Finanziaria 2006: aumentano le polemiche di Regioni ed Enti locali/Sotto tiro la sanità e il pacchetto anti-evasione dei comuni. Incertezza nelle misure per lo sviluppo

Numerose e confuse ipotesi sui tagli da apportare

Dopo la presentazione da parte del ministro dell'Economia Siniscalco di una prima bozza della Finanziaria 2006, mentre crescono le ipotesi sui tagli da apportare non si ferma la polemica delle Regioni e degli Enti locali contro la manovra del Governo.

Questo anno il fronte regionalista si presenta molto più agguerrito, avendo le liste di centro-sinistra conquistato, alle ultime elezioni, una larga vittoria in moltissime regioni a statuto ordinario del Paese.

L'impianto delle Finanziaria prevede un ammontare complessivo di 21 miliardi e mezzo, di cui circa 11,500 serviranno a colmare il deficit 2006.

La Ragioneria generale ha stilato un elenco delle coperture possibili e le cifre ipotizzate sono al centro di verifiche ma soprattutto di polemiche.

Particolare rilievo è assegnato al pacchetto anti-evasione che dovrebbe prevedere misure specifiche per rendere operativa l'Anagrafe dei conti correnti bancari, il ripristino dell'elenco dei clienti e fornitori Iva e il coinvolgimento dei comuni nell'attività di accertamento dell'evasione fiscale. Per l'omissione di versamenti Iva, superiori a 50 mila euro, sono previste ipotesi di forti sanzioni penali. In via di studio anche la riforma della riscossione, il potenziamento dell'accertamento e un ulteriore intervento sugli studi di settore e l'aumento per giochi e concorsi; complessivamente, da questa manovra, si pensa di recuperare 5,35 miliardi.

Nella sanità, ha suscitato forti riserve, anzi una netta opposizione, il possibile contenimento della spesa del settore che dovrebbe portare al recupero forzato di 2,5 miliardi di euro. Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha manifestato "forti preoccupazioni" per i possibili tagli alla sanità e ha detto: "I numeri che leggo in questi giorni sulla stampa sono singolari e astratti. E si è domandato: "cosa significa tagliare 2 miliardi e mezzo sulla spesa tendenziale della sanità", precisando che "il punto da chiarire è sapere se la spesa sanitaria è finanziata oppure no."

Ma la sanità è solo uno dei punti di contestazione in quanto Errani aggiunge che sono mancati fino ad ora "un discorso e una strategia a lungo termine per dare una prospettiva al Paese". Ed a questo proposito il presidente della Conferenza ricorda che "non si è fatta alcuna politica industriale, non si è investito nel sapere, nella ricerca e nella scuola, e la riforma di questo settore ha avuto un esito negativo. Per non parlare- continua - della politica fiscale sbagliata e dei condoni fiscali ed edilizi che hanno dato al Paese un messaggio di permissivismo". Chiede, poi, che sia inserita nella manovra l'accordo sul decreto legislativo 56, definito dai presidenti delle regioni nello scorso luglio a Villa S. Giovanni. Critiche di fondo che toccano la stessa strategia economica del Governo.

Le Regioni e gli Enti locali si preparano, pertanto, allo scontro con il Governo al quale hanno chiesto un "incontro urgentissimo" su un ordine del giorno che comprende i tagli alla sanità, l'introduzione della tassa di scopo, la revisione del patto di stabilità interno, ma anche la verifica del ruolo delle Regioni sulla politica industriale.

I tagli agli enti locali e al pubblico impiego dovrebbero portare nelle casse dello Stato 4.140 milioni di euro ma il presidente dell'Anci Leonardo Domenici dice: "Chi siede nell'Esecutivo non capisce che i comuni, più delle regioni e delle Province, sono delle vere e proprie famiglie. Dove a fine mese si fanno i conti delle bollette della luce, del gas, dove si acquistano beni di prima necessità, magari per servire le mense scolastiche. Il Governo ci tratta alla stregua di Ministeri, pensa a tagli e al blocco assunzioni". La Finanziaria prevede a questo proposito di recuperare 6.120 milioni di euro con i tagli alle spese dei Ministeri, (anche una riduzione di 100 milioni di euro sulle consulenze e sulle auto blu). Ma ciascuno pensa a sé, per cui il sindaco di Firenze e presidente dell'Anci, di fronte all'ipotesi di tagli per tre miliardi di euro sottolinea che "un intervento del genere avrebbe gravissime conseguenze sui beni e servizi forniti ogni giorno ai cittadini. Mi riferisco-dice- alla manutenzione delle strade e dei marciapiedi, dell'illuminazione pubblica, delle mense, del trasporto dei disabili e dell'assistenza agli anziani e degli asili nido. Ora ci viene chiesto di ridurli al disotto della sufficienza".

Poco ancora si sa sulle misure per lo sviluppo per il quale 8 miliardi di euro dovrebbero andare al Fondo aree sottoutilizzate, mentre altri 2,7 miliardi per compensare i tagli Irap potrebbero venire dal ritocco alla tassazione delle rendite finanziarie, ma specie per questo intervento non c'è alcuna certezza. Possibili aiuti per 250 milioni sarebbero previsti per il settore aeronautico e per Fondo unico per incentivi e per i fondi alla ricerca nei distretti, mentre è in discussione l'ipotesi sulle "fiscalità di vantaggio per il Sud".

Nella stessa maggioranza il dibattito è ancora aperto e nel Governo si discute per costruire "il cuore" della Finanziaria 2006: un vertice di maggioranza dovrebbe tenersi per la fine di questa settimana. Per ora siamo ancora alle ipotesi e tutto rimane aperto.

Pino Vita responsabile nazionale enti locali Pri