UN'EDERA VERDE DI SPERANZA

Appello alle amiche e agli amici repubblicani

Sono repubblicano da sempre e da sempre impegnato nel partito e nella nostra comunità per mantenere attiva una tradizione che nasce dal Risorgimento e che si è cementata nel pensiero e nell'azione di grandi amministratori e uomini repubblicani.

Le tradizioni vivono e si sviluppano se si riesce a proiettare nel presente e nel futuro i valori e gli ideali che ci sono stati consegnati dalle generazioni precedenti, e come dirigenti e custodi di questa dobbiamo sapere vedere oltre le nostre personali convinzioni, sapendo che ci sono tempi giusti per una dialettica politica interna e tempi in cui, essendo presente l'edera nelle competizioni elettorali, occorre una tregua e il rispetto della maggioranza che ha collocato il partito, nella contingenza, all'interno di un'alleanza politica.

Un' alleanza che io non ho mai condiviso , come dimostrano tutti gli atti politici degli organi dirigenti ,ma che un sistema politico che penalizza i piccoli partiti obbliga a fare.

E' chiaro che, dovendo schierarsi, il partito, per mantenere la propria rappresentanza parlamentare, è costretto ad allearsi con qualcuno , ma questo non può essere vissuto come un tradimento dei valori o delle origini, perché allora, per analogia ,coloro che non condividono la scelta di collocazione a sinistra nelle amministrazioni locali potrebbero rimarcare la collocazione innaturale rispetto alla politica nazionale e non votare .

Con questo metodo non ci sarebbe stato consentito di fare le giunte col PCI nel 1980 o, recentemente, a Forlì rompendo una tradizione di alternativa alla sinistra ; o, per coloro che volevano l'alternativa alla sinistra, non si sarebbe dovuta consentire la svolta di centro-sinistra portata avanti da Ugo La Malfa .

In effetti, il partito repubblicano ha sempre avuto nella sua storia divisioni e scissioni,che ufficialmente corrispondevano a divisioni politiche, ma che molte volte erano l'alibi per mantenere e difendere collocazioni personali.

Uno può anche decidere di privilegiare la politica di schieramento e di essere fedele a quella fino a trarne le conseguenze ; quello che non può fare è utilizzare l'unità quando fa comodo a livello locale per acquisire consenso elettorale e pesare di più nelle amministrazioni, e invece essere intransigente fino al frazionismo inutile, quando si tratta di rispettare il responso democratico fissato dai congressi.

Tra l'altro , chi si illude di poter "pesare" un disimpegno in termini politici non capisce che c'è un unico sistema col quale il PRI sarà giudicato da avversari e da alleati ,e cioè il voto, che il partito riuscirà ad ottenere per la prima volta col sistema proporzionale dopo tredici anni di rinuncia al simbolo.

A qualcuno potrà anche sembrare inutile o non rilevante il fatto che sulle schede ci sia di nuovo l'edera. A me sembra che l'edera sia il simbolo che testimonia la nostra storia con tutti i suoi valori , ideali , sacrifici di uomini e donne che ci hanno passato il testimone perché noi continuassimo quella tradizione, non perché anteponessimo a questo i nostri convincimenti di collocazione politica che devono essere invece mantenuti e collocati nella dialettica interna.

Allora dobbiamo sentire l'orgoglio di questo compito: non esiste un ritorno alle origini attraverso la rivendicazione di politiche di schieramento ; esiste invece una continuità nel rappresentare ai cittadini la nostra visione della società : l'Europa politica, la fedeltà ai valori occidentali, la libertà come non dominio, la difesa dello stato di diritto , il raggiungimento dei diritti e dei doveri costituzionali , la difesa dello stato laico , la ricerca , l'istruzione e l'educazione come condizioni di un progresso continuo, la laicità dello stato come garanzia della tolleranza contro i fanatismi religiosi di ogni tipo, l'innovazione tecnologica ed infrastrutturale come condizione per garantire competitività al nostro paese e assicurare lavoro alle giovani generazioni e stato sociale efficiente ai più anziani, l'indipendenza energetica contro i fondamentalismi ambientalisti per garantire al nostro paese indipendenza politica e non essere sottoposti ai ricatti dei paesi fornitori .

Su queste cose i repubblicani, aldilà della collocazione, possono sviluppare battaglie comuni e trovare le ragioni della loro identità, ma nella contingenza devono saper mettere da parte le divisioni e trovare nell'edera e nel voto all'edera le ragioni di un sentire e di una tradizione comune .

Lo sgarbo di non votare l'edera non è uno sgarbo al gruppo dirigente che sostiene la linea non condivisa , questo a livello locale come nazionale . E' uno sgarbo inferto alla nostra tradizione e a quella coscienza alta che un repubblicano dovrebbe sempre mantenere aldilà di se stesso e dei propri convincimenti.

E' per questo che occorre non citare i padri nobili a proprio piacimento , soprattutto per strumentalizzarli : molti di coloro che oggi citano Ugo La Malfa , quando era in vita contrastavano la sua linea politica. Quella politica era nella sostanza un appoggio alla politica moderata del paese contro una sinistra massimalista ed internazionalmente schierata con l'URSS; e una politica che non perdeva la speranza per il futuro ,attraverso un confronto serrato, che la sinistra diventasse una sinistra riformatrice e di governo .

Ma questo è un compito che noi possiamo continuare solo se sapremo ritrovare l'unità di intenti di fronte alle scadenze elettorali, riconoscendo il valore delle decisioni interne democraticamente assunte a tutti i livelli, e dimostreremo nei fatti che i repubblicani possono partecipare alle alleanze mantenendo,però, la loro autonomia e il loro disegno politico che è quello di dare voce ad una tradizione liberal-democratica e repubblicana nel nostro paese e in Europa, attraverso la costruzione di una terza via e terza forza diversa da quella socialista e da quella cattolica popolare.

Per fare questo occorre non vivere le contingenze politiche come se fossero le nostre strategie, ma come passi che ci consentono di superare le difficoltà del momento e mantenere in vita il partito , cosa che tutti coloro che sono rimasti nel PRI fino ad oggi sono riusciti a garantire . Chi ha percorso strade diverse a destra come a sinistra si ritrova solo , incapace di far germogliare le idee repubblicane e sente il bisogno di ritornare alla propria casa madre . Noi potremo recuperare tutti costoro alla tradizione repubblicana e potremo essere un punto di riferimento ideale per giovani disorientati dalla crisi di ideali , solo se ritroveremo l'unità sui valori e saremo tolleranti ; se non si è disposti a dare esempi di tolleranza ,si raccoglierà solo intolleranza ed è più difficile dimostrare con l'impegno un grande cuore tollerante che col disimpegno un alibi liberatorio di intransigenza.

Sarebbe veramente paradossale che mentre si sbriciola il bipolarismo di potere che ci ha governato per oltre dieci anni e si ritorna alle tradizioni culturali , coloro che sono stati sconfitti dalla storia , comunisti, fascisti e democristiani , si riproponessero alle nuove generazioni col volto riciclato della tradizione liberal-democratica e repubblicana, mentre coloro che ne sono gli eredi storici, invece di sentirsi orgogliosamente in campo e classe dirigente, si autodistruggessero per non avere colto la grandezza del compito loro assegnato ed essersi rassegnati ai piccoli interessi personali o di schieramento .

Il nostro compito è la creazione di uno stato e di una società democratica e per farlo non possiamo delegare chi liberale e democratico o repubblicano non lo è mai stato, ma dobbiamo esercitarlo attraverso l'impegno e il sacrificio personale .

Allora troveremo fino in fondo l'orgoglio di essere tutti repubblicani e avremo reso l'edera verde di speranza .

L'edera c'è, votiamola allora, e rendiamola assieme ai nostri cuori verde di speranza .

Widmer Valbonesi, Segretario Regionale PRI Emilia Romagna