"Il Sole 24 Ore" 24 novembre 2004 La Malfa: prima la "golden rule", in seguito la riscrittura della politica monetaria Bce Intervista a Giorgio La Malfa, a cura di Nicoletta Picchio, pubblicata sul "Sole 24 Ore" del 24 novembre 2004. "Sul Patto di stabilità, c’è una falsa discussione. Il vero problema riguarda la politica monetaria e la politica di bilancio". Per Giorgio La Malfa sul banco degli imputati c’è la politica monetaria della Bce: "I Paesi europei hanno problemi di finanza pubblica come conseguenza della stagnazione, se non addirittura del declino in cui sono finiti. E ciò ha origine nella politica monetaria: l’euro si è rivalutato rispetto al dollaro, con un effetto deflazionistico enorme, con una riduzione delle entrate e quindi uno sforamento dei parametri di Maastricht", sostiene La Malfa. Più che rivedere il Patto di stabilità, bisognerebbe rivedere l’art.105 del trattato di Maastricht, in cui si afferma che la Bce debba garantire la stabilità dei prezzi. "In questo momento sarebbe utile una politica monetaria più espansiva, i tassi di interesse più bassi favorirebbero gli investimenti in nuove tecnologie e un aumento della produttività. Inoltre un euro meno forte rispetto al dollaro darebbe slancio all’export". Quanto al Patto, secondo il presidente della commissione Finanze della Camera, "i Governi sono costretti ad occuparsene perché sforano i tetti. E comunque è stato lo stesso Prodi, da presidente della Commissione ad affermare che il Patto è stupido, salvo astenersi ora dal lanciare una proposta". Ma per La Malfa è una strada impervia: puntare alle modifiche comporta il rischio di veder restringere i criteri sul calcolo del debito pubblico. "E’ un parametro che non ha contenuto economico, è stato inserito solo per cercare di tenere fuori il nostro Paese dal primo gruppo dell’euro. Ora però un intervento restrittivo ci penalizzerebbe". Invece potrebbe essere positiva una "golden rule" europea: cioè non calcolare nel rapporto deficit-pil alcuni investimenti "da segnare con un bollino verde" da far decidere e monitorare alla Commissione. La Malfa, comunque, resta scettico sulla possibilità che il Patto possa essere modificato: "Credo che alla fine non se ne farà nulla, perché la decisione deve essere presa all’unanimità e ci sarà uno scontro di opinioni tra chi predica maggior rigore e chi, invece, è più attento alla crescita". Sullo sfondo c’è la polemica del centro-sinistra sulla volontà del Governo di finanziare il taglio delle tasse con una revisione del Patto e, quindi, con un maggior deficit: "Sono favorevole ad una riduzione delle imposte, anche se preferisco una politica di finanza pubblica rigida. Penso che sia la strada giusta per rilanciare l’economia , anche a costo di sforare i tetti", dice La Malfa. Che pone però altri "paletti": il taglio fiscale non deve essere il rispetto di una promessa elettorale ma una precisa scelta, da presentare come tale ai mercati, con una stima sugli effetti di crescita. "Altrimenti ci sarebbe il pericolo di veder ridotti i nostri rating", continua La Malfa. Che ritiene necessari, per imboccare questa strada, anche una maggioranza compatta e un chiarimento con la Banca d’Italia. |