Gazzetta del Sud 22/11/2001 IL PONTE SCEVRO DA PREGIUDIZIDi Francesco Nucara* L'Attraversamento stabile dello Stretto di Messina rappresenta un'opera ingegneristica di livello mondiale. Che la realizzazione del Ponte rappresenti un cimento con il territorio e che rappresenti altresì una modifica consistente è indubbio. Il valore o il disvalore della modifica dell'ambiente sta nel modo con cui si affronta il problema e nella qualità degli interventi "collaterali" a detta costruzione. E' da qui che bisogna partire per poter costruire un ragionamento scevro da pregiudizi positivi o negativi che siano. A nostro avviso il Ponte deve essere il motore di uno sviluppo complessivo che riguarderà la Calabria e la Sicilia e non solo. E' pur vero che la sola costruzione del Ponte avrà una funzione di traino per il miglioramento delle infrastrutture civili. E' tuttavia necessario non lasciare al "mercato" pubblico o privato che sia, la realizzazione di opere che vanno invece coordinate e programmate da un soggetto unico. E' proprio su quest'assunto che noi ci permettiamo di muovere delle critiche. Non e' quindi una posizione di fondamentalismo ambientale che ci induce a sollevare quesiti, bensì la preoccupazione che il Ponte possa essere un'opera isolata dal contesto regionale. Cercheremo di analizzare i temi dell'ambiente e quelli dello sviluppo. Dal punto di vista ambientale ci sarà bisogno di fare un ecobilancio. L'ecobilancio potrà dimostrare, se ce ne saranno i presupposti, che gli effetti negativi di una tale maxi struttura si potranno compensare con la diminuzione o l'annullamento di particolari inquinamenti attuali. Infatti a completamento dell'opera potremo avere: -inquinamento atmosferico causato da gas di scarico; -inquinamento da lavaggio dell'impalcato; -consumo di risorse per le manutenzioni. I vantaggi potrebbero essere: -miglioramento dei trasporti; -significativa eliminazione dei rischi per l'ambiente marino (va considerato che l'attuale traffico nello Stretto è equivalente alla presenza di una media cittadina); -miglioramento del bilancio energetico (pensiamo al carburante per le navi); -riqualificazione urbana e paesaggistica delle due sponde. L'impatto culturale del Ponte avrà risvolti positivi eliminando definitivamente la condizione di ÒinsularitàÓ. Peraltro la costruzione di siffatto manufatto sarà un'attrattiva turistica di tale elevato valore che può essere paragonabile all'attrazione che esercita la città di Roma e forse sarà anche maggiore. Ritorna in proposito la programmazione. Bisogna sapere come saranno accolti i cittadini provenienti da tutto il mondo ÒcuriosiÓ di vedere un'opera d'ingegneria di così alto valore tecnico. Non di meno si avranno visite di studiosi di Università straniere che ovviamente soggiorneranno più a lungo per motivi di studio. Ovviamente non ci nascondiamo i problemi connessi all'alto costo dell'opera che necessiterà di finanziamenti pubblici e privati. E' pur vero che per la costruzione del Ponte si possono reperire sul mercato fondi adeguati che saranno remunerati con il pagamento del pedaggio ma è altrettanto vero che le opere di infrastrutturazione del territorio calabrese e siciliano saranno a totale carico della finanza pubblica, anche se ovviamente ci si potrà avvalere di fondi comunitari. E' ovvio che quando parliamo di infrastrutture ci riferiamo al complesso del miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e allo sviluppo connesso, sia in termini spaziali sia a-spaziali. Un ultimo problema che si è acutizzato recentemente riguarda il manufatto come obiettivo sensibile ai fini di eventuali attentati terroristici. Dobbiamo ammettere che ciò rappresentava per noi una grande preoccupazione. Tuttavia a leggere quanto dichiarato da prof. Remo Calzona, noto strutturista dell'Università di Roma, ci sentiamo un po' più tranquilli. Infatti il prof. Calzona afferma che quand'anche ci dovesse essere un attentato simile a quello delle Torre Gemelle di New York il Ponte non crollerebbe. Le Torri di New York sono crollate per le alte temperature sviluppatesi al loro interno che hanno ÒfusoÓ la struttura portante. In un ambiente all'aperto dove si dovrebbe, ovviamente, realizzare il Ponte sullo Stretto il pericolo di crollo non esiste. Dubbi e perplessità che vanno e possono essere chiariti, non posizioni preconcette. In definitiva bisogna analizzare la situazione attuale evidenziando i punti critici dell'intero sistema. Gli obiettivi da raggiungere vanno inseriti nel sistema nazionale di ammodernamento dei trasporti e nei sub-sistemi regionali della Calabria e della Sicilia. L'alta velocità anche per le regioni interessate deve rientrare tra questi obiettivi. Il valore dell'opera di cui stiamo discutendo ha un suo significato strategico solo se il contesto in cui si colloca non trova lo sviluppo che merita. Lo Stato paghi il suo debito con il Sud del Mezzogiorno. Questa è la nostra posizione. Qualunque altra interpretazione è frutto di ragionamenti personali anche se a seguito di amichevoli colloqui. Il problema ambientale va visto e risolto con la formulazione dell'ecobilancio. Con la costruzione del Ponte la Calabria finirebbe di essere un Òcorridoio per la SiciliaÓ come diceva Guido Piovene. *Segretario Nazionale del Pri e Sottosegretario all'Ambiente |