Schema dell'intervento del Segretario nazionale al Congresso Provinciale di Milano

Sono obbligato - essendo stata già pubblicata e spedita alle sezioni la mia relazione al 43° Congresso Nazionale di Fiuggi - ad attenermi a quel testo. Mi auguro comunque che dal dibattito scaturiscano apporti ed integrazioni utili a definire la fisionomia programmatica e politica del PRI per gli anni a venire.

E in questa direzione si collocano alcuni punti contenuti nel documento della vostra direzione provinciale approvato in vista del Congresso.

Il primo riguarda "la scelta della Segreteria Nazionale di privilegiare il sostegno alla crescita politica ed elettorale del PRI nelle regioni del Mezzogiorno, rispetto alle realtà geografiche del nord del paese;

Il secondo riguarda la validità - che voi riconoscete ancora attuale - della scelta di campo fatta al Congresso di Bari con l'alleanza con la Casa delle Libertà, assieme alle difficoltà - che voi sottolineate - della gestione politica di questa alleanza.

Nella relazione congressuale, nel riportare la valutazione positiva fatta dal Corriere della Sera sui risultati del PRI nelle amministrative del 26 maggio "Il PRI è tornato ad essere un partito nazionale".

Abbiamo evidenziato che il Mezzogiorno si è rivelato fondamentale per i risultati del PRI, confermandosi come l'area geografica in cui il partito riprenderà la sua espansione, come avvenne a cavallo degli anni '60/'70.

Ma questa sottolineatura del ruolo del Mezzogiorno è stata fatta all'interno di un disegno strategico più ampio e che dovremo attuare insieme.

Un disegno questo, che segue lo schema messo in opera da Ugo La Malfa per il rilancio del partito: partire dalla Sicilia e dal Sud per arrivare a Milano. Fu il disegno che nel 1968 portò Pietro Bucalossi a deputato della Lombardia.

Questo fu anche il modello di Spadolini per il Partito della Democrazia, partito che negli anni '80 realizzò in Lombardia il massimo della presenza elettorale dei repubblicani nel Paese.

Noi siamo partiti dal sud in queste elezioni per necessità, ma senza perdere di vista Milano e il nord.

La scelta obbligata del sud come area geografica in cui produrre il massimo sforzo organizzativo, è stata dovuta alla consapevolezza che noi abbiamo delle maggiori difficoltà che si incontrano nelle aree del nord per il rilancio del PRI.

Difficoltà sintetizzabili nella forte presenza della Lega e di Forza Italia, per cui le condizioni di recupero di quell'elettorato laico, moderato ed europeista che spesso negli anni '80 si è indirizzato verso il PRI, sono più difficili.

Noi sappiamo che la strada dello sviluppo del paese e del suo raccordo con l'Europa passa per il nord: ecco perchè nella relazione congressuale abbiamo citato il risultato di Meda, come segnale e perchè sappiamo bene che il PRI senza il nord e senza Milano non è un partito a dimensione nazionale, con tutto quello che questa dimensione che non è solo geografica ma prima di tutto culturale e politica, comporta.

Di qui la polemica con gli amici romagnoli sull'interpretazione dell'Autonomia che per noi è un valore forte, ma che loro interpretano riduttivamente come "meccanismo statutario" per sfuggire ai problemi politici e mantenere il vecchio assetto amministrativo con i partiti dell'Ulivo e ricavarne piccole posizioni di rendita.

Ma questa chiave di lettura dell'Autonomia ridurrebbe il PRI ad una dimensione "regionale": un partito senza visione strategica, ancorato a temi e problemi particolari. Ecco perchè serve Milano come servì a Ugo La Malfa nel 1968, perchè senza quest'area geografica più vicina all'Europa il PRI non sarebbe più il partito di Mazzini, Cattaneo, Ugo La Malfa e Spadolini.

Questo tema del Mezzogiorno l'abbiamo raccordato nella recente campagna elettorale allo sviluppo complessivo del Paese. Perchè noi pensiamo non a un Mezzogiorno piagnone e sanfedista, fatto di clientele fameliche e assistite, ma un Mezzogiorno evoluto raccordato al resto del paese e dell'Europa.

Per quanto riguarda il secondo punto: la conferma della scelta di campo con il centrodestra che voi condividete e le difficoltà della gestione politica di questa alleanza, sono d'accordo con le vostre riserve.

Il problema é come rafforzare questa scelta senza incrinare i rapporti con gli alleati della Casa delle Libertà? Occorre rimanere ancorati ai contenuti come ha detto l'amico Del Pennino in un recente Consiglio Nazionale "dobbiamo caratterizzarci nel merito dei problemi che è cosa diversa da volerci distinguere a tutti i costi e io sono d'accordo.

In questo senso abbiamo riproposto sul tema della ricerca scientifica i temi e le proposte della Prof.ssa Alberghina.

Su altri temi dovremo fare la stessa cosa.

Sul piano dei rapporti politici complessivi nelle recenti elezioni abbiamo partecipato attivamente alla trattativa per la scelta dei candidati a sindaco e il coordinamento delle liste nella recente campagna amministrativa del 26 maggio. E' un primo passo che ci dovrà portare ad un raccordo più organico, e su tutti i temi, con gli alleati della Casa delle Libertà.

E su questo dovrà esprimersi il Congresso Nazionale, colmando le lacune di un'alleanza che nel 2001 fu impostata in maniera parziale, soprattutto come accordo elettorale con Forza Italia.

Ed anche su questo piano dei rapporti politici complessivi Milano è il crocevia di questa nuova alleanza per cui saranno anche importanti le scelte che voi farete a questo Congresso Provinciale.

Nucara ha concluso il suo intervento proponendo per il prossimo Congresso regionale della Lombardia la candidatura del sen. Antonio Del Pennino a segretario regionale.

"Una figura - ha detto Nucara - quella di Del Pennino che fa parte integrante della storia repubblicana della Lombardia: una storia della quale non si può prescindere per il rilancio del PRI".

Erano presenti il sen. Antonio Del Pennino, Massimo Torchiana, Giacomo Properzj, Antonio Savoia, Alessandro Papini, Tommaso Vannini ed altri amici attualmente impegnati nell'attività di partito.

La partecipazione del segretario nazionale al Congresso provinciale dei repubblicani di Milano e il consenso ottenuto attorno alla sua proposta hanno aperto una fase di nuovi e positivi rapporti tra la segreteria nazionale e i repubblicani milanesi, superando le riserve e le incomprensioni che c'erano state in questi ultimi tempi. E tutto questo rappresenta una premessa positiva per il prossimo Congresso Nazionale.