Attentati: l'Occidente si mobiliti/Basta con gli equivoci e gli pseudomoralismi

Quella paura negli occhi dei cittadini di Madrid

di Tommaso Alibrandi

Le elezioni spagnole sono un grande successo del terrorismo islamico. Sarà anche vero che il governo uscente di Aznar ha fatto di tutto per suicidarsi, che in una tre giorni di schizofrenia impressionante ha tenuto comportamenti contraddittori, ha dichiarato tutto e il contrario di tutto, ha creato un clima di non credibilità che ha certamente pesato sull'esito finale delle elezioni. Ma, ciò malgrado, il motore scatenante della sconfitta di Aznar sono state le stragi di Madrid. Resta un quesito angoscioso. Le grandi folle di spagnoli, che ci hanno mostrato in televisione, gridavano di rabbia oppure gridavano di paura? In questo secondo, deprecabile caso, tempi molto duri attendono l'Occidente. E' giunto, comunque, il momento che i capi politici e religiosi dell'Occidente escano dagli equivoci , dalle banalità e dalle giaculatorie moralistiche che sono ormai così futili e ripetute da suscitare soltanto un senso di noia profonda, dicendoci cosa intendano fare concretamente, in maniera realistica, per contrastare il terrorismo. Equivoche sono dichiarazioni, come quelle di Rutelli, secondo il quale "batteremo il terrorismo con la forza della democrazia". Questa è pura e semplice retorica, priva di qualsiasi senso intelligibile. Forza della democrazia può significare l'uso dell'esercito, delle forze dell'ordine, della magistratura; può significare l'esercizio del diritto di rappresaglia (riconosciuto dalle convenzioni internazionali), la condanna senza indulgenza dei terroristi presenti sul territorio nazionale, l'espulsione di quelli che – venuti in un Paese non islamico – pretendono di imporre le proprie credenze e i propri simboli. Ma forza della democrazia può significare anche la superiorità degli ideali e della cultura democratica, che deve imporsi per il suo stesso alto valore morale e civico ai terroristi. A quale tipo di forza pensa, dunque, Francesco Rutelli? In tutta franchezza, quella della superiorità ideale sembra scarsamente praticabile nei confronti di un estremismo ideologico che ha ben pochi precedenti nella storia. Comunque, sarebbe opportuno che Rutelli chiarisse il suo pensiero.

D'altra parte, le svariate banalità di cui sono gonfi i cosiddetti programmi di approfondimento in T.V. sono veramente parole al vento. Talvolta è addirittura la scoperta dell'acqua calda. Invocare una più efficiente utilizzazione dell'intelligence significa riferirsi a un fatto organizzativo che è pateticamente inadeguato rispetto alla gravità del problema.

Il coordinamento delle forze di polizia dei vari Stati dell'Occidente è una ovvia necessità, che tuttavia nessun Governo è talmente inefficiente da non avere già attuato. Non sarà con misure organizzative che si uscirà da questa grave emergenza. E finché non si comprenderà che il terrorismo non è opera di questa o quella testa calda ma una guerra planetaria, condotta nell'unico modo possibile per l'Islam, non si farà un passo avanti nella comprensione di questo fenomeno. Ciò dovrebbe risultare evidente anche al più sprovveduto di noi quando le TV ci mostrano i campi di addestramento dei terroristi nel territorio di questo o quello Stato arabo. Lo stesso nome di Bin Laden in questo contesto sembra poco più di uno stratagemma. Chi sa se esiste veramente lo sceicco del terrore o se dietro la sua maschera non si nasconda qualche altra e ben più inquietante realtà? Che fare dunque? L'obbligo di dare una risposta incombe ai nostri capi politici e religiosi. Ma, se le folle spagnole gridavano di paura e non invece di collera, è certo che tempi molto neri attendono l'Occidente.