La Calabria del Risorgimento e quella di oggi/Il futuro di S. Stefano d'Aspromonte

Fra meriti storici del passato e attualità ambientale

di Francesco Nucara

Il 31 agosto, presso il comune di S. Stefano d'Aspromonte, è stata consegnata una targa a Francesco Nucara per la sua attività di governo. La riunione si è svolta nella sala del Consiglio comunale, alla presenza, fra gli altri, del sindaco, del presidente della Comunità montana e del direttore del Parco d'Aspromonte. Nucara ha voluto ricordare la sua visita con questo scritto.

Quest'anno ricorre il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini.

Mazzini è il padre spirituale del Partito Repubblicano Italiano. E' stato costituito un comitato nazionale per la celebrazione del bicentenario presieduto dal Sen. De Carolis a cui hanno aderito personalità politiche (Andreotti, il Sen. Marino, Cossiga, ecc) del mondo cooperativo nazionale, della scienza (Prof. Lotti, Prof. Morra, ecc).

Il segretario del Pri ovviamente sta girando per partecipare alle manifestazioni che si tengono in tutta Italia. A ottobre ci sarà una manifestazione a Reggio Calabria. Ho letto che, recentemente, su iniziativa del comune di Santo Stefano, vi è stato un incontro sul Risorgimento. L'occasione era dovuta alla presentazione di un libro del Prof. Amato proprio sul Risorgimento.

In questo quadro, cerco di approfondire la storia dell'unità d'Italia, volendo capire il contributo dato dalle popolazioni geograficamente marginali rispetto al processo unitario. Ci sarà, tra l'altro, uno spettacolo teatrale che girerà per la Calabria, dove si parlerà della tragedia dei Fratelli Bandiera. Nella ricerca che svolgiamo in modo disorganico - per la verità- ci imbattiamo nei personaggi del Risorgimento reggino. Con sorpresa (la risultante dell'ignoranza) apprendiamo che in Calabria il maggior contributo di uomini e fatti per l'unità d'Italia è stato dato da Santo Stefano d'Aspromonte. E con altrettanto stupore ho potuto notare che un figlio di questa cittadina, Stefano Romeo, partecipò alla battaglia per la difesa della Repubblica Romana e un altro Romeo, Pietro Aristeo, ebbe contatti con Mazzini a Londra nel 1852.

Santo Stefano ebbe anche ripetute rappresentanze parlamentari e anche chi, come Stefano Romeo, si dimise da deputato perché non condivideva il regime costituzionale dell' epoca. Altri tempi e soprattutto altri uomini. Ma c'è un filo conduttore che lega Santo Stefano al pensiero repubblicano, ed è la colonia "L. Franchetti", voluta dall'Associazione nazionale degli interessi del Mezzogiorno, di cui autorevoli esponenti sono stati Francesco Compagna e Michele Cifarelli.

Queste sono le ragioni storiche che mi hanno indotto ad accettare l'invito del sindaco, che mi ha altamente onorato. Ma se questo legame è vero, vediamo se possiamo continuare a tenerlo e, se possibile, rafforzarlo.

S. Stefano d'Aspromonte è un comune montano e in quanto tale va difeso, perché è ricco sotto il profilo naturalistico, ambientale e della biodiversità; va salvaguardato il patrimonio artistico, culturale, sociale, e l'assortimento della produzione agro - alimentare, e infine va incentivato lo sviluppo turistico nella piena salvaguardia dell'ambiente.

La ricchezza maggiore, tuttavia, è la presenza dell'uomo. Senza una presenza fattiva del fattore umano, il territorio si degrada, le radici con il passato si recidono, l'identità scompare. Occorre dar luogo a politiche che impediscano la fuga dell'uomo dalla montagna. Tali politiche devono essere realizzate attraverso una riconsiderazione dei servizi pubblici, di un'efficiente infrastrutturizzazione, di una migliore ed efficace prevenzione da catastrofi naturali, di un'oculata gestione del Parco che dovrà avere una sua patrimonialità.

Primo obiettivo è la difesa da possibili eventuali catastrofi quali frane, smottamenti, esondazioni di torrenti. S. Stefano si trova situato tra due fiumare: il Catona e il Gallico. Desta una maggiore preoccupazione secondo gli studi del Pai (Piano di assetto idrogeologico) la fiumara Catona e, inoltre, c'è pericolo di frane a Gambarie. D'intesa con il sindaco opereremo perché almeno uno dei due problemi sia risolto in termini di finanziamento entro la fine dell'anno.

Altro problema è la gestione del Parco Nazionale. Più volte ho avuto modo di manifestare il mio pensiero sulla precedente gestione: buona in prospettiva, molto meno buona nella gestione amministrativa ed operativa. Avere buone idee è importante, ma altrettanto importante è trovare i supporti amministrativi ed organizzativi per realizzarle.

Attualmente il Commissario Cosentino – Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente - sta svolgendo un ottimo lavoro di impostazione per il rilancio del Parco che dovrà avvenire con il contributo di tutti gli Enti locali. Ci vuole un piano di sviluppo di tutta l'area del Parco il cui centro motore può essere il Comune di S. Stefano d'Aspromonte. A margine, un rilievo: io non conosco alcun Parco che abbia la propria sede fuori dal territorio del Parco stesso, per cui il Ministero, giustamente, è orientato a mantenere la sede dove è situata ora.

I riferimenti propedeutici ci sono già e tra questi il lavoro che sta elaborando la Soc. SONDA System, finanziato dal Ministero dell'Ambiente d'intesa con la provincia di Reggio.

Bisogna infrastrutturare il territorio, la gente rimane sa ha possibilità di facile accesso a servizi territoriali di più vasta portata (banche, scuole, università, teatri, cinema, ecc.) altrimenti è costretta a trasferirsi e difficilmente tornerà a vivere dov'è nata.

Cari cittadini di S. Stefano, avete più risorse: il Parco, le piste da sci, il mare a 20 minuti, le isole Eolie di fronte; create sinergie tra questi fattori ed anche con la città di Reggio Calabria e avrete una risultante ottimale per il vostro futuro.

Caro Sindaco, il suo compito è trattenere le energie vitali, i giovani a S. Stefano, ma non li potrà trattenere ingabbiandoli. Lei dovrà creare le condizioni perché i suoi giovani "desiderino rimanere", vogliano e non debbano vivere dove sono nati.

E' probabile, come in tutte le cose che hanno bisogno di sinergie, che lei da solo non ce la faccia. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, anche piccola o piccolissima.

Io sono pronto a fare la mia.