Intervista al professor Umberto Rosa/Sostenere l'alta tecnologia

Non possiamo perdere il treno dei biodistretti

L'Italia non può perdere il treno dei biodistretti perché così si rischia di restare indietro nello sviluppo del Paese. Lo spiega alla "Voce repubblicana" il professor Umberto Rosa, presidente e amministratore delegato del gruppo Snia, leader mondiale nelle tecnologie mediche, il quale appoggia la proposta del senatore Del Pennino sui biodistretti tecnologici.

Presidente Rosa, l'industria biotecnologica negli ultimi anni si è sviluppata all'estero e soprattutto negli Usa. Crede che i distretti biotecnologici siano una grossa occasione di sviluppo nel nostro paese?

"L'industria biotecnologica si è andata sviluppando enormemente nel mondo e negli Stati Uniti, in alcuni Paesi europei, e non da noi. L'iniziativa sui biodistretti è una delle condizioni perché il fenomeno possa entrare anche in casa nostra".

Crede che questo gap che si sta creando sia un danno enorme per l'economia italiana?

"Non voglio drammatizzare la situazione, ma il danno c'è. Le biotecnologie sono una classica tecnologia di tipo trasversale che abbraccia principalmente l'industria farmaceutica, ma tocca anche l'area agroalimentare che nel nostro Paese è industrialmente importante, così come riguarda anche l'area delle tecnologie ambientali. Ritengo che perdere questo treno sia un grosso danno per il Paese. Abbiamo una ricerca di base nel settore che è la condizione necessaria per poter attivare l'industria tecnologica, di buon livello".

Come giudica il disegno del senatore Del Pennino sui biodistretti?

"Conosco la proposta perfettamente perché ne ho parlato con il senatore Del Pennino e la trovo completa ed intelligente. La proposta dice di finanziare in cinque Regioni la nascita di altrettanti biodistretti. Per biodistretti si intendono una serie di strutture essenziali affinché dalla ricerca di base possa nascere l'industria biotecnologica".

Pensa che lo Stato debba incentivare la nascita dei biodistretti o crede che le imprese possano fare da sole?

"Il sistema industriale italiano, come tutti sanno, sta soffrendo di carenza di competitività. Nel settore di high technology siamo modesti e fragili. Senza un supporto da parte dello Stato, credo che la nascita delle industrie tecnologiche in Italia non avverrà. Le ricordo che la decisione di voler far nascere un distretto tecnologico in un determinato luogo del Paese dipende anche da una scelta strategica delle forze locali: le Regioni, le Province e i Comuni, le banche e le fondazioni bancarie locali. Ci deve essere un intervento dello Stato centrale ad innescare il processo. Questa è la parte positiva della legge Del Pennino. Ritengo che localmente venga fatta la scelta strategica di puntare sulle biotecnologie. Si chiude un circolo vizioso".

Pensa che nelle Regioni sia presente la capacità di capire questa esigenza di adeguamento dello sviluppo industriale? Conosciamo il Presidente della Regione Formigoni e sappiamo che è molto attento a questo tipo di sforzo, ma ci sono anche realtà come il Piemonte dove certe iniziative sono state bloccate.

"Posso esprimere dei giudizi sulla Lombardia. Vivo qui e confermo quello che diceva su Formigoni. Lo è anche sul problema delle biotecnologie. La Lombardia è la regione che ha più probabilità di farcela rispetto all'obiettivo strategico di sviluppare un'industria biotecnologica. Un ottimo lavoro è in corso in Campania, dove il professor Nicolai sta facendo un grande lavoro. Per quanto riguarda il Piemonte non ho compreso il motivo per il quale il Presidente Ghigo abbia scelto una soluzione perdente bruciando le coltivazioni Ogm. Resta il fatto che la Lombardia è una Regione interessata alle biotecnologie".

Alla base di certe scelte ci sono delle motivazioni di carattere etico. Non sto qui a soffermarmi sull'etica salvifica del dolore e della sofferenza imposta dai cattolici, che ha bloccato la ricerca scientifica, ma crede che certe impostazioni dettate dalla fede di alcuni politici abbiano fermato lo sviluppo dell'industria?

"Questo è il limite. La scelta del Piemonte sugli Ogm è stata dettata considerazioni rispettabili, ma scientificamente insostenibili. Non credo che questo voglia dire che il Presidente della Regione Piemonte sia contro ogni forma di sviluppo industriale e di ricerca. Nel caso specifico è stato fatto un grave errore".

C'è ancora un margine per superare il gap che si sta formando con gli altri Paesi sui biodistretti?

"Secondo me sì. Come le dicevo, abbiamo una struttura di ricerca di livello confrontabile rispetto a quella di Paesi come la Germania o la Francia nel settore che può dare origine all'industria biotecnologica. Se aspettiamo un certo numeri di anni il trend è perduto".

(a cura di l. p.)