Lettera del Presidente del Pri al Corriere e risposta di Paolo Mieli "La Malfa, Cassese e lo spoils system italiano" Rispondendo a un lettore che lamentava lo spoils system attuato dall'attuale maggioranza, lei, caro Mieli, ha scritto che sarebbe necessaria "una codificazione" per "sapere in partenza, quali posti spettano alla maggioranza che ha vinto le elezioni e quali no". Io ho un'opinione più radicale a questo proposito ed è che non si tratta di codificare lo spoils system: si tratta di impedirlo. L'imparzialità della pubblica amministrazione, infatti, è a mio avviso uno dei fondamenti dello Stato di diritto. Questa del resto era l'opinione dei fondatori dello Stato liberale dell'800 come Silvio Spaventa il quale dedicò alla "Giustizia nell'amministrazione" un saggio che sembrerebbe scritto oggi per la sua attualità. Del resto la Costituzione italiana, agli articoli 97 e 98, stabilisce questo principio e mi auguro che la Corte Costituzionale sia investita dal giudizio su questa legge e la dichiari incostituzionale. Come lei sa, la teorizzazione dello spoils system e la sua introduzione legislativa non sono dovuti al ministro Frattini e all'attuale maggioranza, ma risalgono al 1998, al ministro Bassanini ed ai governi di centrosinistra. Quando se ne discusse, mi opposi come potevo a questa idea perniciosa che invece fu portata avanti dalla maggioranza di allora ed attuata sostituendo molti funzionari pubblici con uomini e donne scelti in base al loro orientamento politico. Quello che mi dispiace è che il governo di centrodestra, piuttosto che ripensare la materia e tornare ad un'impostazione liberale abbia esteso ulteriormente questo principio.
Giorgio La Malfa Caro La Malfa, le dico subito che, se fossi Silvio Berlusconi, mi preoccuperei non poco nel leggere questa sua lettera dalla quale traspare il fastidio di qualcuno (non soltanto lei a quel che mi risulta) che all'interno della Casa delle libertà reagisce al modo con cui l'attuale maggioranza sta cambiando un buon numero di dirigenti dell'amministrazione pubblica italiana. Con le norme del 1998 – 99, quelle per intenderci di Franco Bassanini, è stato "dismesso dall'incarico" il 16 per cento dei dirigenti generali. Con quelle del centrodestra siamo già al 40 per cento. Il suo allarme è dunque più che giustificato. Ma i rischi che si corrono saranno più chiari a metà novembre allorché una persona che sia io che lei consideriamo la massima autorità in questo campo, il professor Sabino Cassese, terrà una lezione per gli allievi della "Ecole normale superieure" sul tema che qui ci interessa (subito dopo questo testo sarà pubblicato dal "Giornale di diritto amministrativo"). L'analisi di Cassese ci consentirà di comprendere a fondo i drammatici effetti di un sistema in cui i governi, al centro come in periferia, diventano stabili e la burocrazia "transeunte". Cassese spiegherà che più mobilità e maggiori rendimenti si sarebbero potuti ottenere meglio con altri metodi, ad esempio la selezione sulla base del merito. E ci dirà anche quanto abbia influito nella ideazione di questo nostro "sistema delle spoglie" la circostanza che siano state ammesse alla scelta dei nuovi burocrati forze – come l'ex Pci e l'ex Msi – che per molti decenni ne erano state escluse. Credo infine che Cassese si soffermerà su quanto un'alta funzione pubblica neutrale avrebbe potuto fungere da contrappeso alla cosiddetta "tirannide della maggioranza". La invito dunque, caro La Malfa, a pazientare ancora qualche giorno che, vedrà, Cassese ci darà pane per i nostri denti. E, mi auguro, non solo per i nostri. "Corriere della Sera" 6 novembre 2002 |