Dunque tornano i Savoia di Giacomo Properzj Dunque tornano i Savoia. L'ultima volta che vennero a Milano fu nel maggio del 1946. Umberto II aveva cominciato, da prima in sordina, poi con crescente successo, soprattutto nelle città del sud, un giro di propaganda. La propaganda era tanto più efficace quanto semplice, consisteva in un manifesto con la foto della famiglia reale. Quando, spintosi nel nord, arrivò a Torino i nobili piemontesi vennero a salutarlo con la faccia preoccupata ma fedeli, vennero anche i partigiani col fazzoletto azzurro e persino qualche operai vestito a festa. Ma a Milano le cose andarono diversamente: una folla ostile si radunò intorno a Palazzo Reale e quando il re, sorridente, cercò di uscire sul balcone fu accolto da urla e improperi. Rientrato guardò desolato il conte di Torino, impassibile, vestito all'ultima moda di sessant'anni prima e che, facendo parte dell'ala della famiglia ancor oggi concorrente, forse non lasciava trapelare una qualche dissimulata soddisfazione. Barzini jr. disse ad Umberto: ‘Maestà, in questa città anche gli industriali sono repubblicani'. I risultati elettorali gli diedero ragione, l'unica città lombarda che votò per la monarchia fu, of course, Monza. La borghesia industriale lombarda ebbe, come le belle donne, nel corso della sua storia, molti innamoramenti (Malagodi, Spadolini, Montanelli e, prima di questi, Albertini e D'Annunzio) ma mai la monarchia. Già negli anni sessanta ogni residuo di contrasto istituzionale era, a Milano, completamente dimenticato. L'ultimo punto di riferimento rimasto in città all'antica Casa Reale era un simpatico personaggio, di una eleganza leggermente datata e sempre circondato da belle ragazze che le male lingue dicevano offrisse non gratuitamente agli esponenti di quella borghesia industriale di cui si parlava. Una sera mi avvicinò al ristorante, credevo che volesse propormi qualche ragazza, invece voleva iscriversi al Partito Repubblicano e candidarsi per le prossime elezioni. Parafrasai e capovolsi Crispi ‘ la monarchia ci dividerebbe, la Repubblica ci unisce.' Non capì ma sorrise con simpatia e cordialità. Ora, dopo tanti anni, tornano i Savoia, la borghesia forse c'è ancora ma non c'è più l'industria, i giornali e gli altri media sono pronti a lanciare, per la gioia delle shampiste, le un po' scalcagnate figure degli eredi al trono. Ma a Milano, forse, l'ombra non ancora perduta di quel puritanesimo industriale e un piccolo snobismo lombardo ci salveranno dalle manifestazioni più indecorose. "Corriere della Sera" 1 novembre 2002 |