"Ambiente e pensioni l'intreccio del futuro"

di Giovanni Pizzo

I temi dell'Ambiente, del consumo delle risorse, della modifica degli equilibri dei sistemi ecologici, delle relative conseguenze sulla qualità e sulla durata della vita dell'uomo e degli altri esseri viventi, saranno i protagonisti del nuovo millennio e condizioneranno i comportamenti dei Soggetti attori del sistema economico: le imprese che devono utilizzare quelle risorse per garantire la produzione di beni e servizi; le Autorità di governo che devono attuare le politiche di sviluppo; i consumatori destinatari finali dei beni prodotti e, nello stesso tempo, utenti fruitori dell'Ambiente.

I problemi dello sviluppo economico e quelli della conservazione dell'Ambiente tendono ad essere sempre più intrecciati fino a diventare – come accade ai tronchi di certe piante che attorcigliandosi finiscono, nel tempo, col diventare un unico tronco – una sola questione: la qualità della vita attuale e di quella delle future generazioni.

Anche le attuali riflessioni sulla insostenibilità del sistema previdenziale si inseriscono in questo quadro di contrapposizione fra "interessi" attuali ed interessi "futuri" di Soggetti privi di una rappresentanza sociale.

L'azione di Governo dovrà confrontarsi con queste sfide: le politiche mirate a stimolare lo sviluppo economico e l'aumento della ricchezza monetaria si scontrano con i vincoli della saturazione del territorio e del degrado dell'ambiente e, come dimostrano i dati di molte grandi economie "sature", incontrano difficoltà sempre maggiori a far crescere il Pil.

Il Partito repubblicano, sempre attento ai temi dello sviluppo economico e della distribuzione della ricchezza, è in grado, meglio di altri, di cogliere questo mutamento di scenario e può contribuire alla costruzione dei nuovi strumenti di governo, forte della propria tradizione e dell'insegnamento di Ugo La Malfa.

Sul piano politico, esiste un grande spazio che il Partito repubblicano può coprire: infatti l'approccio demagogico, repressivo ed anticapitalistico che la Sinistra ha dato al problema dell'ambiente si è dimostrato fallimentare; dall'altro canto, la destra liberista tende a sopravvalutare le capacità del sistema di mercato di trovare all'interno dei propri meccanismi le correzioni all'attuale processo di degrado prima che si raggiungano situazioni di intollerabile irreversibilità.

La sfida per ritrovare la strada dello sviluppo (sostenibile) potrà essere vinta se, attraverso l'uso delle opportune leve di comando, si riuscirà ad invertire la attuale correlazione fra crescita economica e degrado ambientale. Si dovranno investire ingenti risorse in modo mirato e coordinato, per creare le condizioni affinché le stesse energie del capitalismo di mercato - in un quadro di relazioni di cooperazione fra i Soggetti che vi operano – nel coniugare lo sviluppo dei redditi con i vincoli ambientali diventino il motore per l'innovazione e conducano verso un nuovo modello di sviluppo, capace di creare nuove occasioni di crescita in settori che sarebbero al riparo dalla concorrenza dei Paesi di nuova industrializzazione.

Il "Transatlantico" della nostra economia di mercato, senza fermare la propria corsa - anzi trovando il modo di uscire dall'attuale fase stagnante - causata dalla saturazione dei bisogni, dalla nuova distribuzione mondiale del lavoro e dai vincoli ambientali – dovrà effettuare una virata di 90 gradi ponendo la prua - oggi rivolta contro l'ambiente - verso la sua conservazione per il benessere della popolazione attuale e delle generazioni future.

L'azione di Governo dovrà superare lo steccato fra politiche ambientali e politiche economiche per costruire una nuova politica economica che abbia come obbiettivo centrale non solo lo sviluppo dei redditi, ma anche, e intrinsecamente, il miglioramento della qualità ambientale e la conservazione della stessa per le future generazioni. E sarebbe oggi una politica comprensibile dalla gente; ormai - e non solo per effetto degli eventi di questa estate e delle relative massicce campagne dei media - tutte le indagini sulle aspettative della popolazione nelle società economicamente mature concordano nell'assegnare i primi posti alla richiesta di qualità dell'ambiente, alla paura delle conseguenze dell'inquinamento sulla salute, alla preferenza per un'alimentazione sana, alla qualità di assistenza sanitaria, ecc.: la gente vorrebbe godersi la pensione (se si eviterà il tracollo del sistema) e non fare la fine delle migliaia di anziani dell'estate 2003.