Dichiarazione di voto del senatore Antonio Del Pennino sul disegno di legge sull'immigrazione

Signor Presidente, onorevoli colleghi,

debbo francamente dire che il voto favorevole che i repubblicani esprimeranno sul disegno di legge contenente le nuove norme in materia di immigrazione e di asilo politico non è un voto particolarmente convinto .

Daremo il nostro consenso perché il provvedimento in esame corregge alcune lacune della legge Turco-Napolitano oggi vigente, ma teniamo che anche la nuova normativa non sia sufficiente per un effettivo governo del fenomeno migratorio.

Sappiamo che si tratta di un problema complesso con cui si debbono confrontare tutte le realtà dei paesi industrializzati, in un mondo che conosce immense sacche di miseria e di sottosviluppo. Ma da noi il problema si presenta in termini particolarmente gravi per gli errori accumulati con i precedenti interventi legislativi.

Si è dato vita a sanatorie indiscriminate, mentre non si è mai posto mano ad un'organica normativa relativa alle espulsioni, che rappresenta un nodo centrale in materia di immigrazione.

Un nodo centrale che anche questo provvedimento non risolve compiutamente.

E' vero, infatti, che viene allargato il numero dei casi di coloro per i quali l'espulsione è prevista con l'accompagnamento alla frontiera. Ma resta una platea vasta, direi vastissima, di clandestini, per i quali permane il regime dell'espulsione attraverso la sola intimazione a lasciare il paese.

La stampa e l'opinione pubblica sono colpite dai casi drammatici dei Boat People che sbarcano sulle nostre coste trasportati dai nuovi mercanti di uomini, ma questa è solo la punta dell'iceberg. La grande maggioranza dei clandestini è rappresentata da coloro che sono entrati nel nostro paese con un permesso di soggiorno per motivi turistici e che vi sono rimasti in modo irregolare, dopo la scadenza di detto permesso.

In sede di prima lettura di questo provvedimento, avevamo sostenuto, nel corso della discussione generale, come fosse necessario prevedere che anche per questi soggetti l'espulsione venisse eseguita con l'accompagnamento alla frontiera ed avevamo in proposito presentato degli emendamenti che l'aula non ha accolto.

Eravamo e siamo convinti che solo una disposizione quale quella da noi suggerita, bilanciata dall'altra per l'emersione dal sommerso di tutti i lavoratori dipendenti extracomunitari - auspicata anche nell'ordine del giorno presentato dal relatore e approvato dal Senato, che ci auguriamo non resti lettera morta - si sarebbe tradotta in un reale incentivo per regolarizzare la posizione degli immigrati oggi presenti in Italia, che svolgono un'attività lavorativa lecita, ma non denunciata.

E solo così avremmo potuto effettivamente distinguere fra gli immigrati che lavorano e contribuiscono al progresso del nostro Paese e i clandestini dediti ad attività illecite.

Temiamo che il non aver accolto il nostro suggerimento rischi di vanificare gli effetti del provvedimento che ci accingiamo ad approvare.

Ci auguriamo di essere smentiti dai fatti, ma non potevamo sottacere le nostre preoccupazioni e le nostre perplessità.

Roma, 11 luglio 2002