Seminario Fgr, terza giornata/Interventi autorevoli di Gallo, Polillo e Luigi Compagna Anni Cinquanta: i repubblicani progettano il futuro E stavolta, terzo giorno a Fiuggi del seminario Fgr, siamo stati letteralmente scaraventati giù dal letto. È tardi! Sono già le nove. Alcuni hanno l'influenza. Ma il segretario Fgr non vuole sentire ragioni: Tutti in aula, adesso! Chi con una brioche chi con un bicchiere di succo di frutta, tutti assonnati. Oddio, una lezione di economia industriale! Ed invece, nel breve volgere di qualche minuto tutti siamo rapiti dalla capacità oratoria e dalla forte carica che ci viene trasmessa dal Prof. Riccardo Gallo nel delineare le vicende della politica industriale nel nostro Paese. Il professore ha sottolineato come, per capire a fondo l'attuale situazione economica, sia necessario ripercorrere i punti cardine della storia industriale-economica italiana che influenzano le nostre attuali scelte. Obiettivo di questa disamina storica, fatta per flash su momenti rilevanti della vita industriale italiana, è stato quello di giungere ad individuare le condizioni per crescere, come recita il titolo del libro che il professore ha curato insieme a Francesco Silva, e ha voluto regalarci. Ci ha condotto così in un lungo viaggio: dagli anni Cinquanta quando grazie ad Ugo La Malfa l'Italia si aprì alla libertà degli scambi, passando per i tanti tentativi per rilanciare il Sud, tra cui la Cassa per il Mezzogiorno, fino al perverso meccanismo delle partecipazioni statali, al progetto di programmazione economica di La Malfa del 1963, alla situazione economica del 1973 in seguito alla crisi petrolifera, alla necessità espressa sempre da La Malfa di introdurre elementi di dinamica intersettoriale e di responsabilizzazione degli attori economici, agli anni ‘80 in cui la Fiat si fece modello della riconquista della produttività e dell'innovazione tecnologica, ai Novanta, infine, durante i quali i repubblicani, pur presenti in materia di decisioni (a loro è dovuta l'implementazione del progetto Antitrust), sono purtroppo assenti dalle "stanze dei bottoni" (in mano ai cattolici di sinistra). Più di due ore di spiegazioni, noi giovani condividiamo il suo pensiero nell'individuare come la comunicazione tra i diversi blocchi del sistema Italia sia determinante e decisiva nel risolvere questa impasse: ricerca, industria, sistema bancario devono necessariamente comunicare perché si sviluppi una cultura dell'innovazione fondamentale per poter competere a livello globale. E come può l'attuale legge Finanziaria rispondere a questa sfida che obbligatoriamente dobbiamo affrontare? Ed ecco i dubbi, le incertezze, le tante opinioni di molti. Quale sarà quella giusta? Un teorema! Ebbene sì. La nuova Finanziaria deriva da una assunzione senza alcuna dimostrazione fornita dal prof. Tommaso Padoa Schioppa. Si parla di dati di fatto ma in realtà di fatti se ne sono visti ben pochi. Il teorema afferma che: la condizione finanziaria dei conti pubblici italiana è grave, addirittura simile a quella del ‘92, ma è vero che non c'era bisogno di un teorema per rendersi conto che la condizione economica italiana non naviga in buone acque. Il ministro stima una manovra al netto di 15 mld di euro, cioè l'equivalente di un punto di Pil per farci rientrare da un 3,8% stimato ad un 2,8% del rapporto deficit/Pil come richiesto dai parametri della Ue. Dalle valutazioni del prof. Polillo e di Draghi, l'attuale governatore di Banca d'Italia, basate su dati ufficiali forniti dallo stesso Ministero dell'Economia, il rapporto deficit/Pil risulterebbe, in realtà, tra il 3,0% e il 3,4%, il che potrebbe comportare l'adozione di una Finanziaria molto meno incisiva. La spiegazione di questo divario nascerebbe da un migliore andamento delle entrate tributarie non considerate dal prof. Padoa Schioppa. Il prof Polillo afferma, inoltre, che in realtà la manovra dell'attuale Finanziaria risulterebbe aumentata al netto di 17,100 mld di euro stimati, derivanti dal rimborso dell'Iva richiestaci dalla Ue che non sono stati mai "trattati" da Prodi in sede europea e mai sottolineati nella Finanziaria propostaci. A questo punto nasce una domanda incresciosa: "Come mai gli stessi dati presentati dal Prof. Polillo non sono stati messi a disposizione anche a Padoa Schioppa?". Pare che la risposta sia ancora più incresciosa della domanda stessa: Polillo azzarderebbe perfino l'ipotesi di voci di corridoio del Ministero dell'Economia, secondo le quali tali dati non siano arrivati per stupidi "vizi di antipatia" o per ancora più preoccupanti "giochi politici", che sarebbero serviti ulteriormente a colpevolizzare la precedente gestione governativa. Quali le conclusioni? Esiste una incertezza oggettiva, derivante da una svolta negli andamenti ciclici dell'economia e dalla imprevista crescita delle entrate! Era saggio non anticipare troppo decisioni di politica economica che avrebbero potuto avere un effetto depressivo sull'economia? Nel pomeriggio il dibattito, condotto dal senatore Compagna, si è incentrato sui mali del Sud, sia da un punto di vista teorico e politico, che da un punto di vista concreto. L'Italia, un Paese nato diviso, ricco di contraddizioni fra le quali da sempre spicca la questione meridionale. Una problematica spinosa in cui si sono cimentati grandi uomini e studiosi come Fortunato, Nitti, Salvemini, Dorso, Gobetti e Amendola le cui opere influenzarono l'azione di politici quali Ugo La Malfa e Francesco Compagna. Ed è proprio grazie al fortunato incontro delle loro innovative visioni che la questione del Mezzogiorno non venne più vista come una prerogativa tutta italiana, ma fu proiettata in una prospettiva europea orientata verso valori occidentali. Oggi bisogna, quindi, prendere coscienza del fatto che la questione meridionale deve destare l'interesse di tutto il popolo italiano e non essere invece un elemento di frattura tra nord e sud. Il meridione è parte integrante dello Stato italiano, ed è lo Stato che deve affrontare le tante problematiche e i tanti drammi del Sud per invertire con forza e decisione una rotta che sembra, soprattutto in alcune zone della Campania, destinata ad un declino irreversibile. Ma che cos'è la ‘ndrangheta? E la camorra? La mafia? Al termine della lezione alcuni di noi hanno chiesto delucidazioni ad altri che vivono quotidianamente la realtà del meridione. La discussione divampa, le idee sono diverse e si arriva anche a duri scontri verbali. Alla fine tutto si ricompone. Un proposta: "ma perché non ci vediamo un film sull'argomento, così poi continuiamo il dibattito?" Proposta accolta, malgrado le proteste di chi avrebbe voluto vedere altro. E così anche la terza giornata volge al termine. |