Assemblea annuale dell'Associazione bonifiche: intervento del sottosegretario all'Ambiente Francesco Nucara/Un ruolo e una funzione che ormai appaiono lontani dall'antica impostazione limitata al risanamento rurale. Il futuro è la valorizzazione complessiva

Quando l'ente è chiamato allo sviluppo delle potenzialità del territorio

Intervento del sottosegretario all'Ambiente, on. Francesco Nucara, all'assemblea annuale Anbi, Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari. Roma, 7 ottobre 2004.

di Francesco Nucara

Vi ringrazio per l'invito, che ho accolto ben volentieri, di partecipare alla Vostra Assemblea Annuale.

Un appuntamento questo che si svolge in una fase particolare della politica nazionale, concentrata sulla legge finanziaria presentata dal Governo nell'ultimo Consiglio dei ministri.

Sicuramente gran parte del vostro dibattito si svolgerà attorno al ruolo dei consorzi di bonifica, quelli relativi alle questioni legate alla gestione delle risorse idriche, alla tutela delle acque, al loro utilizzo.

Un ruolo ad essi attribuito dalla legge fondamentale sulla difesa del suolo, la legge 183 del 1989 e poi successivamente dal Decreto Legislativo n. 152 del 1999.

Il ruolo e la funzione dei Consorzi di Bonifica, alla luce della più recente evoluzione, possono ormai dirsi lontani dall'antica impostazione circoscritta unicamente al risanamento rurale, essendo incentrati, invece, sul privilegio delle potenzialità produttive del patrimonio terriero (incrementate attraverso l'utilizzo delle tecniche più avanzate), nonché, soprattutto, sulla costante e capillare azione di consolidamento, difesa e valorizzazione del territorio.

La complessità e la molteplicità delle funzioni oggi attribuite agli enti di bonifica, in ragione delle sofisticate e non comuni cognizioni tecnico ­ scientifiche di cui gli enti suddetti sono portatori, è testimoniata dalla sovrapposizione di leggi statali e regionali intervenute a disciplinare la materia, anche se in maniera frammentaria, non omogenea e certamente inadeguata al ruolo ed alla crescente importanza di un ente come il Consorzio di Bonifica.

A riprova dell' accresciuto rilievo assunto nel corso dell'ultimo ventennio dai Consorzi di Bonifica, ai fini della specifica valorizzazione dei singoli comprensori, la stessa Corte Costituzionale ha operato una mirabile sintesi di compiti e funzioni ascrivibili agli enti consortili (sentenza n°66 del 1992).

Essa, infatti, argomenta che, "La bonifica è un'attività pubblica che ha per fine la conservazione e la difesa del suolo, l'utilizzazione e tutela delle risorse idriche e la tutela ambientale. I Consorzi di Bonifica sono una delle istituzioni principali per la realizzazione degli scopi di difesa del suolo, di risanamento delle acque, di fruizione e di gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale e di tutela degli assetti ambientali ad essi connessi".

La Consulta fotografa in maniera inequivocabile il ruolo strategico del Consorzio di Bonifica, nonché i molteplici profili ascrivibili alla attività istituzionale dei Consorzi; non solo in ordine ai compiti che sono loro affidati, ma anche in ordine alla complessità ed alla valenza globale della stessa attività che sono chiamati a svolgere.

E ciò avuto riguardo, in primo luogo, alle realtà di comprensori a medio e/o alto tasso urbanistico, ove le infrastrutture di bonifica presenti sono notevolissime e l'equilibrio idrogeologico e l'integrità del territorio sono in connessione inscindibile con dette opere; opere, delle quali, in molti casi, la collettività disconosce la basilare importanza.

Basti por mente all'importanza delle opere consortili contro il rischio idrico ed idrogeologico; alla rilevanza dei processi di regimazione dell'acqua e di difesa idraulica ed in ultima analisi, dell'attività irrigua (per non menzionare, sia pur limitatamente ad alcune realtà regionali, le attività demandate ai Consorzi di Bonifica in materia di forestazione).

Appare, pertanto, opportuno ribadire, con vigore ed in tutte le sedi, la centralità e l'importanza dei più rilevanti compiti assolti dai Consorzi di Bonifica.

Pur volendo limitare la presente disamina ad una valutazione generale del problema, per chiare esigenze di sintesi, non si può non rimarcare, ad esempio, la preminente funzione del sistema di opere di regimazione idraulica e la centralità che tale sistema assume per la difesa dalle inondazioni, non solo dei terreni agricoli, ma di tutto il territorio a qualunque uso adibito.

In molti casi, le descritte opere di adduzione e regimentazione, si rivelano fondamentali anche al fine dell'abbattimento dei carichi inquinanti dei corsi d'acqua naturali, costituendo spesso lo strumento per il trasporto di grandi quantità di acque reflue dei centri urbani e degli stabilimenti industriali.

Si palesa, pertanto, di palmare evidenza l'evoluzione che ha interessato l'ente Consorzio di Bonifica: da istituzione originariamente finalizzata allo sviluppo agricolo, ad indispensabile presidio dell'equilibrio idrogeologico del territorio, a strumento di moderno e razionale sfruttamento delle acque, ad ente di salvaguardia e tutela ambientale nell'accezione più ampia del termine.

L'originaria funzione agricola della bonifica, pur conservando la sua connotazione essenziale, ha perso la sua primitiva identità per acquisirne una di più ampio respiro e di interesse generale, nell'ottica di una più moderna concezione della attività di bonifica.

La bonifica, in sostanza, è venuta ad assumere imprescindibili compiti di difesa complessiva del suolo e delle sue risorse per fini d'interesse pubblico sempre meno settoriali, attraverso la complessa attività sopra descritta, che muove dalle prime fasi di studio e di progettazione, sino a pervenire alla compiuta realizzazione delle opere pubbliche di bonifica di più rilevante importanza, indispensabili per garantire risposte adeguate alle diversificate realtà territoriali

L'attività di bonifica abbraccia, quindi, tutti gli insediamenti presenti nel comprensorio (agricoli, urbani, industriali), anche in ragione della capacità di incidere fortemente sull'assetto territoriale, per effetto di un patrimonio di competenze sofisticate in tema di opere pubbliche di bonifica e di opere idrauliche in generale.

Sotto altro e non meno importante aspetto, va evidenziato come i Consorzi di Bonifica diventano enti nevralgici ai fini del migliore e più proficuo sfruttamento dei finanziamenti di derivazione comunitaria.

L'attività dei Consorzi, pertanto, si presta anche a divenire seria ed affidabile garanzia di impiego di risorse pubbliche, nello specifico settore di pertinenza.

Sarebbe, allora, quanto mai auspicabile che, sulla base di tale rinnovata consapevolezza ed in armonia con il riconosciuto potere legislativo regionale, il Legislatore centrale si facesse carico di un'opera di rivisitazione della normativa esistente, attribuendo ai Consorzi di Bonifica, interessati dalla evoluzione sin qui ripercorsa, una collocazione istituzionale nitida, definita, consona alle potenzialità espresse da questi soggetti pubblici.

Prima di concludere, vorrei parlare del Programma idrico nazionale previsto dalla legge finanziaria dello scorso anno.

Si tratta di un documento presentato dal Ministero dell'Ambiente, già approvato in sede di Conferenza Stato Regioni del 23 settembre scorso, ma non definitivo rispetto alle problematiche complessive del settore.

La relazione di accompagnamento è stata concordata con le Regioni le quali hanno indicato le varie classi di interventi che la norma prevede vengano ricompresi nel Programma.

In sede di Conferenza Stato Regioni ho evidenziato il carattere di flessibilità e di adattabilità del Programma ed il ruolo fondamentale delle Regioni nella determinazione delle priorità per la scelta degli interventi da finanziare, garantendo la compatibilità di tali interventi con le linee di governo definite dagli atti di pianificazione e programmazione regionale ed in particolare dai Piani di Tutela.

Uno degli allegati riguardava in particolare il programma irriguo nazionale, elaborato del Ministero delle Politiche agricole e forestali e concordato con le Regioni.

A fronte di un fabbisogno complessivo precedentemente stimato attorno ai 30 miliardi di euro, le indicazioni provenienti dalle Regioni proiettano la richiesta finanziaria su valori sensibilmente più elevati.

In sede di Conferenza Stato Regioni ho assunto l'impegno di presentare al Cipe il Programma unitamente agli allegati predisposti in accordo con le Regioni.

Alla stesura del programma, anche la vostra Associazione ha dato il suo contributo, specificamente nella parte relativa al sistema unico e interconnesso e alla distribuzione e usi delle acque.

E' uno dei motivi per cui bisogna ringraziare il Direttore Generale, l'Avvocato Martuccelli, sempre molto attenta alle esigenze della vostra organizzazione e sempre presente sui temi che sono collegati alle tematiche legate all'acqua e alla difesa del suolo.

In altre due occasioni ho avuto infatti modo di apprezzare il Suo valente contributo.

A marzo, in occasione della chiusura dell'Anno internazionale dell'Acqua, organizzato dal Ministero dell'Ambiente, presso la Fiera di Milano ed alla fine di Aprile a Reggio Calabria in un bel convegno organizzato sempre dal Ministero dell'Ambiente sul Progetto Operativo Difesa Suolo.

Non sono venuto qui per fare un intervento, ma soltanto per un saluto molto cordiale ad un'Associazione che si muove nell'ambito di un settore a cui io sono molto legato, sia per la mia formazione personale sia perché, come sottosegretario ai Lavori Pubblici, ho portato a conclusione l'iter parlamentare della legge sulla difesa del suolo.

Termino con un augurio a tutti i partecipanti e con la certezza che da questa assise verranno, così come è sempre stato, contributi importanti per indirizzare la politica del Paese verso la soluzione di quei problemi che, sembrano insignificanti, ma sono fondamentali per una moderna civiltà.