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ORONZO REALE
 

Nasce nel 1902 a Lecce, ultimo di nove figli. Nel 1919 fonda il circolo giovanile "G. Mameli", riuscendo a far riprendere le pubblicazione de Il Dovere, organo repubblicano del Salento. Nel 1920 si trasferisce a Roma per intraprendere gli studi universitari. Al Congresso repubblicano di quell'anno aderisce al gruppo guidato da Conti e Zuccarini. Nel 1914 è nominato direttore dell'Alba repubblicana; diviene segretario nazionale della Federazione giovanile repubblicana. Durante l'Aventino prende una posizione critica nei confronti di tale scelta, seguendo in questo Conti e Zuccarini. Nel '25, all'università, fonda Il Goliardo. 
Dal 1926 al 1941 si dedicherà esclusivamente alla professione di avvocato, senza trascurare i contatti con i repubblicani rimasti in patria. Nel 1943 è nominato componente del Comitato esecutivo del Partito d'Azione. Nel 1945 è nominato membro della Consulta, divenendo segretario del gruppo degli azionisti. Durante il famoso congresso romano del PdA, che vedrà l'uscita della corrente Parri - La Malfa, e la vittoria del gruppo socialisteggiante di Lussu, pur schierandosi dalla parte dei primi, decide comunque di restare nel Partito d'Azione, ove rimarrà fino al 1947, quando decide di rientrare nel Pri, di cui diviene segretario. Lascerà l'icarico quando sarà nominato ministro di Grazia e Giustizia nel primo governo organico di centrosinistra guidato da Moro. 
Reale esercita il ruolo di segretario di partito nella più assoluta discrezione, pronta a tradursi in fermezza ogni volta che l'asprezza del confronto politico spinge la coalizione verso soluzioni da lui giudicate non rispettose pienamente dei principi in nome dei quali la Repubblica italiana è sorta. 
Nel 1964 viene confermato ministro di Grazia e Giustizia nel secondo governo Moro; mantiene l'incarico di Guardasigilli fino alla conclusione della legislatura nel terzo governo Moro.
E' ai primi governi di centrosinistra che risale il disegno di legge delega al governo per la riforma del processo penale, riforma che verrà completata più avanti, ma che resta storicamente legata al suo nome.
Nelle elezioni del 1968 è rieletto deputato nelle Marche. Il 12 dicembre di quell'anno, dopo aver lasciato la Presidenza della Commissione Giustizia, assume l'incarico di ministro delle Finanze nel primo governo Rumor. Il 27 marzo 1970 è nominato Ministro di Grazia e Giustizia nel terzo governo Rumor. E' confermato nell'incarico anche nel primo governo Colombo dell'agosto '70. Quando la direzione del Pri decide di uscire dalla coalizione di governo, presenta le sue dimissioni. A seguito di tale atto, si dimette il presidente del Consiglio.
Nel 1977 è nominato giudice della Corte Costituzionale.
Muore a Roma il 5 agosto 1988.