Giorgio La Malfa, presidente Pri, a Radio Radicale: "Il Paese deve confrontarsi con una realtà multietnica" L'Aquila, sentenza importante Il Presidente del Pri Giorgio La Malfa è intervenuto nel corso del notiziario mattutino di Radio Radicale di lunedì scorso per spiegare la posizione dei repubblicani sull'ordinanza emessa dal giudice Montanaro sulla rimozione del Crocifisso esposto in una classe di una scuola abruzzese. Onorevole La Malfa, come commenta quello che è accaduto? "Commento che il giudice Montanaro ha avuto coraggio e ha emesso una sentenza importante. Perché con la sua decisione obbliga il Paese che non vuole pensare a problemi seri, a porre delle questioni che tutti volevano evitare di vedere. Quello che mi ha molto colpito sono i toni dei commenti politici del centrodestra come del centrosinistra: ridicoli. Tutti hanno sempre detto che le sentenze si leggono e non si commentano, mentre tutti si sono precipitati a commentarle senza nemmeno leggere le 30 pagine delle motivazioni che non abbiamo avuto occasione di vedere. Ho sentito dire delle stupidaggini straordinarie: che questa sentenza colpisce la libertà perché impedisce a chi è cattolico di avere davanti a se il cibo della sua religione e che è una sentenza illiberale. Il Paese sarà costretto a discutere i problemi tra chi ha una religione, chi ne ha un'altra, chi non ne ha nessuna. Meno male che è venuta questa sentenza". Questa polemica contribuisce ad un dialogo sereno sull'immigrazione? "Finalmente! Perché così l'ipocrisia di questo mondo di destra e di sinistra, di questo mondo cattolico, che dice che se non si aprono le porte all'immigrazione si è privi di carità cristiana e così via, scoprirà che aprire le porte all'immigrazione poi pone dei problemi agli equilibri religiosi. Anche quando uno dice che i sentimenti della maggioranza degli italiani sono cattolici, io considero aberrante pensare che la religione cattolica faccia parte della storia di questo Paese. L'Italia non è nata sotto il segno della religione cattolica. Allora perché uno non mette simboli delle legioni romane? L'Italia è più nata sotto questo segno, che sotto altri simboli. Ma lasciamo perdere questo aspetto. Quando sento dire che la religione deve rispettare le convinzioni della maggioranza, allora mi immagino il giorno in cui nelle scuole pubbliche ci sarà una prevalenza religiosa diversa da quella cattolica; anche perché, nel frattempo, col finanziamento delle scuole private, tutti gli italiani benestanti manderanno i loro figli nelle scuole non di Stato. A quel punto, per rispettare il pensiero religioso della maggioranza, bisognerà mettere i simboli della fede islamica. Emergeranno problemi seri, che sono stati affrontati con enorme leggerezza in questi anni, come quello della difficoltà dell'integrazione in una società multietnica. Se si vuole l'integrazione multietnica, bisogna riconoscere che tutte le religioni sono sullo stesso piano, e che dunque non può esserci alcun simbolo religioso nelle aule". |