Convegno su "Ambiente: educare e comunicare" Intervento del Sottosegretario Francesco Nucara Cari amici, questo convegno si presenta ricco di stimoli per delineare insieme un quadro sullo sviluppo dell'educazione raggiunto in campo ambientale. Il titolo del convegno è significativo di come l'ambiente "fucina di inestimabili risorse" debba essere conservato attivando una continua programmazione di educazione che coniughi ambiente e rispetto all'unisono. La comunicazione diventa così un obiettivo da perseguire più tenacemente per rendere le tematiche ambientali accessibili e di rapida comprensione ai giovani come agli adulti. E' ormai assodato che una seria ed efficace politica ambientale non possa essere disgiunta dall'educazione allo sviluppo sostenibile. Da qui il ruolo strategico dell'educazione come strumento di supporto nelle linee d'intervento in campo ambientale. Un programma educativo-didattico-formativo, non più limitato alla sfera scolastica, ma in continua espansione in grado di abbracciare un ampio raggio di competenze e spazi occupazionali. La realizzazione di una buona collaborazione tra istituzioni e cittadini è condizione necessaria affinché una consistente parte di comportamenti quotidiani errati venga corretta ed orientata verso nuove forme di civile convivenza ambientale ed assennata fruizione delle risorse naturali. Il rispetto ambientale deve radicarsi nella cultura. Numerosi soggetti si affacciano all'orizzonte per favorire uno stimolante approccio alle problematiche e sfide ambientali con iniziative mirate ad accrescere il senso di responsabilità ambientale. Al riguardo la progettualità in campo educativo si presenta diversificata con un ricco ventaglio di opportunità educative, formative e professionali. Ne è un esempio la felice realizzazione del progetto HELIANTUS redatto dal Ministero della Pubblica Istruzione e attivo a Reggio Calabria. La sensibilizzazione ambientale vede il coinvolgimento diretto della scuola, delle associazioni ambientaliste, dei ricercatori, degli operatori di settore e delle amministrazioni locali. Tuttavia occorre rafforzare una maggiore incisività dei diversi addetti settoriali in modo da consentire la formazione di una più ampia coscienza ambientale. L'impegno del Ministero dell'Ambiente a favore di interventi finalizzati a promuovere e finanziare le azioni dei diversi soggetti impegnati nel campo dell'educazione ambientale, trae origine da alcune leggi fondamentali: la legge 344 del 1997 e la legge 426 del 1998. Grazie a questi interventi normativi, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, grazie ad interventi normativi, ha istituito, nel corso degli anni, degli ambiti di lavoro dedicati in modo specifico all'educazione ambientale, oggi sempre più orientata sulle tematiche dello sviluppo sostenibile. Con questo obiettivo è stato costruito un Sistema Nazionale per l'Informazione ed Educazione Ambientale (INFEA) - con snodi strategici diffusi sul territorio - che consente l'interazione tra i vari soggetti coinvolti nei processi di conoscenza, valorizzazione, conservazione e difesa dell'ambiente. In questo modo un'ampia fetta di utenza viene interessata da uno stimolante ventaglio di iniziative progettuali in grado di soddisfare le diverse esigenze e le lacune conoscitive sull'ambiente. Per questo scopo, nel 2001 il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha impegnato quasi 8 milioni di Euro nel settore dell'Educazione Ambientale, con una crescita esponenziale, rispetto all'anno 2000, del 960%. Negli ultimi anni tali impegni hanno consentito la realizzazione di 81 Laboratori Territoriali presenti sul territorio, ai quali vanno aggiunti i Centri di Educazione Ambientale dei vari sistemi regionali, che in Emilia Romagna e nelle Marche hanno raggiunto il ragguardevole numero di una cinquantina, mentre nel Lazio e in Puglia sono ormai circa una quindicina, solo per citare alcuni esempi più eclatanti. Nella Regione Lazio vi è una rete di 9 laboratori e quello di Viterbo è uno di quelli più attivi nel recepimento delle indicazioni del programma triennale del Ministero dell'Ambiente. Per questo devo rivolgere agli organizzatori di questo convegno un mio particolare apprezzamento ed un ringraziamento per l'attività di formazione ed educazione che l'Università della Tuscia sta svolgendo con l'istituzione del corso di Laurea in Scienze Ambientali che non è, e sottolineo questo particolare, a numero chiuso e del Diploma di Educatore e Divulgatore ambientale L'impegno a rafforzare la rete dei laboratori territoriali da parte del Ministero dell'Ambiente rappresenta un ampliamento della strategia di intervento delineata negli ultimi anni. Il Ministero ha ritenuto che fare educazione ambientale sul territorio non significhi sostituirsi alle istituzioni appositamente preposte alla formazione scolastica, ma offrire loro, attraverso la diffusione di strutture sul territorio, il necessario supporto per rafforzare l'azione formativa attraverso la diffusione di strutture sul territorio. Il rafforzamento dei centri di educazione ambientale e delle reti regionali a cui questi fanno riferimento è stato, infatti, l'oggetto dell'Accordo siglato in sede di Conferenza Stato-Regioni nel novembre 2000, dal quale è scaturito il Tavolo Tecnico permanente in materia di educazione ambientale. In particolare sono state indicate priorità tematiche e di strumenti per rafforzare l'azione delle Regioni e dello Stato in questa materia. In tale contesto la Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 17 gennaio scorso ha siglato l'Accordo con il Ministero dell'Ambiente e i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano che mette a disposizione delle Amministrazioni locali fondi per un importo di 10.329.137 € (pari a 20 miliardi di Lire) per sostenere la programmazione regionale in questo settore per il biennio 2001-2003. Tali fondi sono destinati all'attuazione di una nuova programmazione concertata in materia di informazione, formazione ed educazione ambientale. Le predette risorse, tenendo conto della necessità di garantire un'equilibrata distribuzione delle strutture regionali di coordinamento e dei relativi nodi provinciali per l'educazione ambientale, saranno assegnate alle Regioni e alla Province autonome di Trento e Bolzano secondo i seguenti criteri di riparto: Il 40% sarà ripartito in parti uguali tra tutte le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano; Il 60% sarà ripartito sulla base di specifici criteri presenti nei documenti di programmazione regionale. Criteri atti a verificare: il livello di coerenza tra i documenti di programmazione regionale con le finalità e gli indirizzi recepiti nell'Accordo Stato Regioni del 23/11/2000; il livello di integrazione dei sistemi regionali per l'educazione e l'informazione ambientale con le politiche d'intervento regionale nel settore ambientale; l'entità dei cofinanziamenti indicati dai documenti di programmazione regionale, correlata anche alla eventuale capacità di attivare sinergie di carattere privato; il livello di utilizzo dei finanziamenti già assegnati dal Ministero dell'ambiente e delle tutela del territorio per questo settore, sulla base di precedenti azioni finanziarie. Alcune date significative di questo processo sono andate già in scadenza: - il 30 aprile 2002 è scaduto il termine per l'approvazione da parte delle Giunte regionale dei documenti di programmazione regionale per il biennio 2002-2003, che costituiscono la base per l'assegnazione delle risorse; - il 30 giugno 2002, quindi due giorni fa, si sarebbero dovuti stipulare, sulla base dei documenti di programmazione regionale, gli accordi di programma tra il Ministero dell'Ambiente e le singole Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano. E' previsto infine un meccanismo per la redistribuzione di eventuali fondi residui che sarà definito entro e non oltre il 30 settembre 2002. Tutti gli sforzi del Governo, coerentemente all'impegno di contenere le disomogeneità e di garantire l'equilibrio sul territorio nazionale, sono altrettante proposte per sollecitare nuovi modelli di sviluppo, utilizzando strumenti e risorse in armonia con la valorizzazione e la tutela del patrimonio ambientale e per richiamare le idee che ciascuno può mettere in campo. Occorre l'impegno e il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, dal mondo della scuola e della ricerca a quello della formazione per concretizzare e realizzare questo ambizioso programma che vede nell'integrazione, nel lavoro in rete e nella valorizzazione del territorio i punti qualificanti di un impegno ambientale orientato allo sviluppo sostenibile. San Martino al Cimino (VT) 3 luglio 2002 |