità politica e poco sul merito, si sono create e consolidate alla regione Calabria. Loiero ritiene, inoltre, che si debba aprire un rapporto più franco e aperto con l'opposizione, per cui, nella mia qualità di segretario di un partito di minoranza e di frontiera qual è il Pri, voglio dare una risposta chiara e netta. Credo che le forze sociali, alle quali il neo presidente sembra assegnare tanto credito, non saranno capaci di rifiutare le logiche corporative che sono alla base dell'attuale degrado e lo stesso presidente e la maggioranza finiranno per subirne i condizionamenti e le forzature. Mi auguro di sbagliare, per cui in attesa di risposte a questi dubbi, il Pri verificherà concretamente l'attuazione dei numerosi punti del programma. Per ora siamo ancora alle buone intenzioni. Pino Vita segretario regionale Pri Calabria |