Sul rifinanziamento della missione italiana in Iraq/Dopo Nassiriya crescono le responsabilità del nostro Paese

Motivazioni deboli sul voto del triciclo

La Lista Prodi ha scelto: non parteciperà al voto sul rifinanziamento della missione italiana in Iraq. E' contro la Costituzione sostengono i leader del triciclo. La decisione di non partecipare al voto ponendo la questione del rispetto della Costituzione e' sinonimo di voto contrario, per motivazioni che attengono al merito della missione, alla sua natura di guerra e non di pace, non si comprenderebbe altrimenti dove si violerebbe la Costituzione che all'articolo11 dispone: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli...". E' evidente che per il P.R.I e gli altri partiti della maggioranza la natura della missione ha un significato diverso, di pace, essa è la dimostrazione di ciò che un grande paese Democratico deve sentire il dovere di fare, quando vi sia ovunque nel mondo una emergenza come quella che oggi e' presente in Iraq. Le motivazioni di questa missione erano e rimangono unicamente quelle di tutelare la popolazione inerme dall'odio cieco dei terroristi che vedono la Democratizzazione dell'Iraq come un nemico da sconfiggere, un invasore, che non consentirebbe più il protrarsi di quei privilegi che furono il grande fiore all'occhiello della dittatura di Saddam, imposti con la violenza inaudita sulla quale appare superfluo ritornare, a discapito della stragrande maggioranza della popolazione. L'on Violante ha sostenuto: "Dopo Nassiriya abbiamo maggiori responsabilità, era stata dipinta come una missione di pace si e' rivelata una guerra. Siamo d'accordo con l'on. Violante quando afferma che dopo Nassiriya abbiamo maggiori responsabilità, infatti stiamo per l'appunto rifinanziando una missione, che non è mai stata sottovalutata, ma che semmai, dopo i fatti di Nassiriya si è dimostrata essere una missione di pace tra le più difficili cui in questi anni l'Italia abbia partecipato, benché non siano sicuramente stati piacevoli gite quelle recenti nell'ex Yugoslavia; tuttavia non ci risulta che i nostri militari abbiano cambiato il proprio compito quotidiano di fornire assistenza ai civili, presenziare al fine di scoraggiare comportamenti in contrasto con il regolare svolgimento di una pacifica coesistenza tra cittadini di diverse etnie, mentre appare evidente agli occhi di tutti che se era legittimo essere contrari all'intervento militare, perché l'iniziativa non era stata presa dall'ONU, le argomentazioni offerte dal triciclo per giustificare la non partecipazione al voto, che equivale a voto contrario per le deboli motivazioni addotte decretano la vittoria delle ragioni del Radicalismo verso quelle del Riformismo. In politica Estera e' andata così, sulle altri grandi questioni, prossima e' la riforma del sistema pensionistico, staremo a vedere.

Francesco De Rinaldis Saponaro