ROMA — "Una iniziativa gravemente inopportuna, che rischia di creare
dei seri danni". E' nettissimo il presidente del partito repubblicano
Giorgio La Malfa.
Che, con tutto l'orgoglio laico del partito dell'edera, esce dal coro.
Onorevole La Malfa, perché non ha partecipato all'incontro
con il Papa?
"Perché consideravo, e ancor più oggi, alla luce
di come è andata, considero questa cerimonia un grave errore istituzionale.
I rapporti tra lo Stato italiano e il Vaticano, tra la politica e la religione
sono materie di una tale delicatezza e complessità da far dubitare
della saggezza di un'iniziativa che ponga il Pontefice al centro del luogo
sacro alle decisioni politiche della democrazia italiana, indebolendo
la distinzione tra politica e religione".
Perché la visita del pontefice al nostro Parlamento dovrebbe
condizionare la vita politica? Dopotutto i papi sono già stati
sette volte al Quirinale...
"E' stato lo stesso Giovanni Paolo II a confermare i miei timori
scegliendo di dare delle indicazioni non di circostanza su temi delicati
come la scuola, la famiglia, l'aborto, le carceri, la guerra e la pace
— tutti i temi sui quali il parlamento sarà chiamato nei prossimi
anni a scelte difficili — creando una situazione a dir poco imbarazzante
per chi oggi l'ha applaudito e domani dovrà legiferare. Prendiamo
il provvedimento di clemenza sulle carceri. Se lo si farà, lo si
farà perché l'ha chiesto la Chiesa? O, di contro, se non
lo si farà, sarà solo perché non si è voluto
accettare il suggerimento del Papa? Il sospetto sarà legittimo.
E non vedo come se ne possa uscire".
Si sarebbero quindi sottovalutate le conseguenze?
"Io mi chiedo: ci hanno pensato bene tutti quelli che hanno il
dovere di pensare a queste cose? Il governo, la Presidenza della Repubblica,
la Corte Costituzionale, i parlamentari? Non vorrei che fossimo di fronte
all'iniziativa di esponenti politici in cerca di pubblicità..."
Addirittura.
"Ripeto. Ho la senzazione che si sia aperto un problema. Se uno
si ferma agli aspetti coreografici certo non ne coglie l'essenza. E a
me è l'essenza che preoccupa. Questa visita apre troppi interrogativi.
Quello che è venuto oggi è uno degli esponenti delle religioni
che potranno venire in seguito oppure l'accoglienza ricevuta da Giovanni
Paolo II deriva dal fatto che egli è il capo della Chiesa cattolica?
Sarebbe grave se fosse così".
Certo avete scelto in pochi una posizione critica.
"Siamo in pochi a non aver partecipato, ma sono ben di più
quelli che hanno delle perplessità. Ho letto ieri un'intervista
dell'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con la quale,
pur con il garbo che lo contraddistingue e affermando che la visita dei
Woytila è positiva, lui, cattolico, chiedeva a Casini di riaffermare
la laicità dello Stato. Facendo quello che lui stesso fece all'indomani
del suo incontro con il Papa. E anche l'atteggiamento del presidente Cossiga,
che ha scelto il 'profilo basso', fa capire che in questa visita c'è
qualcosa che non va".
Roma, 15 novembre 2002