Dal
Corriere della Sera del 3 gennaio 2002
IL
RICORDO
La Malfa: mio padre costrinse Andreotti a dire
sì allo Sme
- "Giulio
Andreotti va giustamente orgoglioso del suo contributo alla nascita
della moneta unica europea e del fatto che fu lui - da presidente del
Consiglio - a firmare i due accordi chiave: lo Sme e Maastricht. Ma
nell'intervista al Corriere fa una ricostruzione del nostro ingresso
nel Sistema monetario europeo piena di lacune". Giorgio La Malfa,
presidente della Commissione Finanze della Camera, assicura di avere
un "ricordo nitido e diretto" di quel periodo, di quel dicembre
di 23 anni fa (1978) in cui il governo di unità nazionale presieduto
da Giulio Andreotti, sostenuto - tra gli altri - dal Pci di Enrico Berlinguer
e dal Pri di Ugo La Malfa, passò "nel giro di pochi giorni
dal no all'ingresso nello Sme all'adesione". "All'epoca -
racconta - ero deputato alla Camera e responsabile economico del Pri.
Come hanno ricordato anche Mario Segni e Gerardo Bianco, che allora
rappresentavano l'ala della Dc favorevole allo Sme, il governo non decise
di entrare fin dal primo momento. Anzi. Ai primi di dicembre, al vertice
europeo Andreotti fece sapere a tedeschi e francesi che l'Italia non
sarebbe entrata. Su questo aveva il consenso di Berlinguer, alle prese
con le resistenze del Pci, e l'appoggio del governatore della Banca
d'Italia Paolo Baffi". "Intendiamoci - continua La Malfa -
la posizione di Baffi era rispettabilissima, non si fidava della classe
politica. Temeva che la difesa del cambio sarebbe stata scaricata sulla
Banca d'Italia".
"Al ritorno dal vertice europeo, sull'aereo che riportava la delegazione
italiana a Roma, Andreotti chiese a Baffi e al ministro del Tesoro Filippo
Maria Pandolfi d'intervenire su mio padre: "Adesso il solo problema
è convincere Ugo La Malfa. Diteglielo voi, che siete suoi amici,
che l'Italia non è in condizioni di entrare nello Sme". Mio padre,
però, era deciso a fare la crisi. La sua risposta fu: "Le ragioni
tecniche spiegatele a mio figlio che è responsabile economico
del partito". Pandolfi andò a Montecitorio per comunicare la
decisione del governo. Ma a Palazzo Madama fu molto più sfumato.
E il giorno dopo, alle 7 del mattino, Andreotti venne a Piazza dei Caprettari,
nella sede del Pri. Si chiuse in ufficio con mio padre. Ne uscì
dicendo che il governo avrebbe potuto rivedere la sua posizione. Poi
avviò le consultazioni con i segretari della maggioranza. Al
termine, annunciò che l'Italia sarebbe entrata nello Sme. Questo
irritò molto il Pci. Berlinguer annunciò che il suo partito
avrebbe votato contro. Era la rottura dell'unità nazionale...".
F .
Sa.
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