Intervista al presidente della Regione Lazio/La coalizione elettorale di Storace "Il mio cantiere costruito su molteplici esperienze" "I repubblicani hanno ritrovato in questa coalizione la coerenza sulla quale avevano scommesso". Il presidente della Regione Lazio Francesco Storace apre la sua campagna elettorale prendendo atto con soddisfazione dell’alleanza con il Pri. Ecco cosa ha detto alla "Voce Repubblicana". Presidente Storace, avete inaugurato una sede importante per la coalizione. Con quale spirito partite e come giudica il sondaggio che è stato pubblicato in questi giorni, che la dava in parità con il candidato del centrosinistra Marrazzo? "Abbiamo letto un sondaggio diverso, perché quello che ho visto mi dava ben 4 punti percentuali avanti rispetto a Marrazzo. La parità in realtà non c’è. Ma voglio precisare che non sono abituato ad esaltarmi coi sondaggi che mi dànno in testa e a deprimermi con quelli che mi dànno sotto. Lo ha dimostrato la campagna elettorale per le regionali del 2000, quando venivo dato con uno svantaggio di 18 punti percentuali. E’ importante che in questo sondaggio ci sia un dato di superiorità netta, nonostante la presenza annunciata della lista di Alessandra Mussolini e no-nostante le difficoltà che sta affrontando il centrodestra a livello nazionale. Finché non si chiude la Finanziaria l’elettore è ancora disorientato. Giudico positivamente questi riscontri del sondaggio. Ma voglio ricordare a tutti che non faccio affidamento sui sondaggi. Mi fa piacere stare sopra. Ma questa non è una questione fondamentale. Mi interessa che ci sia uno spirito di squadra, e questo elemento sta emergendo. A quel sondaggio non bado, perché viene dato un peso eccessivo alla mia lista. Non ci sono ancora i candidati della mia lista e non capisco cosa significhi quel dato. L’importante è che la coalizione abbia preso il 44% alle elezioni europee e oggi viene testata al 50%. L’Ulivo stava al 47% ed oggi sta due punti sotto. Questo è il dato fondamentale. L’importante è che ci sia un ribaltamento della classifica. Che clima ha trovato intorno alla coalizione? Mi piace sottolineare che questo clima sia positivo. Non so cosa stia succedendo nell’altra parte della coalizione. Oggi vedo che tutti sono molto motivati. Vogliamo prenderci finalmente una rivincita dopo anni che le cose non sono andate bene dal punto di vista elettorale. Spetterà al Lazio tornare a far sorridere la coalizione di centrodestra. In questa fase c’è tanta gente che si sta aggregando. Questo è un centrodestra profondamente diverso da quello che c’è in tutta Italia: c’è la mia lista, ci sono tante altre liste aggiuntive. Il primo manifesto deve essere già aggiornato perché le liste sono diventate già dieci rispetto alla sette iniziali. Si tratta di esperienze significative, storiche. Ciascuno porta la sua esperienza al cantiere. E insieme costruiremo il nuovo edificio.". Come siete riusciti ad evitare che venisse pagato un pedaggio per il Raccordo? Nei giorni scorsi An ha fatto affiggere un manifesto su questo argomento. Può spiegare cosa è accaduto? "Il manifesto è stato fatto da Alleanza nazionale e non dalla Regione Lazio. Non ho partecipato alla stesura di questo manifesto perché avevo ben altro da fare. La sinistra aveva attaccato me perché il ministro della Infrastrutture Lunardi aveva dichiarato che si stava pensando ad un pedaggio per il Raccordo. La destra aveva attaccato il centrosinistra spiegando che grazie a me il pedaggio non ci sarebbe stato. Questa è una polemica già passata e non credo che sia utile riaprirla". Come interpreta la scelta di un telegiornalista come suo avversario dopo la pessima esperienza di Badaloni e il successivo fallimento della sua ricandidatura nel 2000? "E’ il segno di una fuga della sinistra. Per cinque anni abbiamo lavorato allo scopo di trasformare la realtà della Regione e ci siano presi le accuse più immonde. Personalmente sono stato definito nelle maniere più varie e mai una volta positivamente. Mai, nessuno dei 19 esponenti politici della minoranza in Consiglio regionale, è stato ritenuto da me all’altezza della sfida che avevo lanciato nel 2000. Perché se, come dicevano loro, io sono il ‘peggiore’, bastava uno di loro per sconfiggermi. Non ha trovato il coraggio di candidarsi nemmeno uno dei parlamentari nazionali del centrosinistra di questa circoscrizione elettorale. La scelta di Marrazzo non è stata la scelta che avevano fatto all’inizio, ma il ripiego. Io non ce l’ho con lui, ma con chi ha rifiutato il confronto. E’ curioso, come fa la sinistra, pensare di buttarla in politica per poi rinunciare a combattere politicamente. Hanno deciso per questo candidato. Probabilmente si preparano per scaricarlo nel caso dovesse perdere e poi dire: in fondo non era uno di noi, si trattava di un candidato della società civile. Problemi loro! Io potrò solo dire che un giornalista televisivo ce lo abbiamo già avuto in Regione con i risultati che tutti conosciamo". Ci sarà una riforma elettorale dopo l’approvazione dello Statuto? "Abbiamo scritto un primo testo di adeguamento dello Statuto. Se ci sarà spazio, ci confronteremo anche sulla legge elettorale. Se ci sarà la volontà da parte dell’opposizione ci confronteremo anche su questa. Il rispetto dello Statuto passa anche attraverso il rispetto della parità di accesso tra uomini e donne nel listino. Metterle in lista per non farle eleggere è un giochetto che è stato messo in atto molte volte in tutta Italia. Metterle nel cosiddetto listino porterà metà del listino - al femminile - ad essere rappresentato nel Consiglio regionale". In queste elezioni regionali ci sono anche degli immigrati che hanno dichiarato di appoggiarla e hanno già creato dei comitati. "Questo dato mi ha fatto molto piacere. Per me è stata una scoperta di oggi. C’è una struttura che sta lavorando a prescindere da me. Il fatto che ci siano cittadini non italiani che vogliono partecipare attivamente alla mia campagna elettorale significa che tutte le cose che la sinistra ha detto contro di me non sono passate. Se ci sono persone che non hanno alcuna ragione ideologica per votarmi e mi indicano come il presidente della regione Lazio che preferiscono, questa è una soddisfazione enorme". La Lega parteciperà alla coalizione? "Ho già fatto sapere alla Lega che non la voglio come forza politica alleata". Come giudica l’arrivo del partito dei pensionati e del Partito Repubblicano? "I pensionati hanno detto con grande chiarezza che hanno apprezzato le nostre politiche per la Terza età. Il Pri ha maturato una scelta verso la CdL. In questa Regione hanno fatto una scelta più forte, perché nelle precedenti elezioni amministrative erano dall’altra parte. Hanno trovato una coerenza con i percorsi sui quali avevano scommesso". |