Lettera al "Corriere della Sera" del sen. Antonio Del Pennino apparsa il 17 marzo 2003 "Ricerca-Biotecnologie" Mercoledì scorso il Presidente del Consiglio ha rilevato che, fra i molti mali di cui soffre il nostro sistema di ricerca, quello del mancato collegamento con il mondo dell'industria è uno dei più gravi, affermando che: "urge un preciso intervento del Governo e del Parlamento per collegare la ricerca pubblica a quella privata". Ma in questi giorni, quasi a voler contraddire le sue indicazioni, il Senato si accinge ad approvare un disegno di legge di recepimento della direttiva sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche che uno schieramento trasversale, che va dai Verdi e dalla Margherita a vastissimi settori della maggioranza, ha profondamente modificato rispetto al testo che il Governo aveva presentato alla Camera, introducendo norme più restrittive di quelle contenute nella direttiva comunitaria, norme che rischiano di tradursi in una riduzione della libertà di ricerca nel nostro paese. Sono previsti, infatti, imposizioni e divieti che si scontrano con le esigenze del progresso scientifico e renderanno l'industria biotecnologica italiana tributaria dei brevetti stranieri. Si stabilisce l'esclusione della brevettabilità delle invenzioni basate su ogni utilizzazione di embrioni umani, incluse le linee di cellule staminali embrionali umane. Sul punto, invece, la direttiva parlava di divieto di utilizzazione di embrioni umani a fini industriali e commerciali. E la Convenzione di Oviedo, richiamata nel testo del disegno di legge, prevede la proibizione di costituzione di embrioni umani ai fini esclusivi di ricerca: non anche l'utilizzazione per la ricerca di embrioni già prodotti. Una soluzione rispettosa dei valori, ma non aprioristicamente restrittiva, dovrebbe prevedere il divieto di utilizzazione di embrioni umani, fatti salvi quelli già prodotti e non utilizzabili per l'impianto. Se non utilizzabili ai fini di ricerca, quale sarebbe infatti il destino di questi embrioni se non la loro distruzione? Per quanto riguarda le cellule staminali poi, come denunciato nell'appello, promosso dall'Associazione Luca Coscioni che oltre 500 ricercatori e scienziati hanno rivolto ai parlamentari, il testo approvato dalle Commissioni Industria e Sanità del Senato, se fosse confermato dall'aula, "escluderebbe dalla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche qualsiasi procedimento e tecnica riguardante le cellule staminali embrionali umane, anche quelle ottenute con la tecnica del Trasferimento Nucleare di cellule Staminali Autologhe prevista dal Rapporto Dulbecco", che non ha nulla a che vedere con la clonazione umana, ma riguarda una forma di clonazione terapeutica che era stata accolta con grande favore da tutti i 25 saggi nominati dall'allora Ministro della Sanità Veronesi. Nello stesso appello si sottolinea che l'approvazione di tale impostazione impedirebbe al nostro Paese di competere internazionalmente sul fronte della ricerca scientifica, togliendo a milioni di cittadini italiani la speranza concreta di cura e guarigione in un futuro che appare sempre più prossimo. Credo che sarebbe grave se il Senato dovesse far cadere nel vuoto questo appello, contraddicendo le stesse urgenze sottolineate dal Presidente del Consiglio. |