Risposta a Sergio Romano: i veri obiettivi del Pd’A

Il presidente del Partito repubblicano Giorgio La Malfa ha inviato al "Corriere delle Sera" una risposta ad un commento concernente l’azionismo apparso sulla rubrica delle lettere di Sergio Romano la settimana scorsa. Romano sosteneva che, per il suo desiderio di rinnovamento morale dell’uomo, l’azionismo aveva una qualche somiglianza con il fascismo ed il comunismo. Sosteneva tale argomento con le tesi del professor Cofrancesco. Questa la replica di La Malfa pubblicata dal "Corriere della Sera" del 10 marzo.

di Giorgio La Malfa

Caro Romano, il punto che più di ogni altro caratterizzò la posizione politica del partito d’Azione fu la sua pregiudiziale istituzionale, la convinzione, cioè, che il passaggio dalla monarchia alla Repubblica fosse essenziale per il rinnovamento del Paese dopo il ventennio di dittatura fascista e per il consolidamento della libertà riconquistata. A questa conclusione era giunto del resto già un liberale come Giovanni Amendola nel 1924-25 e Carlo Rosselli all’inizio degli anni ‘30 dal suo esilio parigino. Il partito d’Azione entrò in rotta di collisione sia con le forze moderate che puntavano alla sostanziale continuità con lo stato fascista, sia con il partito comunista che, con il ritorno di Togliatti, aveva abbandonato la pregiudiziale repubblicana, ed ebbe il merito di tenere ferma questa posizione fino a farla prevalere, quando nella Roma appena liberata si pose il problema se il nuovo Governo Bonomi dovesse giurare nelle mani del re.

L’accostamento fra fascismo, comunismo e azionismo fatto dal professor Cofrancesco non tiene conto di questi elementi politici concreti e mi sembra dettato più da un animus che da un riscontro fattuale.