"Corriere della Sera" 6 marzo 2004

"Fondazioni e nomine: sulle incompatibilità servono regole più severe"

Caro Direttore, un articolo del Corriere di questa mattina (venerdì 5 marzo, ndr) riferisce che il ministero dell'Economia ha predisposto il regolamento relativo alla materia delle Fondazioni bancarie, sulla quale, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, è recentemente intervenuta la Legge finanziaria 2004.

L'articolo 2, comma 26, ultimo periodo della Finanziaria prevede testualmente: "I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione o controllo presso la Fondazione non possono ricoprire funzioni di amministrazione, direzione o controllo presso la società bancaria conferitaria o sue controllate o partecipate. I soggetti che svolgono funzioni di indirizzo presso la Fondazione non possono ricoprire funzioni di amministrazione, direzione o controllo presso la società bancaria conferitaria."

Questa norma allarga la possibilità di partecipazione a società partecipate dalle società bancarie conferitarie ai membri degli organismi di indirizzo. Essa invece conferma la norma precedentemente in vigore in base alla quale i membri degli organi decisionali delle Fondazioni non possono sedere né negli analoghi organi delle banche conferitarie né in quelli di società, bancarie e non bancarie, partecipate da queste ultime.

La statuizione della Legge finanziaria è chiara e senza equivoci. Risulterebbe invece che il regolamento prevederebbe che le incompatibilità per i membri degli organi decisionali delle Fondazioni scatterebbero soltanto di fronte a una partecipazione rilevante.

Ignoro, e preferisco ignorare, le ragioni che abbiano indotto il Tesoro a questa formulazione. Faccio presente che il testo del regolamento viola palesemente la norma della Legge finanziaria. Come si sa, un regolamento, in quanto atto normativo secondario, non può modificare una legge, né porsi in contrasto con essa. Pertanto tale previsione, essendo contra legem, è illegittima, ed il Consiglio di Stato non potrà che censurarla. Penso tuttavia che il Tesoro farebbe bene a ritirare il testo ed a riformularlo correttamente.

Tutta la discussione sulle Fondazioni ha convenuto sul fatto che esse non potessero diventare gestori del sistema bancario. Questo è un punto pacifico, tanto è vero che la norma conferma l'incompatibilità già in precedenza esistente. Come si può giustificare che la incompatibilità non debba valere per le partecipazioni delle banche nelle società da loro partecipate? Ed è questa la ragione per cui la norma esclude anche questa fattispecie. Dunque contro il regolamento del ministero dell'Economia vale sia la ragione formale della violazione del testo della legge, sia questa ragione sostanziale.

Giorgio La Malfa
Presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati