Intervista a "Il Resto del Carlino" di Alessandro Farruggia a Giorgio La Malfa

"Cancellata la distinzione tra politica e religione"

ROMA — "Una iniziativa gravemente inopportuna, che rischia di creare dei seri danni". E' nettissimo il presidente del partito repubblicano Giorgio La Malfa.
Che, con tutto l'orgoglio laico del partito dell'edera, esce dal coro.

Onorevole La Malfa, perché non ha partecipato all'incontro con il Papa?
"Perché consideravo, e ancor più oggi, alla luce di come è andata, considero questa cerimonia un grave errore istituzionale. I rapporti tra lo Stato italiano e il Vaticano, tra la politica e la religione sono materie di una tale delicatezza e complessità da far dubitare della saggezza di un'iniziativa che ponga il Pontefice al centro del luogo sacro alle decisioni politiche della democrazia italiana, indebolendo la distinzione tra politica e religione".

Perché la visita del pontefice al nostro Parlamento dovrebbe condizionare la vita politica? Dopotutto i papi sono già stati sette volte al Quirinale...
"E' stato lo stesso Giovanni Paolo II a confermare i miei timori scegliendo di dare delle indicazioni non di circostanza su temi delicati come la scuola, la famiglia, l'aborto, le carceri, la guerra e la pace — tutti i temi sui quali il parlamento sarà chiamato nei prossimi anni a scelte difficili — creando una situazione a dir poco imbarazzante per chi oggi l'ha applaudito e domani dovrà legiferare. Prendiamo il provvedimento di clemenza sulle carceri. Se lo si farà, lo si farà perché l'ha chiesto la Chiesa? O, di contro, se non lo si farà, sarà solo perché non si è voluto accettare il suggerimento del Papa? Il sospetto sarà legittimo. E non vedo come se ne possa uscire".

Si sarebbero quindi sottovalutate le conseguenze?
"Io mi chiedo: ci hanno pensato bene tutti quelli che hanno il dovere di pensare a queste cose? Il governo, la Presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale, i parlamentari? Non vorrei che fossimo di fronte all'iniziativa di esponenti politici in cerca di pubblicità..."

Addirittura.
"Ripeto. Ho la senzazione che si sia aperto un problema. Se uno si ferma agli aspetti coreografici certo non ne coglie l'essenza. E a me è l'essenza che preoccupa. Questa visita apre troppi interrogativi. Quello che è venuto oggi è uno degli esponenti delle religioni che potranno venire in seguito oppure l'accoglienza ricevuta da Giovanni Paolo II deriva dal fatto che egli è il capo della Chiesa cattolica? Sarebbe grave se fosse così".

Certo avete scelto in pochi una posizione critica.
"Siamo in pochi a non aver partecipato, ma sono ben di più quelli che hanno delle perplessità. Ho letto ieri un'intervista dell'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con la quale, pur con il garbo che lo contraddistingue e affermando che la visita dei Woytila è positiva, lui, cattolico, chiedeva a Casini di riaffermare la laicità dello Stato. Facendo quello che lui stesso fece all'indomani del suo incontro con il Papa. E anche l'atteggiamento del presidente Cossiga, che ha scelto il 'profilo basso', fa capire che in questa visita c'è qualcosa che non va".

Roma, 15 novembre 2002