Savoia/Del Pennino: attenti al rischio revisionismo

Roma. "Perché mi sono astenuto? Perché la dichiarazione di Vittorio Emanuele per me é irrilevante. Il vero problema é il revisionismo che si sta allargando troppo e sta accompagnando tutto il dibattito sul rientro dei Savoia". Antonio Del Pennino, 62 anni compiuti a settembre, milanese, eletto al Senato nella lista della Casa della libertà, sventola con orgoglio a Palazzo Madama, l'antica fede repubblicana. Iscritto al gruppo misto per il partito repubblicano. Del Pennino alza con forza la sua voce fuori dal coro, quasi plebiscitario, che approva e plaude il rientro dei Savoia in Italia.

Del Pennino, senatore repubblicano di Forza Italia, spiega le ragioni della sua astensione: "Il revisionismo che sta intorno alla proposta sul rientro, la volontà di rivedere la nostra storia e le responsabilità dei suoi protagonisti non mi permettono di esprimere un voto favorevole".

E' antistorico, riconosce il senatore della maggioranza, insistere perché resti in vigore la norma, che vieta l'ingresso in Italia agli eredi maschi dell'ex casa reale. Il rischio di una restaurazione monarchica è escluso. Ammette Del Pennino: "Considero la norma storicamente superata, perché la Repubblica è ormai consolidata e non ci sono più le condizioni che l'hanno giustificata quando fu adottata. Probabilmente - aggiunge - è una norma che contraddice anche le regole dell'Unione europea, sulla libera circolazione tra tutti i cittadini degli stati membri".

Ma è l'intero dibattito, uscito, secondo il senatore, dalla discussione puramente tecnica sul tema del rientro si e rientro no, a sollevare perplessità. Dice ancora Del Pennino: "Avverto il rischio di una discussione che comporta un generale revisionismo della storia e dei suoi protagonisti".

L'ingresso in Italia di Vittorio Emanuele, secondo il senatore repubblicano, rappresenta il primo passo sulla strada del revisionismo. Anche se il giudizio sulle responsabilità di casa Savoia, per la condiscenza con Mussolini, l'incapacità di opporsi alla dittatura fascista, la firma delle leggi razziali e la decisione di entrare in guerra non potrà essere modificato, le tentazioni del revisionismo prendono corpo nel dibattito di questi giorni. "Il revisionismo che sta intorno alla proposta - conclude Del Pennino - la volontà di rivedere la nostra storia e le responsabilità dei suoi protagonisti non mi hanno permesso di esprimere un voto favorevole".

La scelta di astenersi, come hanno fatto anche i senatori della Lega, non incrina i rapporti tra alleati della Casa delle libertà. "Il nostro voto di astensione segnala la nostra difficoltà a fronte delle scelte del passato". Roberto Calderoli (Lega), vicepresidente del Senato, spiega la posizione del Carroccio, ma quel, assicura, non crea alcuna frattura nella maggioranza.

I 19 voti contrari e i quindici astenuti non guastano la festa dei Savoia, in vacanza a Gstaad, nelle Alpi Svizzere. "Speriamo che tutto continui come è cominciato, cioè molto bene", commenta Emanuele Filiberto con il padre. "E' stata una grande e lunga giornata, siamo felici, siamo tutti e due molto felici".

Silvano Balestreri "Il Secolo XIX" 6 febbraio 2002