Panorama 9 ottobre "In memoria di Modigliani" Caro direttore, Paul Samuelson ha scritto che Franco Modigliani è stato il maggiore macro-economista della seconda parte del XX secolo. Il suo primo articolo importante, nel 1946, conteneva una formulazione matematica della teoria keynesiana che ne permise l'utilizzazione ai fini della politica economica. Ulteriori contributi, fra cui un importantissimo articolo agli inizi degli anni sessanta, approfondiva gli aspetti di carattere monetario della teoria di Keynes e perfezionava l'analisi della possibilità di utilizzare la politica monetaria ai fini dello sviluppo economico. Contemporaneamente Modigliani sviluppava una serie di studi sulle determinanti di medio periodo del risparmio che gli valsero, tra l'altro, il premio Nobel per l'economia nel 1985 e sui quali periodicamente tornava con grande capacità di mettere le sue teorie alla prova dei dati statistici ed economici di molti paesi. Aveva sviluppato delle teorie originali per quanto riguarda il valore delle società quotate in borsa. Si era occupato dei problemi dell'edilizia, dei sistemi pensionistici e di molte altre cose. Seguiva poi con particolare attenzione, dalla metà degli anni ‘60, i problemi e le vicende dell'economia italiana. Aveva collaborato alla costruzione del primo modello econometrico dell'economia italiana presso l'ufficio studi della Banca d'Italia ed aveva formato decine di economisti italiani, noti e meno noti, che insegnano nelle università, lavorano in Banca d'Italia, nella Banca Centrale Europea, nel sistema bancario. La sua straordinaria caratteristica era di far capire che la scienza economica è utile; richiede rigore, conoscenza degli strumenti matematici e statistici, un confronto continuo con i dati della realtà ma essa serve, anzi è indispensabile, al buon governo. Vi è stata negli ultimi trent'anni, specialmente negli Stati Uniti, una tendenza a formalizzare sempre più i modelli economici e ad applicare ad essi sofisticati strumenti matematici. Modigliani conosceva bene questa letteratura, ma andava alla sostanza delle questioni cercando risposte ai problemi del nostro tempo, la disoccupazione in primo luogo ma anche l'inflazione. Questo straordinaria figura di intellettuale, in un certo senso, smentisce la famosa affermazione di Isaiah Berlin secondo cui vi sono studiosi che assomigliano al riccio ed altri che somigliano alla volpe; il riccio conosce una sola cosa in profondità, la volpe ne conosce tante ma con minore penetrazione in ciascuna di esse. Modigliani aveva la penetrazione del riccio nell'infinito numero di problemi ai quali la sua passione lo attirava. Ed in ciascuno di questi problemi il suo contributo aveva la profondità delle cose che rimarranno a lungo nel patrimonio della scienza economica. Per questo la sua perdita ha colpito in modo così esteso e così profondo la comunità degli studiosi. Per l'Italia, in ragione dell'attenzione con cui seguiva le nostre vicende la perdita è ancora maggiore e più dolorosa. Giorgio La Malfa |