Intervista alla "Gazzetta del Sud"/A tutto campo il sottosegretario Nucara che rivendica la centralità del Pri

"Una politica suicida"

Attacco frontale a Chiaravalloti: non ci ha mai ricevuti

Prima della pausa estiva, è tempo di consuntivi. A distanza di un anno dal suo insediamento al Governo come sottosegretario all'ambiente, Francesco Nucara, che è anche segretario nazionale del partito Repubblicano italiano, fa il punto con "Gazzetta del Sud".

Facendo salvi tutti i motivi di opportunità politica, qual è il giudizio dei repubblicani sul Governo Berlusconi?

"Fa bene a parlare di opportunità politica, tuttavia il giudizio dei repubblicani ad un anno dell'insediamento del Governo Berlusconi, è davvero positivo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, se li si vuol vedere. Basti pensare ai successi in politica estera o al traguardo raggiunto con il Patto per l'Italia: perfettamente in linea con la migliore tradizione della concertazione fra Governo e Parti sociali, introdotta proprio da Ugo La Malfa nel 1962, a quell'epoca ministro del bilancio. È dunque un Governo che guarda avanti, tenendo però ben saldo il timone sul rigore che la storia della repubblica ci insegna".

Risultati in qualche modo messi a dura prova dalle posizioni della Cgil...

"... Che sta sbagliando di grosso. Pur rispettando le diverse posizioni che il pluralismo consente, ritengo che la Cgil stia facendo un gravissimo errore che produrrà gravi conseguenze sul piano dei rapporti strategici con le altre parti sociali".

Tutto bene dunque, ma ci sarà pure un settore in cui il Governo segna il passo?

"Lascia ancora desiderare il settore delle infrastrutture ma il tempo trascorso è stato minimo per poter realizzare i progetti annunciati: 12 mesi sono davvero poca cosa quando bisogna adeguare la legislazione agli standard europei di modernità ed efficacia. Tuttavia intendiamoci, se il Mezzogiorno e la Calabria si trovano a soffrire ancora oggi di una assoluta carenza di infrastrutture, le responsabilità sono largamente diffuse e non certamente imputabili a questo Governo. Certamente non intendo giocare ad un rimbalzo di responsabilità: la propaganda e le polemiche propagandistiche non portano da nessuna parte, ma va pur ribadita la posizione del Pri sull'attraversamento stabile dello Stretto. Il nostro intento è quello di lavorare per ammodernare l'intero sistema infrastrutturale della Calabria e della Sicilia, e solo allora diventeremo più credibili andando a parlare di ponte nelle sedi opportune".

Veniamo ai fatti di casa nostra, dove il Governo regionale fra dimissioni e rimpasti è di nuovo in una impasse.

"Non tutti ricordano, ma in questi casi fa parte del gioco, che furono i repubblicani, insieme ad un'altra lista, a determinare la vittoria del centrodestra con il suo contributo dell'1,2 di consensi, visto che lo scarto rispetto ai risultati della coalizione di centrosinistra fu dell'1,1 per cento. Passata la prima fase cosiddetta di assestamento, e a deleghe già attribuite, chiedemmo dunque al Presidente Chiaravalloti un appuntamento per discutere di politica e di ruoli. Da allora sono passati due anni e stiamo ancora aspettando!"

Non vi siete mai incontrati?

"No! Naturalmente a nulla valgono gli incontri occasionali che diventano inevitabili nei convegni o nelle riunioni istituzionali. Eppure fu quell'1,2 % a determinare la vittoria di Chiaravalloti, percentuale che allo stesso modo avrebbe potuto determinare la vittoria di Nuccio Fava, se ci fossimo coalizzati con il centrosinistra! Ma un lungimirante ed autorevole esponente dei Ds ebbe a dire a chi avrebbe voluto agganciarci "di lasciar perdere: tanto il Pri non conta niente". La storia fu invece nei risultati che ho appena ricordato".

Intende dire che destra o sinistra fa lo stesso?

"Dico solo che se qualcuno pensa, per qualsiasi motivo, di averci acquistato sbaglia, perché non siamo in vendita. Il Presidente Chiaravalloti sta conducendo una politica suicida per la coalizione. Basti pensare alla cosiddetta giunta tecnica che tecnica non è stata considerando le provenienze degli assessori. E parlo al passato perché al di là del dato quotidiano, dimissioni o altro, la decomposizione di quella giunta è ormai cosa certa e certificata".

Come legge questa fissazione per il tecnicismo? È un giogo dei più forti sui più deboli, è un escamotage per non fare i conti con la politica, o cosa?

"È il poco orgoglio e lo scarso amore che i calabresi al potere hanno per la loro regione. Una regione che esporta intelligenza, imprenditoria, scienze, arte è invece costretta a importare assessori: il tecnicismo è una muta e formale dichiarazione di impotenza! Una mistura che uccide qualunque germoglio di democrazia".

Come vede invece la situazione a Reggio e in particolare come valuta la battaglia di Fuda per fare da solo la sua Giunta?

"Le trattative sono state portate avanti dagli organismi locali del Pri e se avessi qualcosa da dire la direi nelle sedi opportune. Sul piano generale invece, ritengo che il ruolo dei presidenti di giunta e dei sindaci non vada mai disgiunto dalle loro funzioni di garanti dei processi democratici: indispensabili nella vita sociale e politica di un Paese. Purtroppo però, almeno dalle mie parti, sembra che i partiti non abbiano più funzioni da svolgere se non quella di trasformarsi in comitati elettorali. E questo a mio avviso è un errore mortale, i cui effetti saranno evidenti tra qualche anno".

Sta parlando di una caratteristica da imputare solo al centrodestra?

"Assolutamente no, ma questo non vuole dire proprio nulla. Vivere con la democrazia è un problema di tutti, è una esigenza di chi sta nella maggioranza e di chi è schierato con l'opposizione".

Può fare un esempio più chiaro?

"Allora dico, ovviamente mi rivolgo a chi usa l'istituto delle dimissioni per tacitare quella che definisce anomala ingerenza dei partiti, che è l'art. 49 della Costituzione Italiana a riconoscere che i partiti hanno un ruolo fondamentale nel processo democratico. E questo vale alla Regione, alla Provincia e al Comune. Non mi pare, e spero di non sbagliarmi, che parimenti la Carta costituzionale attribuisca ruoli ai gruppi consiliari".

Qual è il messaggio?

"Voglio ricordare a tutti che i repubblicani hanno a cuore solamente lo sviluppo della comunità e la salvaguardia delle istituzioni; che i repubblicani rifiutano con forza i dispetti da asilo infantile quando questi bloccano l'attività della giunta comunale in attesa della designazione di qualche assessorato alla provincia. Si è trattato di una caduta di stile, un errore grave che mi auguro non si ripeta mai più".

Lì però tutto è rientrato, e allora?

"E allora tutto procederà secondo i canoni istituzionali. Da sottosegretario mi sono impegnato a portare l'acqua del Menta a Reggio e lo farò in perfetta intesa con il Presidente Fuda e con il Sindaco Scopelliti. Entro settembre formeremo un gruppo di lavoro con il compito di monitorare tutto il procedimento e su questo c'è il fermo appoggio dell'assessore regionale Prof. Aurelio Misiti. Come vede per noi è il rispetto dei ruoli istituzionali a vincere su tutto! E così sarà!"

Teresa Munari "Gazzetta del Sud" 1 agosto 2002