GIUSEPPE MAZZINI
"Io era già inconsciamente educato al culto dell'uguaglianza
dalle abitudini democratiche dei due miei parenti e dai modi identici ch'essi
usavano col patrizio e col popolano; nell'individuo essi non cercavano
evidentemente se non l'uomo e l'onesto. E le aspirazioni alla libertà,
ingenti nell'animo mio, s'erano alimentate dei ricordi di un periodo recente,
quello delle guerre repubblicane francesi, che suonavano spesso sulle labbra
di mio padre". Così ebbe a scrivere Giuseppe Mazzini dei suoi primi
anni. L'apostolo dell'unità italiana nacque a Genova il 22 giugno
1805, figlio di un noto medico.
Nel 1827 si iscrive alla Carboneria; nella "vendita" genovese fu uno
dei più validi propagandisti. Nel 1830 accetta un incarico importante:
compie un viaggio in Toscana alla ricerca di affialiati. Tornato, per la
denuncia di Raimondo Doria, che aveva rivelato i nomi degli affiliati genovesi
e lombardi, fu arrestato fino al gennaio 1831. Dopo, è costretto
all'esilio: parte per Ginevra.
Fu però a Marsiglia che Mazzini dettò le Istruzioni generali
per gli affratellati nella Giovane Italia, che riuscì a distribuire
in Liguria e in Piemonte. Allo stesso modo fondò e distribuì
il periodico omonimo. Successive delazioni portarono alla scoperta di vari
"fratelli": Iacopo Ruffini fu arrestato e si suicidò in carcere.
Nel 1834 lo troviamo a Berna: qui, nel 1834, detta il patto della Giovine
Europa. Nel giugno del '35, fra incredibili difficoltà riesce a
fondare il periodico La Jeune Suisse che, secondo alcuni storici, contiene
alcuni dei migliori articoli da lui scritti, dove esprime i concetti fondamentali
del suo apostolato repubblicano europeo.
Nel 1836 gli viene intimato l'esilio perpetuo dalla Svizzera; solo
nel gennaio 1837 si reca a Londra. In mezzo alla miseria e alla "tempesta
del dubbio", collabora a numerosi periodici inglesi. Poi, mosso da "proposito
incrollabile, quasi feroce", decide di riprendere il lavoro della Giovine
Italia, diramando nuove istruzioni generali.
Mazzini mostrò diffidenza per l'elezione al Pontificato di Pio
IX, nonché verso le parziali riforme concesse da alcuni governi
italiani: gli apparivano atti che spostavano il fulcro dell'azione rivoluzionaria
così come egli la concepiva. Passato da Londra a Parigi, ebbe notizia
dell'insurrezione di Milano; giunge nella città lombarda il 7 aprile
del 1848; al ritorno degli austriaci lascia la città, il 3 agosto,
arruolandosi come soldato semplice in una colonna di volontari. Fu di nuovo
in Svizzera, poi a Marsiglia, poi a Livorno. Il 5 marzo 1849 è a
Roma; il 29 marzo è eletto triumviro con Saffi e Armellini. Forma
un comitato di guerra. Caduta la città, ripara a Losanna. Nel maggio
del '50 è a Parigi, nel luglio successivo a Londra, dove fonda il
Comitato democratico europeo. Un nuovo tentativo insurrezionale lombardo
da lui progettato fallisce, insieme ad altri episodi dall'esito infelice.
Intanto ha fondato il Partito d'Azione, nome che sarà ripreso da
una nota formazione coordinata da Ugo La Malfa durante la Resistenza.
Nel 1857 accetta la proposta giuntagli da un comitato napoletano e
prepara una spedizione costiera, affidandone il comando a Pisacane. Il
tentativo di Sapri fallisce, insieme ad un altro moto insurrezionale genovese.
Mazzini è condannato a morte in contumacia.
E' del 1858 la pubblicazione del periodico londinese Pensiero e azione;
in seguito, in Svizzera, stampa l'opuscolo Ai giovani d'Italia. I suoi
più stretti amici avevano cominciato ad allontanarsi da lui sin
dal 1853. Nel '57 aveva scritto: "Son più debole, tetro che mai;
e ciò spiega come la mia mente sia sempre incline a credere che
io sia una fonte perenne di male". Visse gli ultimi anni di vita fra Londra
e Lugano, con furtivi soggiorni a Genova e Milano. Nel 1870 fu arrestato
e condotto nel forte di Gaeta. Qui, apprese l'avvenuta unione di Roma al
regno d'Italia, ma deplorò che si fosse realizzata sotto la monarchia.
Nel febbraio del 1872 pensò di trasferirsi a Genova, ma poi accettò
l'ospitalità di Giannetta Nathan Rosselli: a Pisa si spense il 10
marzo 1872, dopo esservi vissuto col nome Brown. La salma fu trasportata
a Genova e tumulata a Staglieno, presso la tomba della madre. |
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