GIOVANNI SPADOLINI
Nasce a Firenze nel 1925. Giovanissimo, diviene docente di Storia contemporanea
presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università del
capoluogo toscano. Collabora, fin dal primo numero, al Mondo di Pannunzio,
divenendo nel 1955 direttore de Il Resto del Carlino. Più tardi,
nel 1969, assume la direzione de Il Corriere della Sera, che regge durante
gli anni difficili della contestazione e della strategia della tensione.
Nel 1972 è eletto senatore per il collegio di Milano nelle liste
del Pri, come indipendente.
Nel 1974, nel governo Moro - La Malfa, è ministro dei Beni culturali;
nel governo Andreotti del 1979 è ministro della Pubblica istruzione.
Il 23 settembre 1979 è eletto segretario del Partito Repubblicano.
L'11 giugno 1981, il Presidente della Repubblica Pertini affida al
senatore Spadolini l'incarico "larghissimo e senza alcun vincolo" di formare
il nuovo governo. Un mese dopo, Spadolini ottiene la fiducia delle Camere.
E' il primo presidente del Consiglio non democristiano dell'Italia repubblicana.
Il 21 gennaio 1982, presiedendo a Palazzo Chigi una riunione operativa
a cui partecipano i responsabili delle forze dell'ordine, Spadolini denuncia
l'intreccio perverso fra mafia, camorra e terrorismo. Il Parlamento approva
il disegno di legge presentato dal governo per l'attuazione del divieto
costituzionale delle associazioni segrete. E' sciolta la loggia P2.
Il 2 settembre 1982 nasce il secondo governo Spadolini.
Il 26 giugno 1983, nelle elezioni politiche, il Pri di Spadolini conquista
il 5,2 per cento. I giornali parlano di "effetto Spadolini". Nel 1°
governo Craxi dell'agosto 1983, Spadolini è ministro della Difesa.
Nelle elezioni regionali ed amministrative del 12 maggio 1985, il Pri
riceve oltre il 4 per cento, contro il 3 per cento del 1980.
Il 1° agosto del 1986, giura il secondo governo Craxi; Spadolini
viene confermato al dicastero della Difesa, dove dà inizio alla
elaborazione di un'azione riformatrice delle forze armate.
Il 22 aprile 1987 si tiene il XXXVI Congresso repubblicano a Firenze;
la grandissima maggioranza si riconosce nella mozione di cui Spadolini
è il primo firmatario.
Nelle elezioni del 14 giungo 1987, il Pri consegue alla Camera il 3,7
per cento, e al Senato il 3,8. Il 2 luglio dello stesso anno Spadolini
è eletto presidente del Senato; lascia la segreteria del Pri, che
viene assunta da Giorgio La Malfa.
Spadolini occupa la presidenza del Senato per tutta la durata della
decima e dell'undicesima legislatura.
Nell'aprile del 1994 non ottiene la presidenza del Senato per un solo
voto.
E' scomparso il 4 agosto 1994. |
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