NAPOLEONE COLAJANNI
Napoleone Colajanni, tra i fondatori del Pri, nasce a Castrogiovanni
(oggi Enna) nel 1847.
E' attratto precocemente dall'esperienza garibaldina. A tredici anni
tenta di raggiungere Garibaldi a Palermo; viene a forza ricondotto nella
casa paterna. Quando Garibaldi passa nel 1862 a Castrogiovanni, si arruola
nel battaglione Matteotti insieme al cugino. E' fatto prigioniero in Aspromonte.
Nel 1866 si arruola nel battaglione dei carabinieri genovesi: partecipa
agli scontri di Lodrone, Condino e Bezzecca. Nel 1867 raggiunge ancora
Garibaldi.
E' arrestato a Napoli nel 1869, il 26 febbraio, per cospirazione repubblicana;
resta in carcere fino al 20 novembre.
Dopo la laurea in medicina parte per l'America del Sud. Nel 1890 è
eletto deputato in Parlamento; viene riconfermato in modo unanime dagli
lettori di Castrogiovanni negli anni seguenti. Fra le sue numerose prese
di posizione e iniziative: l'inchiesta parlamentare sull'Eritrea (1891);
la denunzia degli imbrogli della Banca Romana (1892); la presentazione
di un disegno di legge col quale si dà il via alla creazione dell'Ufficio
del Lavoro (1901).
Colajanni fu il capo morale e politico dei Fasci dei lavoratori siciliani;
nel 1894, per lo stato d'assedio in Sicilia, entrò in violenta polemica
con Crispi.
Muore il 2 settembre 1921. La Voce Repubblicana, creata proprio in
quell'anno, pubblica il suo necrologio il 4 settembre, descrivendo così
i suoi ultimi mesi: "In questi ultimi mesi la visione politica dell'antico
combattente si era smarrita dietro alcune sue particolari interpretazioni
della lotta politica italiana, alla quale ormai partecipava scarsamente
con qualche articolo di giornale. Ma il suo passato è di quelli
che rendono il ricordo di un uomo incancellabile nella mente dei cittadini
che hanno sempre urgente bisogno di rifarsi ad un esempio intemerato". |
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