Regione Emilia Romagna: legge sulla procreazione medicalmente assistita/Luisa Babini dopo l'impegno per la raccolta delle firme preannuncia il sostegno al referendum

Negato alle donne il diritto all'autodeterminazione

Quest'anno con il consenso trasversale di Destra e Sinistra sono state approvate in Parlamento le "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita".

Si tratta di una Legge largamente restrittiva che mette in luce il lato oscuro della cultura politica di questo Paese, quella che, in contrasto con i principi stessi della Costituzione italiana, espone la Cosa Pubblica ai condizionamenti del cattolicesimo integralista anziché consentire la libertà di coscienza individuale e la libertà di ricerca in campo scientifico.

Grazie alle nuove norme per le coppie sterili sarà molto più difficile accedere alle tecniche di fecondazione assistita: si potrà procedere alla produzione di soli tre embrioni, riducendo così drasticamente la possibilità di successo, cioè di avere un figlio. Ciò costringerà in molti casi le donne a sottoporsi a ripetuti interventi chirurgici e logoranti cure di tipo invasivo con il danno fisico e psicologico che ne consegue. Per le coppie che sono invece fertili ma che sono anche portatrici di malattie genetiche, non ci sarà invece alcuna possibilità di ricorrere alla procreazione assistita che consentirebbe loro di mettere al mondo un figlio sano. Ne conseguirà che chi avrà le possibilità economiche per farlo, si recherà all'estero per poter usufruire pagando dell'assistenza medica di cui necessita.

Oggi, grazie a questa legge, il diritto ad avere un figlio sano è riservato a coloro che se lo possono permettere.

Brutte notizie anche sul fronte della ricerca scientifica. La Legge vieta infatti la sperimentazione sulle cellule staminali embrionali che la scienza ha individuato come la nuova frontiera per la cura di malattie come l'infarto, il diabete, l'Alzheimer, il morbo di Parkinson, la sclerosi a placche e per la rigenerazione degli organi danneggiati. Mentre gran parte dei Paesi Europei ed Extraeuropei sta cercando di sfruttare le nuove opportunità offerte dallo studio delle cellule embrionali, il nostro Paese rischia di rimanere in una posizione arretrata anche sul fronte della ricerca e della lotta alle malattie. Evidentemente per molta parte del mondo politico italiano è più importante compiacere le richieste del Vaticano anche a costo di negare la possibilità di usufruire delle importanti conquiste della scienza medica, negando di fatto un importante diritto, quello alla salute. Anche la recente proposta di modifica alla Legge avanzata da molti esponenti di Destra e Sinistra è solo un tentativo di evitare un Referendum popolare che smentirebbe il voto in Parlamento. Contro la Legge si è infatti conclusa in tutta Italia la raccolta firme, il cui obiettivo è un Referendum abrogativo. Anch'io come donna e come politico, ho partecipato in prima fila alla battaglia, unendomi ai molti "personaggi illustri" del mondo politico regionale e nazionale che hanno deciso di unire le forze per la cancellazione di una Legge iniqua e oscurantista. Si tratta infatti di una Legge oscurantista, tanto oscurantista da generare dei veri e propri paradossi.

Non è certamente degno di una moderna Repubblica che ingloba nella sua Costituzione i principi di libertà e di laicità dello Stato negare il diritto di donne e uomini all'autodeterminazione e consentire regole discriminatorie in virtù di un credo religioso. Su questa linea, si teme anche un possibile smantellamento della Legge 194, quella sull'aborto. Ma la gente comune sembra essere più avanti dei politici che la rappresentano e capisce che si tratta di una Legge ottusa siamo quindi molto fiduciosi sull'esito della raccolta.

Va inoltre ricordato il lodevole lavoro svolto in Parlamento dal senatore Repubblicano Antonio Del Pennino, il quale si è adoperato con forza per chiedere sostanziali modifiche alla Legge sulla fecondazione assistita. Uno sforzo, il suo, che si è dovuto scontrare contro un ampio schieramento trasversale esposto ai condizionamenti del cattolicesimo spesso per motivi di opportunismo politico.

Luisa Babini consigliere regionale Pri Emilia Romagna