Emilia Romagna: approvato il nuovo Statuto della Regione/Luisa Babini sottolinea le novità apportate alla luce delle modifiche del Titolo V Autonomia in un'Italia unita e indivisibile La Regione Emilia Romagna ha un nuovo Statuto: l'iter si è concluso pochi giorni fa in Consiglio Regionale con l'approvazione del testo già in seconda lettura. In passato sono già stati elaborati altri due Statuti, questo, tuttavia, si pone su un piano di particolare rilevanza perché è concepito alla luce delle modifiche apportate al Titolo V della Costituzione italiana, le quali conferiscono ampia autonomia alle Regioni in materia statutaria. Un'autonomia che deve realizzarsi ferma restando la garanzia di un'Italia unita ed indivisibile in cui i Repubblicani hanno sempre creduto fermamente. Il PRI, con il proprio rappresentante in Consiglio Regionale ha partecipato ad una Legislatura importante nel corso della quale si sono riscritte le regole che saranno alla base della futura società Emiliano-Romagnola. Nel Preambolo i Repubblicani si sono battuti per l'inserimento di chiari riferimenti al Risorgimento e Resistenza quali tappe fondamentali dell'autocoscienza democratica della Regione e dell'intero Paese. Il nuovo Statuto contiene alcune importanti novità. La più evidente è l'elezione diretta del Presidente della Regione, con la possibilità per quest'ultimo di ricoprire due mandati consecutivi. Nonostante questa soluzione non abbia visto i Repubblicani entusiasti, quello che rende più convincente questo meccanismo è il fatto che è l'elezione diretta produce stabilità, ma soprattutto si basa sul principio di responsabilità. Un Presidente eletto direttamente, infatti, risponde in prima persona ai cittadini e agli elettori della propria azione politica. Altra novità importante introdotta col nuovo Statuto è la netta suddivisione dei poteri fra potere legislativo (in capo al Consiglio), ed esecutivo (in capo alla Giunta). Il ruolo dell'Assemblea oltre alle competenze esclusive in campo legislativo e all'aumento del numero dei Consiglieri da 50 a 65, viene rafforzato ulteriormente dal conferimento di importanti e strategiche funzioni di indirizzo, di controllo e di verifica dell'operato della Giunta. Il principio di separazione dei poteri fra chi fa le leggi e chi le applica è rafforzata anche dalla decisione di prevedere unicamente Assessori esterni, i quali cioè non potranno più ricoprire contemporaneamente la carica di Assessori e di Consiglieri: non vi sarà dunque più alcun equivoco tra chi è controllore e chi è controllato perché il loro ruolo sarà da ora ben delineato. Viene creata la Camera delle Autonomie Locali con funzioni di collegamento con le realtà territoriali. Questa Camera non svolge le funzioni di un secondo Consiglio ma ha il compito di valorizzare il raccordo fra gli enti pubblici locali in un'ottica di collaborazione costruttiva. Altra apprezzabile novità è quella che prevede l'apertura di maggiore spazio politico alle donne. Per dare un effettivo risvolto al principio costituzionale delle pari opportunità anche sul piano dell'accesso alle cariche elettive, il nuovo Statuto prevede che nelle liste elettorali donne e uomini siano presenti in maniera paritaria e che per le nomine si rispettino i criteri di parità di accesso. Si tratta di una importante conquista non solo per le donne, ma per tutto il mondo democratico: avere più donne che operano in campo politico è un fattore di arricchimento e modernizzazione. Finora la presenza delle donne nelle alte sfere della politica regionale è stata fin troppo bassa, ed è giusto quindi favorire quelle misure che possano contribuire ad invertire la rotta avvicinando così il nostro Paese al livello degli altri paesi europei, come qualche tempo fa ha chiesto anche il Presidente Ciampi. Alla luce del nuovo Statuto, presto sarà pronta anche una nuova Legge elettorale, nella speranza però che nel frattempo non ci sia un'impugnativa da parte del Governo, come sta succedendo per altre Regioni. Luisa Babini consigliere regionale Pri Emilia Romagna |