Fiuggi, seminario Fgr/L'impegno dell'Edera per la formazione della dirigenza di domani Affrontare laicamente le sfide che ci attenderanno Incredibile! Ma allora è proprio vero! Il Partito repubblicano italiano, aiutato dalla Federazione giovanile che ha coordinato l'intera organizzazione, punta sul rinnovamento dei propri quadri dirigenti: la seconda esperienza in un eremo, a Fiuggi Terme, che non ha nulla da invidiare a quello di Chianciano di due anni fa. Da allora si è invertita la rotta di un partito che vuole smettere di essere gerontocratico per diventare un partito moderno, che ascolta i propri giovani, che riesce a rinnovarsi nel momento di massima crisi del sistema politico: quello di una transizione mai finita e che oggi ci vede ancora spettatori di uno scenario che non ci appartiene. Non appartiene a noi giovani ventenni dei primi anni duemila, noi che non avevamo diciotto anni quando gli stessi protagonisti si candidavano al rinnovo del Parlamento o alla carica della Presidenza del Consiglio. Ebbene, noi che sappiamo di poter essere la classe dirigente del futuro Partito repubblicano, noi che con tanta passione e tanta voglia di capire ci siamo avventurati in questa esperienza, ebbene noi crediamo che questi giorni saranno giorni indimenticabili. Ed è con questo spirito, dopo la presentazione di domenica sera da parte del Segretario della FGR Giovanni Postorino e il saluto del Vice Segretario del PRI Corrado Saponaro De Rinaldis, che la mattina di lunedì ci siamo presentati in aula, per affrontare un'intensa giornata di lavoro: quattro lezioni su, rispettivamente, ordinamento dello Stato, tutela dei diritti dei cittadini, politiche energetiche e ruolo dei partiti e delle lobbies politiche. La prima lezione, tenuta da Michele Eramo, si è aperta con l'indicazione dei valori che stanno alla base della nostra Repubblica: carattere democratico dello Stato, sovranità popolare, eguaglianza sostanziale, carattere pacifista e apertura ad una visione internazionale delle politiche fondamentali, pluralismo territoriale. Sono queste le fondamenta su cui poggia l'ordinamento italiano che si inquadra nella forma di Stato di derivazione liberale, espressione delle libertà fondamentali che consentono il reale, pieno sviluppo dell'individuo. La scelta di adottare questa forma di Stato nacque dalle ceneri di una esperienza totalitaria che aveva visto l'alienazione dell'individualità del singolo e che esigeva, quindi, una forte inversione di tendenza. A livello applicativo la realizzazione di questi principi si traduce nella necessaria separazione dei poteri. Solo attraverso l'istituzionalizzazione di un controllo reciproco è infatti possibile un equilibrio che, limitando di fatto l'accentramento dei poteri, previene una deriva totalitaria. I costituenti, dando grande rilievo al principio di sovranità popolare, affidarono il potere legislativo al Parlamento (centro nevralgico del sistema) operante in regime di bicameralismo perfetto. A più di 60 anni dalla fine della dittatura fascista riteniamo che l'eccessivo garantismo dato dal sistema bicamerale perfetto che affida le medesime funzioni ad entrambe le camere sia la causa della bassa efficienza del sistema. In un'ottica comparata, infatti, si nota che le maggiori democrazie occidentali riescono a garantire il rispetto dei valori liberali attraverso una separazione delle competenze delle Camere espressione del potere legislativo, realizzando, al contempo, maggiore efficienza. A questo punto ci chiediamo, il Senato ha ancora ragione di esistere nella sua forma attuale? Siamo sicuri di volerci arrendere al risultato referendario che boccia "in toto" una riforma costituzionale, magari posta male, ma che solleva una problematica fondamentale per lo sviluppo istituzionale del nostro Paese? E dopo aver affrontato una delle problematiche della macchina legislativa abbiamo esaminato con il prof. Frascione il rapporto tra l'interesse pubblico ed i diritti dei cittadini. Quello che ci è rimasto più impresso è un emblematico esempio di un fantomatico sig. Rossi che al suo risveglio trova una strabiliante novità. Il sindaco, infatti, ha deciso che per il bene della collettività una secante dovrà passare per il suo giardino. Stranamente la nuova strada devia il suo tragitto esattamente davanti al podere del primo cittadino ai danni dei nani del giardino del sig. Rossi. Questo è un chiaro esempio di violazione dei diritti del cittadino, un paradossale scherzo dello stato di diritto: la Pubblica Amministrazione, infatti, "per il bene della collettività" può violare con atti illegittimi, le prerogative dei privati. Al mal capitato sig. Rossi, quindi, non rimane altra via se non quella dei ricorsi; l'opposizione fa proprio al suo caso. Le sciagure però non sono finite perché l'autorità citata in giudizio è nello stesso tempo parte e giudice creando così una tale ambiguità da rendere vano ogni suo sforzo. L'impavido eroe non si dà per vinto, e munito di raccomandata con ricevuta di ritorno, fa appello al Presidente della Repubblica. Dopo centoventi giorni di agonia giunge la puntuale risposta del Capo dello Stato che fa tirare un sospiro di sollievo al sig. Rossi. Le mirabolanti avventure del nostro eroe, quindi, sono l'esempio pratico delle possibilità che ogni cittadino ha di tutelare i propri interessi e i propri diritti anche nei confronti dell'azione dello Stato. Speriamo, allora, di non trovarci mai nei suoi panni. Sempre in merito alla tutela dei diritti del cittadino, non ci siamo dimenticati di analizzare un'ormai sottovalutata politica energetica, che è succube di un'opinione pubblica lacerata da un'antica e strumentale disinformazione. Elettrosmog: non esiste L'elettrosmog non esiste! Lo dice Franco Battaglia docente di chimica – fisica all'Università Roma 3 e fondatore dell'associazione "Galileo 2001" nata due anni prima come movimento con lo scopo di affermare la necessità del valore primario della scienza, in particolare nelle questioni ambientali. Il Prof. Battaglia nell'incontro di Fiuggi ha trattato la tematica relativa alla politica energetica e della tutela ambientale evidenziando la drammatica e costosissima disinformazione che c'è sulle attuali energie alternative, evidenziando in particolare l'importanza del rilancio dell'energia nucleare. In controtendenza rispetto alle convinzioni attuali di alcuni di noi giovani benpensanti sulle politiche energetiche, egli sostiene che l'utilizzo di fonte energetiche ricavate dal sole non solo non soddisfa neppure il 10% del fabbisogno energetico italiano, ma tali fonti sono economicamente più onerose. Battaglia sostiene inoltre che il protocollo di Kyoto è assolutamente inutile in quanto la diminuzione richiesta del CO2 (Anidride Carbonica) è talmente irrisoria che non porterebbe ad alcun beneficio per l'ecosistema. In una nazione come la nostra, infatti, dove lo sviluppo è vincolato dal combustibile fossile e dove il costo pro-capite dell'energia elettrica è il doppio della media europea, è il momento di superare le antiche paure sul nucleare. E' stato infatti dimostrato attraverso le ricerche del UNSCEAR (commissione scientifica dell'ONU) che quella che fino ad oggi ci è stata proposta come Storia sulle morti e sui danni causati dalla radioattività, è falsa. E' risultato che le morti avute negli ultimi 20 anni dopo Chernobyl sono nettamente inferiori rispetto a quelle avute nello stesso periodo, ma dovute alla produzione di altre energie. Riforme mancate Per rimanere in tema di riforme mancate abbiamo concluso la giornata in compagnia del Senatore Del Pennino che ha messo in luce, con estrema semplicità, un oscuro lato dei partiti italiani e del fenomeno delle lobbies. Torna attuale più che mai, visto il disegno di legge presentato dal Senatore, il dibattito politico sul finanziamento dei partiti più specificatamente da parte dei gruppi di pressione. Occorre chiarire che nel passato sin dai tempi dell'Assemblea Costituente non si è mai giunti ad una regolamentazione giuridica dei partiti politici. Questo perché un tal eventuale provvedimento implicherebbe l'ingerenza dello Stato nella vita interna dei partiti stessi. La paura era in particolare del Partito comunista che temeva di essere posto fuorilegge. Dal punto di vista della disciplina del finanziamento, si pensi che il primo provvedimento legislativo è del 1974: una norma che stabilisce l'entità dei finanziamenti pubblici ai partiti…finanziamenti pubblici appunto, e quelli privati? Qui entrano in gioco le lobbies che ad oggi, senza alcuna legge a riguardo, fanno crescere economicamente i partiti provocando plausibili condizionamenti nella politica dei partiti stessi in generale e di quelli al potere in particolare. Con il disegno di legge del nostro senatore si tenta di fornire una risposta a questi problemi, prevedendo, in caso di un'erogazione liberale di danaro o di beni e servizi, per un importo che superi la cifra di 30.000,00 euro, l'obbligo di una dichiarazione da parte del soggetto che la riceve. Ed inoltre, con questo disegno di legge, si riduce la quota del finanziamento pubblico e si allarga l'importo e la sfera dei contributi volontari detraibili, per incentivare le erogazioni liberali, favorendo quindi il finanziamento volontario della politica. Ora ci chiediamo, può tale proposta spingere gli eventuali "Sponsor" a svelare il proprio apporto e quindi il proprio orientamento politico? E quali saranno le ripercussioni economiche e sociali dovute a tale trasparente operazione effettuata dalla lobbies? Resta qualche dubbio. Però… Insomma, chiudiamo questa prima intensa giornata con sempre crescenti dubbi sulle tematiche affrontate, che da sole richiederebbero intere settimane di approfondimento. Ma quelli che ci assillano sono dubbi che affrontiamo laicamente, cioè senza la presunzione fatale di avere risposte univoche o verità inconfutabili. Del resto siamo repubblicani, ed esserlo fino in fondo vuol dire non avere risposte preconfezionate bensì dubbi che ci accompagnano nel trovare risposte adeguate ai bisogni della collettività.Perché, se una cosa abbiamo capito dopo questa prima giornata, l'Italia ha bisogno di risposte non banali né massimaliste. L'Italia ha bisogno di risvegliare lo spirito critico dei propri cittadini. E noi siamo qui per questo: non per avere risposte o verità, bensì per capire meglio quelle che sono le dinamiche politiche, per imparare a ragionare con la nostra testa senza appiattirci su posizioni preconcette, senza dover essere costretti, per far politica, a seguire l'omologazione di destra o di sinistra. Il ricambio nel partito, al termine di questa settimana, sarà sempre più vicino. Tremate, voi che state da anni in naftalina, tremate e…sperate! |