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BRUNO VISENTINI

 

Nasce a Treviso il 1° agosto del 1914. 
All'università di Padova si unisce ai gruppi di studenti antifascisti. Nel 1933, ad esempio, collabora con altri compagni per far passare la frontiera clandestinamente a militanti comunisti. Nel 1941 espatria in Francia; nel 1943 è arrestato e rilasciato dopo il 25 luglio.
E' tra i fondatori del Partito d'Azione, con Ugo La Malfa, Parri e Ragghianti. Partecipa alla Resistenza nel Veneto e poi a Roma nell'ambito del Cnl. Così Giorgio La Malfa ha ricordato la militanza di Visentini nel PdA: " Quel partito fu la maggior forza dell'antifascismo insieme con il Pci, e il luogo di formazione di un vasto mondo politico e intellettuale. Un sogno e una speranza che si conclusero con la scissione del '46. Allora Ferruccio Parri, mio padre Ugo, Bruno Visentini difesero il ruolo autonomo del Partito d'Azione rispetto a quanti chiedevano che esso si schierasse organicamente con i due partiti della sinistra".
Alla scissione romana del PdA, Visentini entra con la corrente di Democrazia Repubblicana nel Pri.
Professore di diritto commerciale all'Università di Urbino, Visentini debutta in un incarico governativo nel 1945 come sottosegretario alle Finanze nel primo governo De Gasperi.
Nel 1948 è nominato vicepresidente dell'Iri, carica che ricopre per un lunghissimo tempo fino al 1972.
Nel 1963 è presidente dell'Olivetti, mantenendo, con qualche interruzione, l'incarico fino alla fine degli anni Settanta. 
Nel 1972 è eletto deputato in Toscana per il Pri. 
Nel 1974 è eletto vicepresidente di Confindustria; si dimette pochi mesi dopo, entrando come ministro delle Finanze nel governo Moro.
Dal punto di vista fiscale, il 1974 è un anno importante per l'Italia, con il completamento dell'applicazione concreta di alcuni meccanismi della riforma tributaria; di tale riforma Visentini è stato uno degli ispiratori e protagonisti. 
Nel 1979 è ministro del Bilancio nel quarto governo Andreotti. Nello stesso anno viene rieletto senatore e poi membro del Parlamento europeo. 
Dal '79 al '92 è presidente del Pri. 
Dal 1983 è alla guida del ministero delle Finanze nei governi Craxi. 
In polemica con Giorgio La Malfa, Visentini lascia il partito nel '92. Giorgio La Malfa ha scritto che Visentini riteneva che "il maggioritario non consentisse più autonomia alle forze intermedie, io ritenendo che fosse comunque necessario assicurare la continuità di una tradizione politica che, pur come espressione di minoranza, percorre tutta la storia d'Italia dal Risorgimento a oggi". Ma Giorgio La Malfa, ricordando Visentini, si augurava che "ci potessimo ritrovare presto insieme, come del resto si erano ritrovati insieme mio padre e Leo Valiani che pure erano stati su sponde opposte al momento della scissione del Partito d'Azione".
Visentini si è spento il 12 febbraio 1995.