Lettera dell'on. Giorgio La Malfa, Presidente del Pri, pubblicata su "Repubblica" del 25 luglio 2002

"Non sono l'uomo di Mediobanca"

Signor direttore,

nella nota apparsa a pagina 29 de La Repubblica "MPS – BNL, tutti gli alleati di Croff", leggo di essere fra gli alleati del dottor Croff e che sarei, "l'uomo di Maranghi in Parlamento". Questa seconda è un'insinuazione molto sgradevole: io non sono mai stato e non sono mai uomo di nessuno se non di me stesso, né di Mediobanca oggi, né di Repubblica ieri, come pure avvenne di leggere in anni non lontani. Proprio per quest'ultimo motivo, potevo sperare che Repubblica non avesse cadute di stile di questo genere.

Come è noto, conoscevo bene Enrico Cuccia che considero il più serio uomo di finanza che l'Italia abbia avuto nel dopoguerra insieme con Paolo Baffi e Donato Menichella. Conosco da 40 anni, stimo e apprezzo il dottor Maranghi che, del resto, ha dimostrato dopo la morte di Cuccia di saper condurre assai bene Mediobanca, nonostante una guerra tanto violenta quanto sbagliata mossagli da una parte del mondo bancario. Ma non ho alcun legame con Mediobanca.

Ho sempre, nella ormai lunga mia attività politica, difeso la Banca d'Italia; conosco da molto tempo e stimo Antonio Fazio con cui condivido molte valutazioni sull'Europa e sull'Italia. Ho solo una riserva, che esprimo oggi per iscritto solo perché costretto dal vostro articolo, e che riguarda il fatto che egli non mantenga una posizione più defilata ed equidistante rispetto alle vicende del sistema bancario. Non è nell'interesse della Banca d'Italia che essa appaia come protagonista delle decisioni sugli assetti bancari. Ciò tanto più dal momento che essa ha, e vorrebbe conservare, la vigilanza bancaria. Come si può vigilare equanimemente su tutto il sistema se si è contribuito a definirne gli assetti?

Non conoscendo la situazione BNL e Monte dei Paschi di Siena, non ho mai espresso né privatamente né pubblicamente alcun giudizio in merito. Penso però che non si dovrebbe mai leggere che la Banca d'Italia "fortemente vuole" una fusione bancaria. Scrivo queste cose come sostenitore "istituzionale" della Banca d'Italia, come sono sempre stato e rimango.

Giorgio La Malfa