Intervista a Giovanni Postorino/Responsabile organizzativo del Partito repubblicano Ripensare i modi per intercettare il consenso politico Giovanni Postorino, 28 anni, è il nuovo responsabile organizzativo nazionale del PRI. Un giovane e la tradizione repubblicana… Spero di ricambiare la fiducia che mi viene accordata, conferendomi l'incarico politico di responsabile organizzativo nazionale, portando a compimento, attraverso un intenso lavoro, il processo di rilancio del PRI iniziato da diversi anni. Quest'incarico sarà svolto con passione per la politica e con la mia massima disponibilità a collaborare con tutte le componenti del partito, nell'esclusivo interesse del PRI. Nel mio agire terrò in debita considerazione i suggerimenti e le proposte che saranno avanzate con il medesimo obiettivo: la continuazione ed il rilancio di una gloriosa tradizione com'è quella repubblicana. Ritieni che le istanze avanzate dalla componente giovanile del Partito siano state accolte? Già da diversi mesi ed in diverse occasioni, non ultimo il consiglio nazionale di luglio nel corso del quale è stato approvato un ODG volto ad evidenziare linee di azione per un concreto ammodernamento di uomini e di idee, i giovani hanno evidenziato l'esigenza di avviare un percorso di confronto interno volto a ripensare i modi e le istanze proprie del PRI. Nel documento di luglio è stata espressa la necessità di ripensare il partito da un punto di vista programmatico, politico e generazionale. Sono fermamente convinto che far sopravvivere il partito ai propri uomini garantendo la continuità della tradizione politica di cui si è espressione è il compito primario di ogni buon dirigente di partito. Credo che il percorso intrapreso oggi, con questo passo in avanti, sia nel senso da noi auspicato. Non credo che rimarrà isolato. Occorre farne altri e altrettanto importanti, a tutti i livelli, aprendo le porte a forze fresche che sappiano interpretare le esigenze quotidiane ed essere continuatori della tradizione repubblicana che, come ho avuto modo di affermare anche nel mio intervento al Congresso di febbraio, vede i giovani sempre in prima linea nelle battaglie politiche. Il documento di luglio può essere la traccia di questo percorso di ammodernamento. Come si deve agire per rilanciare il partito? Bisogna partire da due constatazioni. La gente comune ormai sa poco del partito, quando non ne ignori la stessa esistenza. Questo è un fenomeno riscontrato oltre che nell'elettorato adulto anche ed in modo preoccupante tra i giovani. La seconda constatazione è che le forme di fare politica sono in costante mutamento. Occorre meditare a fondo sui modi dell'agire politico per poter intercettare un bacino di consensi più vasto di quello che finora abbiamo ottenuto. Sono consapevole delle nostre esigue risorse, ma credo che con dedizione, costanza e spirito di sacrificio si possano raggiungere risultati che possono ad oggi apparire impossibili. E a fronte di questo, quali strategie proponi per un'azione politica efficace? Il Partito repubblicano è sempre stato un "grande" partito, mai un "grosso" partito. In questi anni si è fatto promotore, come nella sua tradizione, di iniziative culturali, di convegni, tavole rotonde, di seminari formativi per attirare i giovani. Ora occorre rinnovare questo impegno culturale e contribuire come da tradizione al dibattito politico intorno ai grandi temi dell'economia, della politica estera e della ricerca e dell'innovazione. Ma non basta. Occorre anche, e direi necessariamente, che il partito torni a parlare alla gente comune fornendo il più possibile delle risposte alle tante incertezze che si affacciano nella vita quotidiana. Insomma, occorre, una volta che si è "grandi", cercare di diventare anche un po' "grossi". Più concretamente… Il partito deve anche saper uscire dalle aule e dai palazzi veicolando all'esterno il proprio pensiero. Deve saper scendere nelle piazze e per le strade. Iniziative semplici e a basso costo sono sostenibili e possono garantire un ritorno in termini di immagine e di consensi. Mi riferisco, per esempio, a banchetti informativi, volti alla promozione e al sostegno di determinate battaglie e delle principali tematiche politiche. Ma serve anche rilanciare le attività dei circoli e delle sezioni del partito affinché si torni a discutere di politica e dove al momento di riflessione e di approfondimento si accompagni il momento ricreativo. Un'altra idea potrebbe essere quella di elaborare un documento-programma politico. Si potrebbe predisporre una piattaforma programmatica che indichi nero su bianco le proposte del PRI. Dotarsi di un documento di questo tipo, che contenga le linee generali del progetto repubblicano per l'Italia e l'Europa, se può risultare superfluo a molti, ha in realtà delle implicazioni in termini di capacità di diffusione, soprattutto fra i giovani e la gente comune, che non sottovaluterei. Del resto, il messaggio politico è tanto più incisivo quanto è veicolato in modo chiaro e schematico. In questo contesto occorre, per esempio, compiere un vero e proprio restyling del sito internet dotandosi di un sito dinamico, che consenta all'utente da una parte di ottenere maggiori e più esaustive informazioni sulla vita e le iniziative del partito e dall'altra di interagire concretamente. Senza tralasciare l'importanza che nel quadro di una riflessione intorno alle strategie di comunicazione deve avere il rilancio della testata storica del PRI: la Voce Repubblicana. Come affrontare il 2006, anno elettorale? Stiamo attraversando un periodo politico molto travagliato. Quel che ci aspetta il prossimo anno è una dura competizione elettorale. Non solo a livello politico ma anche e soprattutto a livello di amministrazioni locali. Il partito deve impegnarsi a fondo per tornare ad essere protagonista delle realtà territoriali. Il radicamento nel territorio è il primo passo della crescita. Importante comunque è lo spirito che deve guidarci. Qualche giorno fa, riflettendo con alcuni amici, convenivamo che i partiti sono come le squadre di calcio: o hanno grandi individualità o hanno un gioco corale formidabile. Il PRI se vuole competere degnamente nella prossima campagna elettorale deve tornare a fare squadra e non lottare per il titolo di capocannoniere. Sei stato e lo sei tuttora Segretario della FGR. Dalle tue risposte sembri più appartenere al mondo "giovane" che al mondo "adulto" o addirittura "anziano" del PRI. Riuscirai a distinguere le due cose? E se sì, come pensi di esercitare la funzione di responsabile nazionale dell'organizzazione distinguendola da Segretario della FGR? Il presente non può fare a meno del passato, e viceversa. Sono due facce della stessa medaglia. Sono convinto che oggi al PRI serva impostare un'azione politica in modo moderno, e comunque destinata a tutti senza distinguere tra giovani ed adulti. Se proprio si deve fare una differenza tra i due, posso dire che il ruolo da me ricoperto mi consente di stare a contatto con entrambi i mondi: quello "giovane" e quello "anziano". Nel mio agire farò quindi da tramite, avvicinando l'uno all'altro, prendendone gli aspetti positivi, cercando di congiungere la spinta innovativa dell'uno con l'esperienza dell'altro e tenendo in debita considerazione le esigenze di entrambi. L'augurio è che, contribuendo a far maturare l'uno e a dare nuove prospettive all'altro, da questo mio agire si possa concretamente far crescere il PRI. |